12/06/2023, 09.00
RUSSIA-MOLDAVIA
Invia ad un amico

Ilan Šor, l’amico moldavo di Putin

di Vladimir Rozanskij

Da settembre a Chisinau non si fermano le manifestazioni contro il governo, che la presidente Maia Sandu accusa di essere ispirate direttamente dal Cremlino mentre con il rifiuto del gas di Mosca l'inflazione nel Paese è arrivata al 33%. Un profilo del giovane oligarca nato a Tel Aviv che con un suo partito personale dall'estero (causa una condanna per truffa) tira le fila dell'opposizione.

Chisinau (AsiaNews) - In una fase di grande contrapposizione interna tra le fazioni politiche della Moldavia, minacciata dal possibile coinvolgimento nella guerra russa nella vicina Ucraina, non accenna a tramontare la stella del più sfacciato dei filo-russi, il vulcanico Ilan Šor, fondatore del partito che porta il suo nome “Šor”. Da settembre non si fermano le manifestazioni contro il governo, che la presidente Maia Sandu ritiene ispirate direttamente dal Cremlino: protestano soprattutto per la crisi energetica, dovuta al rifiuto del gas moscovita.

I prezzi dell’energia elettrica per i cittadini moldavi sono aumentati di oltre sei volte, l’inflazione è arrivata al 33%, e questi fattori alimentano la possibilità per i politici di opposizione di cavalcare la crisi. Proprio Šor è considerato l’anello di congiunzione con la Russia, dove è molto noto come marito della cantante Jasmine; lui stesso non si fa vedere in patria, ma è il principale finanziatore delle manifestazioni. Condannato a 15 anni di prigione per una truffa da un miliardo di dollari portati fuori dalla Moldavia, egli è costretto a vivere in Israele, da dove manovra i suoi tanti seguaci, molti dei quali sono a loro volta sotto inchiesta.

La giornalista e scrittrice moldava Paula Erisanu ha ricostruito per Novaja Gazeta Evropa la biografia del populista russofilo, un ottimo esempio di come il Cremlino usa le sue pedine nei giochi politici interni dei Paesi europei. Šor ama apparire sugli schermi televisivi, che fa portare ai suoi scagnozzi sulle spalle, oltre che su quelli dei cellulari, per annunciare che presto tornerà in Moldavia, per liberare il popolo dalla “dittatura occidentale”. Nato a Tel-Aviv nel 1987, egli è figlio di un businessman moldavo, Miron, che all’inizio lavorava nel teatro russo “Čechov” di Chişinău, allora Kišinev, per emigrare in Israele negli anni ’70, dove insieme agli affari ha cominciato anche a interessarsi di politica, rappresentando gli interessi degli ebrei provenienti dall’Urss.

La famiglia è tornata in Moldavia negli anni ’90, e Miron Šor ha lanciato in patria i grandi marchi della moda, organizzando sfilate e mostre artistiche, aprendo perfino una sezione moldava del Rotary Club, portando sempre con sé il piccolo Ilan. Alla morte prematura del padre nel 2005, il 18enne Ilan Šor è diventato titolare di tutti i suoi affari, e invece di proseguire con la discrezione tipica di Miron, ha subito cominciato a esibire le sue fortune, diventando il personaggio pubblico più glamour della Moldavia.

Sfrecciando nella sua rossa Ferrari da una parte all’altra del Paese, Ilan organizzava ovunque feste clamorose, con vortici di dollari di provenienza e destinazione assai dubbia. Nel locale notturno “Flamingo” della capitale, nel 2008 fece la conoscenza con il futuro primo ministro moldavo Vlad Filat, facendosi attrarre nelle avventure della politica. Il matrimonio con la stella russa Jasmine, celebrato nel palazzo del parlamento di Chişinău, lo fece diventare una vera celebrità in patria e in Russia, a soli 24 anni.

Mentre tra il 2009 e il 2019 il governo moldavo si avvicinava sempre più all’Europa, Šor e i suoi amici organizzarono uno dei più vertiginosi giri di corruzione nella storia del Paese, a partire dalla concessione per l’acquisto dell’aeroporto della capitale, fino a sottrarre oltre il 12% del Pil della Moldavia. I soldi portati all’estero sono stati compensati da un debito di Stato, che i cittadini moldavi dovranno pagare fino al 2041.

Alla fine di tutti gli intrallazzi, avendo raggiunto una posizione economica dominante, Šor decise di “scendere in campo” direttamente in politica, prima come leader del partito Ravnopravie (“Giustizia e Diritto”), poi trasformato in partito personale, con lo slogan fondamentale per cui “la Moldavia può esistere soltanto entro i confini della Russia”. Diventò sindaco della piccola città di Orkhej, da lui trasformata in “zona franca” per gli affari.

Condannato infine nel 2017, dopo diverse altre malversazioni, Šor è fuggito illegalmente due anni dopo, quando al potere erano arrivati gli europeisti di Sandu. Da allora opera da lontano per far cadere il governo attuale, e riportare la Moldavia nelle braccia dell’amico Putin.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Inaugurata la presidenza di Maja Sandu, speranza per i moldavi e gli ex sovietici
29/12/2020 10:24
Chisinau , la svolta: Maja Sandu vince le elezioni presidenziali
16/11/2020 08:17
Elezioni moldave in attesa del ballottaggio
06/11/2020 08:23
La Moldavia si prepara alla rivoluzione, come la Bielorussia
31/10/2020 08:00
Chişinău: gli europeisti ottengono la maggioranza al Parlamento
13/07/2021 08:49


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”