17/08/2023, 10.45
LANTERNE ROSSE
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Il rimpasto nell’esercito cinese e le prime crepe del potere di Xi Jinping

di John Ai

I vertici del Paese al tradizionale vertice estivo nella cittadina costiera di Beidahe. Una serie di insoliti cambiamenti fra i vertici dell’esercito rilancia le voci di epurazioni. Il presidente resta defilato e non ha ancora visitato le zone colpite dalle alluvioni, che hanno lambito anche Pechino. Fra le sfide la situazione economica e le relazioni diplomatiche.

Pechino (AsiaNews) - I leader del Partito comunista cinese si stanno riunendo nel resort estivo di Beidaihe, per il tradizionale incontro che si tiene ogni anno in questa stagione. Secondo consuetudine, ogni estate i massimi vertici del più importante organismo decisionale del gigante asiatico - inclusi i capi del passato ormai in pensione - promuovono meeting informali e segreti per discutere della salute dello Stato e delle questioni più urgenti inerenti la nazione. Tuttavia, l’incontro segreto di quest’anno è agitato dalle correnti negative legate all’esercito e a una economia in crisi. 

Il leader supremo Xi Jinping è al potere da quasi 11 anni, ma il summit in programma a Beidaihe quest’anno sembra avere una portata storica. Stavolta i più influenti leader del passato non saranno presenti nella cittadina costiera: Jiang Zemin è deceduto nel 2022 all’età di 96 anni e il predecessore di Xi, Hu Jintao, con tutta probabilità non sarà presente al meeting. Hu è stato accompagnato alla porta durante la cerimonia di chiusura del 20mo Congresso del Partito comunista e voci insistenti affermano che non risiede più a Pechino. Secondo Nikkei, all’ordine del giorno della riunione vi sono diversi temi fra i quali l’unificazione di Taiwan, obiettivo finale del partito al potere, oltre agli affari correnti inclusa l’economia e la politica diplomatica. 

Xi Jinping è fuori dalla portata dei radar dei media ufficiali dall’inizio di agosto, mentre forti inondazioni stanno inondando la Cina settentrionale e nord-orientale. E diversamente dai suoi predecessori, il presidente è assente e non si è mai recato sinora nella zona colpita dal disastro.

Durante la riunione di agosto, all’interno dell’Esercito popolare di liberazione (Pla) è avvenuto un rimpasto che ha alimentato speculazioni sull’epurazione dei vertici militari. Il ribaltone ha riguardato prima di tutto le Forze missilistiche, strategiche e tattiche, reparti che controllano l’arsenale nucleare e i missili balistici intercontinentali in grado di raggiungere gli Stati Uniti La Rocket Force è anche una parte cruciale nell’espansione degli armamenti nel quadro delle mire cinesi verso l’isola ribelle di Taiwan. 

Pechino sta accelerando il piano di espansione del suo arsenale nucleare e nello sviluppo di missili ipersonici. Risale all’inizio dell’anno la scoperta di un gran numero di silos per missili balistici intercontinentali nel deserto della Cina occidentale. 

Le autorità raramente divulgano informazioni sulle Forze missilistiche e l’ultima mossa con l’annuncio del cambio dei vertici è vista come un segno di turbolenza all’interno dell’esercito stesso. Sotto il governo di Xi, la divisione è diventata un ramo indipendente all’interno dell’organigramma militare e la parte più sensibile del Pla. Il comandante, generale Li Yuchao, e il commissario politico, generale Xu Zhongbo, sono stati sostituiti da altri due leader, uno della marina e l’altro dell'aeronautica.

L’esercito cinese segue il modello della doppia leadership di stampo sovietico: il comandante è responsabile delle decisioni militari, mentre il commissario politico è l’esecutore degli ordini del Partito Comunista.

Il South China Morning Post (Scmp) ha riferito a luglio che Li Yuchao e altri alti dirigenti in carica e in pensione delle Forze missilistiche erano sotto inchiesta da parte dell’organismo anticorruzione del Pla. I rapporti dicono anche che i suoi vertici erano sotto inchiesta per aver fatto trapelare segreti militari. Il generale licenziato Li Yuchao è stato promosso da Xi solo all’inizio dello scorso anno. Dopo la riforma militare del 2015 e le purghe anticorruzione, attualmente tutte le élite dell’esercito devono la loro ascesa all’attuale presidente. 

L’ex vicecomandante, il generale Wu Guohua, è deceduto all’inizio di luglio e i media ufficiali hanno confermato la sua morte solo alla fine del mese e la notizia è stata rimossa a poche ore di distanza dalla pubblicazione online. Inoltre anche Wang Shaojun, ex capo dell’Ufficio centrale di sicurezza (che si occupa delle guardie del corpo dei massimi dirigenti) è morto ad aprile, ma pure in questo caso le autorità nel hanno annunciato la scomparsa dopo tre mesi.

Anche i vertici del Comando del teatro orientale dell’Esercito popolare di liberazione, che è vicino a Taiwan, hanno subito un rimpasto. E non è casuale l’annuncio di una esercitazione militare nel Mar cinese orientale proprio mentre il vice-presidente, nonché candidato alla carica di presidente alle prossime elezioni in programma a Taipei, Lai Ching-te, è in visita negli Stati Uniti.

Recentemente, sia Xi che l’organo ufficiale dell’esercito sul fronte dei media, il Pla Daily, hanno sottolineato reciproca lealtà. E ad agosto il partito ha lanciato una campagna all’interno delle forze armate per lo studio del “pensiero” di Xi Jinping.

Intanto resta un mistero la ragione che ha portato alla rimozione dell’ex ministro degli Esteri Qin Gang, e quale sia oggi la sua situazione e dove si trovi. Il rimpasto nell’esercito e l’allontanamento di Qin Gang sono la sfida principale al controllo di Xi sul suo gruppo. Secondo gli analisti, gli incidenti hanno danneggiato l’autorità del presidente e hanno dimostrato che la sua presa sul Paese non era così salda e che le stesse persone da lui scelte non godevano di piena fiducia.

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