26/01/2004, 00.00
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Il greggio di Gheddafi e la sua riabilitazione

di Maurizio d'Orlando

Il 10 febbraio prossimo il leader libico Muammar Gheddafi effettuerà una visita di stato a Jakarta. Il presidente indonesiano Megawati Sukarnoputri aveva incontrato Gheddafi lo scorso settembre a Tripoli. In tale occasione il leader libico aveva espresso il suo sostegno all'Indonesia nella campagna di repressione contro i separatisti nella provincia indonesiana di Aceh, capovolgendo una linea politica precedente: separatisti del "Movimento per il Libero Aceh", incluso il comandante militare Muzakkir Manaf, in passato sono stati addestrati proprio in Libia. Quella su Aceh è solo l'ennesimo cambiamento di Gheddafi, che sta portando ad un miglioramento dell'immagine ufficiale della Libia nella comunità internazionale, dopo il risarcimento alle vittime dell'attentato al volo PanAm di Lockerbie (nell'88, di cui era accusato un agente segreto libico) e  l'impegno a distruggere le "armi di distruzione di massa". Tutto questo sta portando anche al disgelo fra Libia e Stati Uniti. Proprio nei giorni scorsi sono giunti a Tripoli  rappresentanti americani repubblicani e democratici - in due differenti delegazioni - che desiderano lavorare per la fine dell'embargo e il ripristino delle relazioni diplomatiche

Secondo esperti petroliferi intervistati da AsiaNews, la "riabilitazione" di  Gheddafi è dovuta la fatto che il greggio libico è diventato più appetibile nel mercato mondiale.

La Libia ha riserve provate per circa 30 miliardi di barili ma i suoi bacini sedimentari di rocce, con caratteristiche adatte al rinvenimento di giacimenti, sono state esplorate solo per il 30 %. Il greggio libico è molto leggero ed a basso tenore di zolfo, ragioni per cui se ne può trarre benzina per motori a scoppio e soprattutto virgin nafta, base di moltissime produzioni petrolchimiche e chimiche a valle. Si tratta dunque di un greggio di ottima qualità e con caratteristiche difficili da reperire altrove

Tale ragione fornirebbe un ruolo politico a Gheddafi in Estremo Oriente. In Asia il fornitore di un greggio con caratteristiche simili a quello libico è da sempre stata l'Indonesia: durante la seconda guerra mondiale il Giappone attaccò gli Stati Uniti perché Roosevelt aveva posto un embargo alle forniture petrolifere dall'Indonesia. È di questi giorni la notizia che a breve l'Indonesia,  da esportatore potrebbe diventare importatore netto di petrolio nonostante gli sforzi della presidentessa Megawati di indurre le compagnie petrolifere straniere ad investire nel paese. Secondo le fonti di Asianews proprio il crescente fabbisogno di greggio leggero ha spinto la China National Petroleum Company a firmare nel 2002 degli accordi in Libia e ad aggiudicarsi anche di recente ulteriori contratti. Fino ad ora la Cina da un lato comperava greggi leggeri indonesiani (Minas e Cinta) di maggior valore; dall'altro, grazie ad un accordo intergovernativo finalizzato a facilitare gli acquisti di prodotti giapponesi, rivendeva a società nipponiche il proprio greggio medio pesante Daqing per la termo-generazione elettrica ad un prezzo vantaggioso per i cinesi. Nei giorni scorsi la Cina ha bloccato le esportazioni petrolifere cinesi verso il Giappone. La decisione cinese sarebbe motivata da dubbi sulla stabilità delle forniture indonesiane alla Cina.

Secondo gli esperti interpellati da Asianews  la visita di Gheddafi a Jakarta porterà ad un accordo che consenta all'Indonesia di mantenere la propria clientela asiatica, offrendo il greggio leggero libico in sostituzione dei ridotti volumi del proprio greggio.

Tutto questo conferma l'emergere di una crisi energetica in Asia, che ha varie cause: la crescita economica in Cina e India, lo smantellamento delle centrali nucleari in Giappone; la fine di un progetto di forniture di gas dall'Australia alla Cina.

Il greggio pregiato di Gheddafi influisce anche sugli Stati Uniti. L'attuale vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney quando era amministratore delegato della Halliburton, la maggiore società al mondo d'impiantistica e trivellazioni petrolifere, si era fatto promotore di un'iniziativa per la fine delle sanzioni alla Libia. A causa di tali sanzioni, alcune grandi compagnie petrolifere americane, Occidental, Amerada Hess, Conoco e Marathon, pur avendo concessioni da tempo, per molti anni non hanno potuto sviluppare il forte potenziale. Nel 2001 Gheddafi ha minacciato di revocare le concessioni, che scadono nel 2005, se le compagnie americane non mettono in produzione i giacimenti con riserve provate. La revoca delle sanzioni alla Libia permetterebbe alle compagnie americane di effettuare gli investimenti necessari ed alla Halliburton di assicurarsi da esse delle importanti commesse.

Il primo ministro libico, molto candidamente, ha dichiarato le intenzioni delle delegazioni americane: "Essi hanno detto che vogliono lavorare per terminare l'embargo contro la Libia e permettere il ritorno delle compagnie petrolifere americane per investimenti in Libia".

 

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