07/05/2025, 14.48
VATICANO
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Inizia il Conclave. Card. Re: 'Comunione e unità i compiti del Papa'

di Daniele Frison

Stamattina sulla tomba di Pietro la Messa pro eligendo Pontifice, primo atto del Conclave che eleggerà il nuovo pontefice. Il cardinale decano nell'omelia: "Sia eletto il Papa di cui la Chiesa e l’umanità hanno bisogno" in questo momento "difficile, complesso e tormentato". Nel pomeriggio la processione dalla Cappella Paolina alla Sistina, con la pronuncia dell'"extra omnes". Il card. Pietro Parolin presiederà l'assemblea elettiva. Intorno alle 19 di oggi la prima fumata. 

Città del Vaticano (AsiaNews) - I cardinali hanno mosso stamane sul pavimento della Basilica Vaticana i primi passi del Conclave che porterà all’elezione del 267esimo papa. Comincia con il movimento la Messa pro eligendo Pontifice delle 10, primo atto dell’assemblea elettiva più affascinante del mondo. Su due file parallele scorrono i porporati dondolanti lungo la navata centrale: indossano la casula rossa, la mitra appuntita sulla testa. Fino a disporsi attorno al baldacchino del Bernini: un abbraccio al luogo dove riposano le spoglie di San Pietro. Là dove la salma di papa Francesco ha atteso prima delle esequie ormai oltre dieci giorni fa; dove oltre 250mila fedeli gli hanno reso omaggio.

Ma ora è il momento di guardare al futuro, designando l’erede del papa venuto “dalla fine del mondo”, successore del discepolo scelto da Gesù per "pascere il suo gregge". Chiudono la processione il card. Pietro Parolin - il più anziano per nomina tra i cardinali elettori dell'ordine dei vescovi, che presiederà il Conclave - e il celebrante card. Giovanni Battista Re, 91 anni, decano del collegio cardinalizio. A Re è affidata l’omelia in quest’ultimo atto pubblico prima dell’“extra omnes” che oggi pomeriggio precede l’isolamento dei 133 cardinali elettori (24 da Asia e Medio Oriente) nella Cappella Sistina. “Percepiamo unito a noi l’intero popolo di Dio col suo senso di fede, di amore al Papa e di fiduciosa attesa”, afferma. “Siamo qui per invocare l’aiuto dello Spirito Santo, per implorare la sua luce e la sua forza perché sia eletto il Papa di cui la Chiesa e l’umanità hanno bisogno in questo tornante della storia tanto difficile, complesso e tormentato”.

L’invocazione dello Spirito Santo e la preghiera è l’atteggiamento “giusto e doveroso” da tenere in questo momento di attesa. Votando il prossimo pontefice ai cardinali è infatti richiesto - ricorda Re - “un atto di massima responsabilità umana ed ecclesiale e ad una scelta di eccezionale importanza”. In esso è necessario “lasciar cadere ogni considerazione personale, e avere nella mente e nel cuore solo il Dio di Gesù Cristo e il bene della Chiesa e dell’umanità”. Il cardinale decano - in riferimento al brano del Vangelo secondo Giovanni - rammenta le parole che Gesù consegna ai discepoli nel Cenacolo: “Che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato”. E quindi la centralità dell’amore, che è comandamento “nuovo” e che “non conosce limiti e deve caratterizzare i pensieri e l’azione di tutti i […] discepoli”. “La sola forza capace di cambiare il mondo”, aggiunge nell’omelia. Cristo ce ne ha lasciato un esempio tramite un “gesto sorprendente”, lavando i piedi ai discepoli, “senza discriminazioni, non escludendo Giuda che lo avrebbe tradito”, continua Re.

Il celebrante ricorda quindi alcuni dei “compiti di ogni successore di Pietro”, di cui si è ampiamente discusso - unitamente a temi quali la lotta agli abusi, la trasparenza economica, la sinodalità, l’impegno per la pace - durante le dodici Congregazioni generali dei cardinali (elettori e non) che si sono tenute dai funerali di Francesco a oggi. Anzitutto, quello di “far crescere la comunione”. “Non una comunione autoreferenziale, ma tutta tesa alla comunione fra le persone, i popoli e le culture”, afferma il decano. Poi, quello di “mantenere l’unità”. “Voluta da Cristo; un’unità che non significa uniformità, ma salda e profonda comunione nelle diversità, purché si rimanga nella piena fedeltà al Vangelo”, dice. Rimarcata anche la continuità con l’apostolo Pietro, pietra d’angolo designata da Gesù: ogni papa “è la roccia su cui è edificata la Chiesa. E l’elezione del nuovo Papa non è un semplice avvicendarsi di persone, [...] è sempre l’Apostolo Pietro che ritorna”, aggiunge l’anziano cardinale.

Le orazioni e le speranze di questi istanti sono per un nuovo pontefice “che meglio sappia risvegliare le coscienze di tutti e risvegliare le energie morali e spirituali nella società odierna, caratterizzata sì da grande progresso tecnologico, ma che tende a dimenticare Dio”, continua. Il decano Re quindi parla di ciò che attende i cardinali elettori nelle prossime ore, ovvero il voto nella Cappella Sistina, dove “tutto concorre ad alimentare la consapevolezza della presenza di Dio - afferma, citando la costituzione apostolica Universi dominici gregis di papa Giovanni Paolo II - al cui cospetto ciascuno dovrà presentarsi un giorno per essere giudicato”. La celebrazione si conclude con la recita del Regina Caeli, dopo la benedizione impartita dal celebrante. Due guardie svizzere precedono la processione che scorre a ritroso. Ancora casule rosse porpora che dondolano, qualche saluto dei cardinali ai fedeli presenti. Gli ultimi passi innanzi al mondo.

Alle 15 in Vaticano gli impianti di trasmissione per i cellulari vengono disattivati. Ai porporati - che prestano giuramento di segretezza - sono ritirati telefoni, pc e tablet. Fino all’elezione è vietato ogni contatto con l’esterno. Alle 16:15 i cardinali muovono altri passi dalla Cappella Paolina - nel Palazzo Apostolico Vaticano - in processione verso la Sistina, invocando lo Spirito Santo: “Veni, creator Spiritus”. Alle 16:30 scatta l’“extra omnes”, pronunciato dal maestro delle liturgie pontificie, arcivescovo Diego Ravelli. Il cardinale cappuccino Raniero Cantalamessa, già predicatore della Casa Pontificia, recita una meditazione. Sotto i capolavori di Michelangelo incomincia quindi il Conclave. Oltre i chiacchiericci e i pronostici, è lì, in quel luogo isolato dal mondo, che si svolge ancora una volta la storia della Chiesa cattolica. Il quorum per eleggere il nuovo pontefice è fissato a 89 cardinali, due terzi più uno dei 133 elettori.

Intorno alle 19 di oggi - se si decide di votare - c’è il primo scrutinio, l’unico della giornata. Dopo il voto i cardinali recitano i Vespri. Fuori, occhi fissi sul comignolo della Sistina per la prima fumata, che avverrà “non prima delle 19”, come annunciato dalla Sala Stampa della Santa Sede. Con il proseguimento del Conclave, domani l’appuntamento è per le Lodi alle 9. Seguono due votazioni la mattina (10:30 e 12), e due il pomeriggio (17:30 e 19), se non si raggiunge il quorum. Dopo 34 scrutini senza maggioranza dei due terzi, c’è il ballottaggio tra i due cardinali più votati. Dopo tre giorni senza esito, gli scrutini verrebbero sospesi per un giorno, con una pausa di preghiera. Da domani le schede vengono bruciate ogni due scrutini senza esito: le fumate sono previste intorno alle 12 e alle 19. Altrimenti, dopo il primo da cui emerge la maggioranza. Ai passi pubblici mossi questa mattina, segue adesso l’immobilità secolare del tetto della Sistina, l'attesa. Poi, sarà ancora movimento, quando si leverà il fumo: nero, per la mancata elezione, e bianco, per il “gaudium magnum”, accompagnato da una festa di campane in Vaticano.

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