24/06/2025, 12.52
CINA
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Il "turismo estremo" dei giovani cinesi

di Silvia Torriti

Sempre più giovani lavoratori delle metropoli cinesi, almeno una volta al mese, approfittano del weekend per viaggiare fuori dai confini nazionali. Il Giappone, la Corea del Sud, il Sud-est asiatico, la Russia, le mete privilegiate ma c'è chi osa spingersi persino oltreoceano con veri e propri tour de force con ritmi molto serrati.

Milano (AsiaNews) - Tra la Gen Z cinese si sta diffondendo un nuovo modo per godersi il tempo libero al termine della settimana lavorativa. Secondo una indagine condotta da Houlang Research Institute sono sempre più i giovani lavoratori delle metropoli cinesi che, almeno una volta al mese, approfittano del weekend per viaggiare fuori dai confini nazionali. Si tratta di una forma di turismo “estremo” che richiede una forte resistenza fisica e mentale: non a caso coloro che lo praticano sono definiti sul web “soldati delle forze speciali del weekend” (zhoumo tezhongbing).

Per molti può sembrare pura follia, ma chi ha provato questo tipo di esperienza assicura che, seppur breve, è estremamente appagante, al punto da diventare un vero e proprio stile di vita. Per giunta, è realizzabile senza chiedere giorni di ferie, consente di risparmiare sui costi e di evitare i periodi di maggiore affluenza turistica, che in genere coincidono con la Festa nazionale del 1° ottobre e il Primo maggio.

Le località prescelte per queste escursioni lampo sono in genere raggiungibili in circa 6 ore, con partenza rigorosamente tra le 18 del venerdì e le 12 del sabato e ritorno entro le 9 del lunedì. Inoltre, è preferibile siano dotate di trasporti urbani efficienti e che le attrazioni turistiche siano concentrate in un’unica area, in modo da ridurre i tempi di spostamento. Tra le mete che più corrispondono a queste caratteristiche compaiono senza dubbio il Giappone, la Corea del Sud, il Sud-est asiatico, la Russia. I più temerari osano spingersi fino oltreoceano, a patto di arrivare per tempo in ufficio il lunedì o al massimo il martedì mattina.

Brian, questo è il suo nickname, è impiegato come product manager in un’azienda informatica di Shanghai. Nonostante i ritmi di lavoro molto stressanti, non rinuncia a viaggiare all’estero nei fine settimana, al punto da fare di questa abitudine un vero e proprio hobby.

Lo scorso marzo, per esempio, ha organizzato un tour a tema per scoprire una delle tre principali sorgenti termali del Giappone, presso la città di Gero Onsen. È partito dall'aeroporto di Shanghai Pudong il sabato alle 11 ed è atterrato a Nagoya alle 14, da lì ha raggiunto in treno l’hotel, giusto in tempo per cenare e godersi uno spettacolo pirotecnico. La domenica mattina ha visitato il villaggio di Gassho, nei pressi di Gero Onsen, e nel pomeriggio si è diretto a Osaka per fare shopping. Dopodiché si è recato in aeroporto per aspettare il primo volo del lunedì mattina che lo avrebbe ricondotto a Shanghai, in tempo per timbrare il cartellino.

La spesa totale per questa breve incursione in Giappone non è posi così elevata come si potrebbe immaginare, essendo inferiore ai 3.000 yuan (corrispondenti a circa 360 euro). Secondo Brian, è paradossalmente più costoso andare a sciare a Chongli, distretto situato nella provincia settentrionale dello Hebei a 1.400 km da Shanghai. D’altro canto il giovane product manager è consapevole che viaggiare, proprio come qualsiasi altro hobby, implica necessariamente un investimento economico.

Anche Xu Yang, insegnante in una scuola media di Pechino, ama di tanto in tanto trascorrere il weekend nel Paese del Sol Levante. Nonostante abbia a disposizione le vacanze invernali ed estive per viaggiare, preferisce sfruttare il tempo libero nel fine settimana, sia perché è economicamente più conveniente, sia perché è da lui ritenuto un ottimo modo per alleviare lo stress e ricaricare le energie. Inoltre, vi sono degli scenari che possono essere ammirati solo in determinati momenti dell’anno, come la stagione delle foglie rosse di Kyoto, che cade tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre.

In passato, una delle sue destinazioni preferite è stata invece Kota Kinabalu, città situata sull’isola del Borneo nota per l’atmosfera esotica e i paesaggi mozzafiato. Raggiungibile in poche ore anche da Pechino, grazie alla recente inaugurazione di un volo diretto, la località malese si contraddistingue per la massiccia presenza di residenti cinesi e per essere una delle mete più gettonate dagli avventurieri del weekend. Il costo per un biglietto di andata e ritorno per Kota Kinabalu è relativamente economico e si aggira intorno ai 1.500 yuan (circa 180 euro), ma è possibile trovarne anche a meno.

Marshmallow è invece lo pseudonimo di una blogger pechinese specializzata in “viaggi di lana”, ossia percorsi a tema dedicati alla scoperta delle tradizioni tessili e della produzione artigianale locale. Visita più di una dozzina di Paesi ogni anno e condivide spesso sui social media strategie per risparmiare durante le gite del weekend.  

Un’altra storia interessante è quella di Tian Ye, impiegato tecnico di Shanghai. Accantonata la passione per il badminton a causa di alcuni problemi fisici, inizia a dedicarsi all’hobby della fotografia. Con l’intento di immortalare dei gabbiani, acquista un biglietto aereo per raggiungere Yantai, nella costa nordorientale della Cina, a soli 400 yuan (circa 50 euro). Da lì nasce la passione per i viaggi nel weekend, che lo porta a spingersi presto anche oltre i confini nazionali.

Nonostante i frenetici ritmi lavorativi che lo portano spesso a stare in ufficio fino alle 22 di sera, il venerdì alle 18 sale puntuale su un aereo, munito di macchina fotografica e zaino da trekking. Per Tian Ye, infatti, “indipendentemente da quanto sia positivo l’atteggiamento che si ha verso il lavoro, ci sarà sicuramente un accumulo di stress, a cui è necessario dare sfogo attraverso lo sport, i viaggi o altro”.

Il titolo onorifico di “re dei soldati” (bingwang) in questo mondo spetta tuttavia al travel blogger Stark. Impiegato come programmatore in una grande fabbrica di Shanghai, sul suo profilo social vanta una media di quarantatrè Paesi visitati all'anno, tra cui Myanmar, Grecia, Austria e Scozia. Ma la sua impresa più importante è stata quella di vedere in due giorni tre parchi nazionali negli Stati Uniti: Zion Park, Bryce Canyon e Valley of Fire State Park. Il fatto che abbia dovuto chiedere un giorno di ferie, non toglie prestigio all’iniziativa, vista la sua grande perseveranza e l’invidiabile resistenza al jet lag.

Nonostante i racconti entusiasti dei “soldati delle forze speciali del weekend”, dal web non mancano i commenti critici verso questa forma di “turismo estremo”. In molti si chiedono se si possa parlare davvero di vacanze, considerando il poco tempo a disposizione e i ritmi serrati, e dubitano che valga davvero la pena recarsi all’estero per sole 48 ore. 

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