12/12/2022, 11.43
CINA
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Infezioni in crescita dopo stop alla politica ‘zero-Covid’ di Xi Jinping

di John Ai

Accantonati lockdown e test di massa con i tamponi dopo una serie di proteste scoppiate a fine novembre. Le autorità cedono al malcontento della società e alle pressioni economiche. Ospedali saturi: sotto pressione il sistema sanitario. La gente corre a comprare medicine e mascherine nelle farmacie.

Roma (AsiaNews) – Le autorità cinesi hanno abbandonato la politica "zero Covid" di Xi Jinping dopo le massicce proteste delle scorse settimane in diverse grandi città della Cina. Il governo ha messo fine ai test di massa con i tamponi e ai ripetuti lockdown. Anche i media ufficiali hanno cambiato atteggiamento, affermando che la variante Omicron del coronavirus è simile all'influenza. L'aumento delle infezioni e la mancanza di medicinali sono diventati una nuova sfida per la leadership comunista.

Fino al cambio di direzione le autorità rivendicavano l'efficacia delle quarantene. Giornali e tv di Stato criticavano l'opzione della "coesistenza" con il Covid-19, enfatizzando i rischi del virus. Il rigido isolamento ha avuto un forte impatto sull'economia e sull'occupazione. Il malcontento è cresciuto perché le persone in lockdown perdevano soldi e non avevano cibo e beni di prima necessità.

Durante le proteste i manifestanti hanno esortato le autorità a interrompere la politica di azzeramento del Covid, ma hanno chiesto anche diritti politici come libertà e democrazia: la più grande sfida al regime dopo la repressione del movimento democratico di Tiananmen nel 1989. Giovani e studenti hanno agitato fogli di carta bianca in segno di protesta, facendone il simbolo del movimento.

In alcune città come Wuhan (Hubei) e Guangzhou (Guangdong), i manifestanti hanno abbattuto le recinzioni per la quarantena e si sono scontrati con la polizia antisommossa. Le autorità hanno ritirato diverse restrizioni, ma le Forze dell’ordine sono ancora alla ricerca dei dimostranti, e alcuni giovani risultano dispersi. Le proteste di massa si sono fermate nel Paese, mentre quelle degli studenti cinesi all'estero continuano.

Al momento il governo non menziona più la politica zero-Covid: afferma però che le misure sanitarie saranno costantemente "ottimizzate". Ristoranti i centri commerciali hanno riaperto e le persone sono tornate a lavorare normalmente. Ai pazienti con sintomi lievi è suggerito di rimanere a casa invece di costringerli alla quarantena in strutture pubbliche designate.

I cinesi corrono ad acquistare farmaci per l'influenza e il prezzo di alcuni medicinali è salito alle stelle. Secondo i media, le persone aspettano fuori dalle farmacie per acquistare medicine per la tosse e la febbre, oltre alle mascherine. Le autorità hanno annullato i tamponi per gli autisti dei mezzi pesanti. Nei periodi di lockdown la polizia aveva istituito posti di blocco per testarli, causando il caos nella logistica.

Secondo statistiche diffuse dal governo cinese, le nuove infezioni sono diminuite la scorsa settimana, ma gli analisti sostengono che il numero reale sarà molto più alto dei conteggi ufficiali, dato che le autorità hanno cancellato i test di massa. Il Beijing Daily ha rivelato che le chiamate alle ambulanze hanno superato la capacità massima delle hotline. Il Centro medico di emergenza di Pechino ha suggerito alle persone con sintomi lievi di non chiamare e di lasciare spazio ai pazienti più gravi.

L'aumento delle infezioni impone una maggiore pressione sul sistema medico. Video online mostrano persone che attendono in lunghe file fuori dagli ospedali; si dice che anche le infezioni tra i medici e gli operatori sanitari siano in crescita, compromettendo la capacità del sistema sanitario.

Di fronte alle proteste e alle pressioni economiche, le autorità cinesi hanno adottato un approccio più pragmatico per affrontare il Covid. Il basso tasso di vaccinazione degli anziani e la mancanza di unità di terapia intensiva possono rappresentare dei rischi potenziali.

Negli ultimi tre anni, i massicci test con tampone e le strutture governative di quarantena hanno comportato un onere per le finanze dei governi locali. Secondo fonti di stampa, le società di analisi che conducono i test con tamponi devono ricevere ancora molti pagamenti dal governo. Di recente, alcuni video online mostrano che il personale addetto ai tamponi e le guardie di sicurezza per la quarantena hanno protestato per gli stipendi arretrati.

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