18/03/2004, 00.00
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Iniezioni di droga per far abiurare i cristiani Hmong

Washington (AsiaNews) – Il governo vietnamita tenta di costringere i cristiani dell'etnia Hmong ad abiurare alla fede, torturandoli con iniezioni di droga. A denunciarlo è il Center for Religious Freedom (Centro per la Libertà Religiosa), una sezione del gruppo americano per i diritti umani Freedom House. Zong Xiong Hang, un protestante della minoranza etnica, ha indirizzato al gruppo una lettera datata il 30 gennaio, in cui lo informa delle torture perpetrate contro i cristiani Hmong del villaggio di Na Ling (distretto di Song Ma, provincia di Lai Chau).

Nella lettera, affermando di scoppiare in pianto ogni volta che parla della persecuzione, egli racconta: "Sono diventato cristiano circa 10 anni fa. Servo il Signore da 9 anni, finora, sempre nella persecuzione. Tutti i credenti del nostro villaggio nella provincia di Lai Chau hanno affrontato la persecuzione". Zong Xiong Hang sostiene di essere stato preso di mira dalle autorità perché si occupava della formazione dei pastori e della distribuzione di letteratura cristiana. Nella lettera, racconta le brutali torture cui lui stesso è stato sottoposto: "il 17 gennaio, l'esercito mi ha fatto un'iniezione, che mi ha quasi ucciso. Essi sono venuti per costringerci a non credere in Gesù. Ci siamo ammalati, di una malattia diversa da tutte quelle avute in passato. Tutti quelli che si sono ammalati avevano dolore al petto e alla fronte. Avevamo gambe e braccia fredde e intorpidite, era come se il sangue non scorresse. Il dolore è arrivato rapidamente e poi è passato. Ma la cosa più importante è che questo è accaduto nella nostra zona della provincia di Lai Chau, non nelle altre zone. Gli altri villaggi dove non ci sono cristiani non hanno contratto questo tipo di malattia".

Secondo Zong Xiong Hang, i cristiani che non hanno rinunciato alla fede, sono stati espulsi da Na Ling. "Il governo ci ha costretti ad abbandonare il nostro villaggio, se non rinnegavamo Cristo…Ci hanno detto di andare dove volevamo, che potevamo andare in America o dove ci sono credenti, che dovevamo andare a stare con loro, perché non eravamo più i benvenuti nel nostro villaggio". Per questo, Zong Xiong Hang si è trasferito nella provincia di Son La. Ma sono iniziate nuove persecuzioni, quando le autorità di Lai Chau hanno ordinato a quelle di Son La di costringere i cristiani a praticare di nuovo il culto degli antenati, pena il ritorno nella provincia di Lai Chau. "Alcuni credenti che tornano [nella provincia di Lai Chau] potrebbero dover rinunciare alla fede, alcuni saranno arrestati. Non vogliamo tornare indietro. Se dobbiamo andare da un'altra parte, non abbiamo abbastanza soldi per il viaggio, perché siamo molto poveri. Non sappiamo cosa fare".

Secondo Zong Xiong Hang, il governo riconosce come cristiani solo i Hmong che si sono convertiti prima del 1954, alla fine dell'occupazione francese. Gli abitanti del villaggio di Na Ling si sono convertiti dopo il 1954. "Abbiamo scritto molte lettere, chiedendo il permesso di credere, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta positiva".

In Vietnam, i cristiani sono più di 6 milioni e mezzo, l'8,3% della popolazione. Sono forti le restrizioni alla libertà religiosa, soprattutto contro i cristiani delle minoranze etniche.

Dei 600 mila Hmong, che vivono nel Nord del paese al confine con la Cina, circa 250 mila sono protestanti. La repressione contro di loro si fa sempre più brutale. Secondo Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), nel 2002, molti cristiani Hmong delle province di Lai Chau e Lao Cai sono stati picchiati, detenuti e intimati a rinunciare alla fede e a non partecipare agli incontri cristiani. Nel rapporto 2003, Human Rights Watch ha riportato il caso di Mua Bua Senth, della provincia di Lai Chau, picchiato a morte dai poliziotti per non aver abiurato alla fede. Una commissione dell'organizzazione americana International Christian Concern ha rivelato che i pastori Hmong vengono rapiti nelle loro case durante la notte, messi in prigione e costretti ai lavori forzati, senza contatti con i familiari e senza cibo se non lavorano.

Le autorità di alcune province avevano dichiarato di voler eliminare le attività cristiane entro il 2002, affermando che avrebbero mandato nella giungla i cristiani che fossero scampati alla persecuzione. (MR)

 

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