04/06/2009, 00.00
CINA
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Il mondo ricorda Tiananmen, polemica Cina-Stati Uniti

Hillary Clinton: rivelare i nomi dei morti e liberare chi è detenuto dal 1989. La Cina risponde che è una “grave interferenza” nei propri affari interni. Veglie in tutto il mondo, attesi in 100mila al tradizionale appuntamento di Hong Kong. Anche il presidente di Taiwan critica Pechino.

Roma (AsiaNews) – Il mondo ricorda i martiri di piazza Tiananmen, “luce che continuerà a brillare”. Dagli Stati Uniti all’India all’Australia, gente comune e governi commemorano il sacrificio delle migliaia di studenti e operai cinesi morti per amore del proprio Paese e della libertà.

Il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton oggi ha invitato Pechino a pubblicare i nomi di tutti i caduti in piazza Tiananmen il 4 giugno 1989 e a rilasciare chi è ancora detenuto dopo 20 anni. Ha richiamato la Cina, quale emergente potenza economica e mondiale, “a esaminare in modo aperto i peggiori avvenimenti del suo passato e a rendere pubblici [i nomi di] morti, detenuti e dispersi”.

Dura risposta di Qin Gang, portavoce del ministro degli Esteri, che ha espresso “profonda insoddisfazione” sottolineando che le affermazioni della Clinton sono “accuse senza fondamento al governo cinese” e costituiscono “una grave interferenza negli affari interni della Cina”.

A Hong Kong sono oggi attese 100mila persone alla tradizionale veglia commemorativa al lume di candela nel Victoria Park, nonostante minacci di piovere. Secondo gli organizzatori, sono venuti in 48mila nel 2008 e in 70mila per il 10° anniversario. Da 3 giorni decine di studenti delle università della città fanno uno sciopero della fame di solidarietà nella centrale Times Square.

Lee Cheuk-yan, parlamentare democratico di Hong Kong, ha detto che “la popolazione non dimenticherà mai, nemmeno tra altri 20 anni. La luce di Tiananmen continuerà a brillare a Hong Kong”. Ci saranno discorsi di ex studenti del movimento del 1989, come Xiong Hiaoji, in esilio dal 1992.

Diverso il clima a Macao, dove le autorità hanno proibito l’ingresso all’ex leader studentesco Wuerkaixi, nonostante in passato egli sia già stato nella città. Dopo il massacro era il 2° maggior ricercato dalla polizia cinese e da allora vive in esilio.

I gruppi pro-Tibet hanno invitato i tibetani in tutto il mondo a organizzare manifestazione di commemorazione.

Il presidente taiwanese Ma Yingjeou ha chiesto a Pechino di affrontare la verità su piazza Tiananmen.

In Australia il premier Kevin Rudd ha invitato la Cina a migliorare il rispetto per i diritti umani. A Sidney c’è stata una dimostrazione davanti al consolato cinese, con striscioni con scritto “4 giugno” e “Mai dimenticare”.

Ci saranno marce di solidarietà e veglie al lume di candela in India, Giappone, Germania e Stati Uniti. A Roma ci sarà un dibattito con la partecipazione in videoconferenza da Washington di Lu Decheng, Yu Zhijian e Yu Dongyue, che il 23 maggio hanno iniziato la protesta scagliando vernice contro il ritratto di Mao Zedong in piazza Tiananmen. Per questo hanno scontato da 9 a 17 anni ai lavori forzati del laogai (rieducazione-tramite-lavoro).  Parteciperà anche il tibetano Reting Tempa Tsering, che a sua volta ha scontato 22 anni di laogai in Cina.

A Milano ci sarà una proiezione su quella notte e una conferenza del missionario del Pime padre Giancarlo Politi.

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