27/06/2006, 00.00
INDIA
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India: fondamentalisti indù "riconvertono" oltre 600 tribali cristiani

di Nirmala Carvalho

La cerimonia è stata una delle più grandi mai svoltesi in Orissa. Ma la Chiesa avverte che non si tratta di riconversioni: i tribali non sono mai stati indù, "è solo propaganda dei partiti estremisti". Attivisti cattolici invitano il governo centrale a monitorare gli Stati dell'Unione guidati dal Bjp.

New Delhi (AsiaNews) – Si è svolta lo scorso 23 giugno una delle più grandi cerimonie di riconversione all'induismo mai celebrate in Orissa, India dell'est. Ma esponenti della Chiesa cattolica avvertono che è solo propaganda dei fondamentalisti, portata avanti con la connivenza del governo locale.

Con la funzione di venerdì scorso il Vishwa Hindu Parishad [Vhp, formazione paramilitare giovanile di nazionalisti indù, ndr] ha "riportato" all'induismo circa 600 cristiani tribali del distretto di Mayurbhanj. In tutto si tratta di 92 famiglie. La cerimonia si è tenuta presso il campus del Pandit Raghunath Murmu Memorial College a Sarat. Secondo il coordinatore centrale del Vhp, su 602 cristiani tribali, 166 erano donne.

Presenti alla funzione alcuni dei maggiori esponenti del Bharatiya Janata Party (Bjp), il partito politico di impronta nazional-fondamentalista, al poter in questo Stato. Ingenti le misure di sicurezza disposte dalle autorità locali per evitare incidenti.

Fonti interne al Vhp raccontano di centinaia di uomini, donne e bambini in fila per ricevere il darshan (la vista, una sorta di benedizione).

In un'intervista ad AsiaNews mons. Lucas Kerketta, segretario del Consiglio regionale dei vescovi dell'Orissa, avverte che si tratta solo di una campagna di propaganda orchestrata dai giovani fondamentalisti della Saffron Brigade (Brigata zafferano, dal colore della bandiera dell'induismo nazionalista). "In Orissa  – denuncia il vescovo – la legge anti-conversione vale solo per le conversioni al cristianesimo, ma quando si tratta di passare all'induismo la polizia viene alle cerimonie e si fa spettatrice silente diventando complice dell'estremismo indù".

"Di recente – continua il presule – ad una delle loro cerimonie nelle remote zone rurali dell'Orissa, sono stati gridati insulti contro i missionari cristiani davanti alla polizia, che non ha mosso un dito".

"Il tragico – spiega mons. Kerketta – è che i tribali non sono neppure indù. Essi sono solo estremamente poveri e la loro sussistenza dipende completamente dalla comunità di maggioranza, per questo sono facile oggetto di pressioni e intimidazioni, da parte di chi vuole costringerli a partecipare a queste riconversione".

Duro anche il commento di John Dayal, presidente dell'All India Catholic Union. "Prima di tutto dobbiamo parlare di 'conversione' e non 'riconversione' all'induismo - specifica - in secondo luogo, anche se sono contrario, bisognerebbe applicare la legge anticonversione anche in questi casi e non solo ai sacerdoti cristiani. É evidente che queste leggi regionali del Bjp rappresentano una minaccia non solo per le tradizioni secolari dell'India, ma anche per la struttura federale dello Stato". E conclude con un appello: "Invito il governo centrale a prendere misure contro il modo del Bjp di amministrare Stati come Orissa, Rajasthan e Chattisgarh, pena la frattura della democrazia nazionale".

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