03/04/2006, 00.00
IRAQ
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In Iraq e all'estero cristiani partecipano "con fervore" al digiuno per la pace

I due giorni di preghiera e digiuno promossi dal  patriarca caldeo Emmanuel III Delly trovano adesioni ovunque. Messe in tutta la diocesi di Amadiyah e di Erbil; preghiere a Mosul. La partecipazione dei caldei emigrati in Italia e in Svezia.

Roma (AsiaNews) – In Iraq e all'estero l'iniziativa del patriarca caldeo Emmanuel III Delly di due giorni (3 – 4 aprile) di digiuno e preghiera per la pace nel Paese sta avendo grande seguito.

Il vescovo caldeo di Amadiyah e di Erbil, mons. Rabban Al Qas, conferma ad AsiaNews che tutta la comunità cristiana ha aderito all'appello rilanciato ieri anche da Benedetto XVI. "Domani in tutte le chiese della mia diocesi – racconta il presule - le messe serali saranno dedicate alla pace". Il vescovo caldeo dichiara che anche nella diocesi di Mosul, "si svolgono incontri di preghiera e momenti di riflessione". 

Mons. Rabban al-Qas sottolinea che l'iniziativa "è rivolta a tutta la popolazione, non solo cristiani, ma anche musulmani e a tutti gli arabi; in Iraq e in tutto il mondo". "Quando lo scorso 26 febbraio ho celebrato una messa a Parigi - continua il presule - davanti a circa mille fedeli della nostra comunità emigrata in Francia, ho chiesto anche a loro di pregare per la sicurezza e la pace in questi due giorni".

Alcuni iracheni caldei emigrati in Italia, contattati da AsiaNews, parlano di una "massiccia e seria" adesione alla preghiera e al digiuno. "Partecipiamo con fervore – dice una giovane irachena, che vive a Roma – insieme ai nostri sacerdoti che studiano qui". Per gli iracheni a Roma non ci saranno incontri comuni, "ma è prevista almeno un'ora di preghiera al giorno in ogni famiglia".

Un'altra fonte di AsiaNews spiega che nella "tragica situazione dell'Iraq, un'iniziativa così forte da parte del patriarca è stata accolta con grande gioia". "È la prima volta – ricorda – che la Chiesa caldea si mobilita per un'azione così decisa e di respiro internazionale". "Le condizioni di vita nel Paese sono degradate a un livello bassissimo – aggiunge – c'è bisogno di rimanere uniti". "Troviamo consolazione e forza – conclude un giovane – anche dalla solidarietà espressaci dagli amici musulmani".

AsiaNews ha avuto notizia che anche la comunità caldea in Svezia sta digiunando e pregando per l'Iraq. "L'appello del patriarca è stato lanciato su diversi siti internet in arabo, gestiti dall'emigrazione irachena dai Paesi scandinavi, e che tengono aggiornati sulla vita e le attività della Chiesa".

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