21/09/2005, 00.00
UZBEKISTAN
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In Asia centrale sono "buoni" i rapporti fra le religioni

di Lola Uralova

Lo ha dichiarato Jozef Wesolowski, nunzio apostolico per il Kazakistan e i Paesi dell'Asia Centrale, durante la sua visita in Uzbekistan. Cattolici e Stato al centro dei colloqui con le autorità.

Tashkent (AsiaNews) – "Vi sono tutte le condizioni necessarie per la pacifica vita dei cattolici e lo sviluppo della Chiesa Cattolica nell'Asia centrale. I diritti delle minoranze religiose sono protetti dalla Costituzione e non vi sono impedimenti alla professione della fede e alla costruzione delle chiese." Lo ha detto l'arcivescovo Josef Wesolowski durante la sua visita a Tashkent, capitale uzbeka, che si è svolta dal 13 al 15 settembre.

Il presule è Nunzio apostolico in Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan: al momento risiede nella capitale kazaka, Astana. Durante la visita a Tashkent si è incontrato, insieme a Jerzy Maculewicz (il primo vescovo dell'Uzbekistan), con il ministro degli Esteri e il Comitato per gli affari religiosi. Al centro dei colloqui le questioni collegate allo sviluppo della comunità cattolica nello Stato, nonché problemi sociali e politici.

L'arcivescovo ha ringraziato le autorità per l'invio di una delegazione al funerale di papa Giovanni Paolo II, per l'ordinazione del vescovo Maculewicz lo scorso maggio a Roma e per la cerimonia di insediamento dello stesso vescovo a Tashkent in giugno.

"Il fatto che i cattolici uzbeki abbiano un loro proprio vescovo – ha detto mons. Wesolowski - è un grande onore non solo per i cattolici ma per l'intero Paese. Dimostra la stabilità del Paese e l'assenza di qualsiasi ostacolo per la Chiesa Cattolica."

Il nunzio, a proposito delle difficoltà che la professione della fede incontra negli Stati dell'Asia centrale, ha detto che sono simili a quelle di altri Paesi. "Questo – ha sottolineato - avviene perché la situazione, in questi Paesi a maggioranza islamica, è in pratica la medesima." Ha ricordato l'importante ruolo svolto dalle comunità polacche, tedesche e lituane nella vita cattolica in Kazakistan, ma ha aggiunto che ormai le comunità crescono e si fondano sulla popolazione locale. Ha ricordato l'importanza di un accordo stipulato nel 1998 tra Vaticano e Kazakistan.

Il nunzio ha definito "buoni" i rapporti tra le diverse fedi dell'Asia centrale, che in Kazakistan sono favoriti da speciali incontri organizzati dal Dipartimento per gli affari religiosi, tenuti 2-3 volte l'anno con i rappresentanti delle diverse fedi.  Ha ricordato che sono l'occasione per affrontare ogni questione e concordare attività comuni, quali le celebrazioni per l'Anno nuovo organizzate da cattolici e musulmani insieme.

Il rappresentante della Santa Sede ha anche sottolineato che le attività caritatevoli svolte dalle organizzazioni cattoliche nell'Asia centrale hanno carattere sociale e non missionario. Ha ricordato la sua visita a una prigione della città kazaka di Petropavsovsk.

Ha poi ricordato l'opera delle suore di Madre Teresa a favore dei poveri. "Povero – ha detto -  non è solo chi ha poco denaro, ma anche chi ha inabilità fisiche e mentali, i carcerati, gli orfani e chiunque ha bisogno di speciali attenzioni."

Non vanno però dimenticate le gravi difficoltà incontrate in Uzbekistan dalle comunità cristiane protestanti, alle quali il governo non concede il riconoscimento: non possono fare missione e nemmeno riunirsi per pregare.

L'arcivescovo Jozef Wesolowski è nato nel 1948 a Noviy Targ, in Polonia.  Si è laureato in filosofia teologica all'università di Cracovia. Nel 1976, con l'autorizzazione dell'arcivescovo di Cracovia Karol Woytila, fu mandato a Roma alla Pontificia accademia diplomatica. Dopo il diploma, è stato segretario presso le ambasciate vaticane in Africa, Sud America, Giappone e Svizzera. E' stato consigliere presso l'ambasciata vaticana in India, Danimarca e Paesi Scandinavi. Nel 1999 è stato nominato nunzio apostolico in Bolivia e nel 2001 nunzio apostolico negli Stati dell'Asia Centrale (escluso il Turkmenistan).

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