12/10/2006, 00.00
INDIA
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India: slittano di nuove le udienze per il riconoscimento dei pieni diritti dei dalit

di Nirmala Carvalho

La Corte Suprema aggiorna il caso ad aprile 2007. "Frustrazione" tra i leader cristiani in trincea nella campagna per ottenere gli stessi diritti per i fuori casta di tutte le religioni.

Mumbai (AsiaNews) – La Corte Suprema dell'India ha deciso ieri il rinvio ad aprile 2007 delle udenze relative alla Denuncia di interesse pubblico (Public Interest Litigation, PIL), che chiede l'estensione dei pieni diritti civili e protezione legale a tutti i dalit [fuori casta], senza distinzione di religione. Esponenti della comunità cristiana, impegnata in prima linea nella campagna per i dalit, criticano duramente la decisione e definiscono i continui rinvii "frustranti".

Già nell'agosto 2005 la Corte Suprema aveva rinviato di due mesi dopo le udienze, perché il procuratore generale aveva bisogno di più tempo per studiare la questione. Lo stesso procuratore allora aveva ordinato la creazione di una commissione apposita per esaminare le condizioni di questa fascia di popolazione. Proprio la commissione è quella che ha chiesto il posticipo della scadenza, prevista a fine ottobre, per presentare il suo rapporto, costringendo i giudici a rinviare l'udenza.

John Dayal, presidente dell'All India Catholic Union e segretario generale dell'All India Christian Council ha scritto a Sonia Gandhi, presidente della United Progressive Alliance, al governo e al premier Manmohan Singh chiedendo loro di invitare la Commissione a presentare con urgenza i risultati delle sue ricerche.

Un decreto presidenziale del 1950 istituisce quote riservate nell'istruzione e nella pubblica amministrazione per i dalit indù, sikh e buddisti. Tali prerogative non sono previste per i fuori casta cristiani e musulmani – che non praticano il sistema delle caste - e vengono tolte a coloro i quali abbracciano il cristianesimo o l'islam.

Secondo mons. Peter Remigius, presidente della Caritas India, questi ritardi e continui rinvii dei giudici sono "frustranti e umilianti". "Le nostre richieste sono giustificate, questi posticipi sulle udienze finiscono solo per emarginare ancora di più i dalit cristiani all'interno della società e della loro stessa classe" ha aggiunto.

 

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