23/10/2004, 00.00
cina - giornata missionaria mondiale
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Il volto di Cristo nella Cina di oggi

di Sr Betty Ann Maheu*
Hong Kong (AsiaNews/SE) – Più di 50 anni di dominio del partito comunista non hanno diminuito il fascino che la persona di Cristo continua ad esercitare sulle folle cinesi. Comunque, un conto è cercare il volto di Cristo studiando come la sua immagine è stata presentata ai cinesi nei secoli, un altro è scoprire il volto di Cristo nella gente che si incontra nei viaggi e negli incontri normali con i cristiani cinesi. Cristo in Cina oggi

Sono andata di recente nel nordovest della Cina con due membri dello staff tedesco di Aiuto alla Chiesa che Soffre. In ogni posto dove siamo stati abbiamo avuto la possibilità di scoprire il volto di Cristo. Lo abbiamo visto nel giovane sacerdote che viaggia da solo su una moto sgangherata, percorrendo strade sterrate in remote zone montuose; deve confidare sulla generosità dei poveri per avere da mangiare e un luogo dove posare la testa di notte. Il solo modo che ha di sopravvivere sono le poche entrate delle messe che gli arrivano dall'estero.

Abbiamo visto il volto di Cristo nelle suore, giovani e anziane, che lavorano al di là delle loro forze per servire la gente in poveri ospedali e assistere orfani in orfanotrofi improvvisati.

Abbiamo visto il volto di Cristo nei seminaristi che studiano in seminari fatiscenti e male arredati; l'abbiamo visto nei fedeli che partecipano alla messa feriale, grati a Dio per il poco che hanno e desiderosi di condividere questo poco con noi, completamente stranieri.

Da quando sono tornata da quel viaggio ho riflettuto sul volto cinese di Cristo in queste persone e ora vorrei condividere con voi alcuni ricordi su due persone incontrate.

Mons. Liu Jingshan, vescovo di Yinchuan

Monsignor Liu Jingshan (John), vescovo di Yinchuan, nella provincia di Ningxia, ha 92 anni. È stato ordinato prete nel 1942 durante l'occupazione giapponese. Nel 1951, poco dopo la vittoria dei comunisti, è stato arrestato e rinchiuso in un campo di lavoro dove ha trascorso 19 anni, facendo il guardiano ai maiali. È stato rilasciato nel 1970 ed è ritornato nella sua città natale dove ha vissuto da semplice contadino.

Non poteva sperare di poter tornare alla chiesa lasciata 20 anni prima, dal momento che nessuna chiesa era aperta e la sua era stata danneggiata durante la Rivoluzione culturale. Dei 25 sacerdoti in attività nel 1951, solo un altro era in libertà.

Nel 1979 il governo decide di riaprire le chiese. Nel 1983 padre Liu lascia la fattoria e si incammina verso la città di Yinchuan desideroso di riprendere il suo ministero pastorale. Nel 1984 il governo concede un pezzo di terra a padre Liu, ma nessun finanziamento, e gli ordina di costruire una chiesa. Sarà completata nel 1987. Nel 1993 padre Liu viene ordinato vescovo nella Chiesa "ufficiale", ma prima della consacrazione episcopale si assicura l'approvazione del Santo Padre. Nella stanzetta dove svolge il suo lavoro oggi, dietro l'ampia scrivania c'è un'enorme fotografia di Giovanni Paolo II che gli sorride.

Una personalità unica

L'aspetto del vescovo colpisce. I suoi occhi - li vedo bene perché non porta gli occhiali - sembrano sorridere sempre. Non ha apparecchi e non sembra avere alcun problema di udito; inoltre non ha vuoti di memoria.

Il suo abito da vescovo mi sembra un po' strano fino a quando non scopro che tutti i vescovi in questa zona indossano questa "uniforme". È una piccola casacca che arriva fino ai fianchi, ma dispone di tutta la giusta decorazione: bottoni rossi, il bordino rosso sul davanti, intorno al collo e sulle tasche. Il vescovo indossa anche la croce pettorale. Sulla testa, in precario equilibrio, ha una sorta di zucchetto rosso, questo sì non della giusta qualità di raso: in cima ha un pon pon rosso!

Quest'uomo eccezionale di 92 anni  è responsabile della cattedrale, di altre 10 chiese – molte delle quali sulle montagne – e di 13 cappelle. Lo aiutano 13 giovani preti e 18 suore della Congregazione di Maria. Il giorno che siamo andati a trovarlo aveva trovato un pulmino da 16 posti e, con i preti e le suore disponibili, ha viaggiato tutto il giorno visitando le parrocchie.

Monsignor Kiu è davvero il volto di Cristo saggio e buon pastore che si prende cura con compassione del suo gregge.

"Maestro" Han, vescovo di Lanzhou

Un altro personaggio ragguardevole è il "maestro" Han, vescovo di Lanzhou, nella provincia di Gansu. Il governo non ha ancora deciso di accettare mons. Joseph Han Shihai come legittimo vescovo e così tutti lo chiamano "maestro Han". È molto strano che egli sia chiamato "maestro". Nei primi 17 anni della sua vita, mons. Han ha vissuto sulle montagne del Gansu dove andare a scuola era una possibilità molto rara.

Mons. Han ha viaggiato con noi per visitare la diocesi; ad un certo punto, ci siamo diretti verso la montagna dove egli ha trascorso la sua gioventù. La vita in questi posti è così dura che ultimamente il governo ha predisposto il trasferimento a valle della popolazione e ha dato ad ogni famiglia una casa a due stanze e un po' di terra. La famiglia del vescovo si è da poco spostata, noi ci fermiamo a salutarla con lui: ci sembra una casa molto povera, ma la gente è estremamente felice. Il vescovo commenta: "La mia famiglia non è mai stata così benestante. Adesso sentono che hanno tutto ciò di cui hanno bisogno e non domandano più nulla". Questa gente è il volto di Cristo povero.

Quelle montagne Han Zhihai le aveva lasciate a 17 anni. In città trova mons. Yang Libo. Per 10 anni vive con il vescovo e - letteralmente - lo segue, come i discepoli di Gesù, ovunque egli vada. Tutto quello che impara – di teologia e di Sacra Scrittura – lo apprende dal vescovo Yang.

Mons. Han Zhihai oggi ha solo 39 anni, ma vanta una saggezza che supera la sua età. È un uomo semplice, di umili origini, "mite e umile di cuore". È una persona coraggiosa, membro della Chiesa sotterranea, nella quale ha ricevuto la sua formazione.

Uomo di riconciliazione

Lo scorso anno mons. Han si è preso l'incarico di scrivere una lettera a tutti i vescovi, sia della Chiesa ufficiale che di quella clandestina. "Mi sono convinto – vi si legge - che non possiamo più a lungo ignorare la preghiera di Gesù, nostro Signore: 'Che tutti siano una cosa sola'. Come vescovo e pastore del gregge della diocesi di Lanzhou mi sento in obbligo di dire a tutti i miei fratelli vescovi: 'liberate i cattolici cinesi da questa ambigua situazione di divisione'".

Mons. Han ha dimostrato una grande saggezza e un coraggio non comune nello scrivere una lettera come questa. Questo vescovo è di certo il volto di Cristo che la notte prima di morire, durante l'ultima cena, ha pregato per l'unità: "Che tutti siano una cosa sola come noi" (Gv 17,11). Il suo gesto invita anche noi a unirci alla sua preghiera.

 

* Suor Betty Ann Maheu è membro del Centro teologico diocesano Holy Spirit Study Centre di Hong Kong. Questa è l'edizione abbreviata di un articolo apparso sul Sunday Examiner di Hong Kong.

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