23/03/2004, 00.00
MALAYSIA
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Inizia l'era nuova di Abdullah

Kuala Lumpur (AsiaNews) - Abdullah Ahmad Badawi aveva chiesto ai malaysiani unità e fiducia; di essere il vento che sosteneva le sue ali dispiegate verso una società meno corrotta ed economicamente più rassicurante. Sperava in un forte mandato che gli permettesse di realizzare importanti riforme economiche e sociali e dimostrare al mondo che l'Islam in Malaysia è una religione progressista, in pace con le altre. Aveva chiesto di aiutarlo a costruire un modello di stato democratico emulabile da altre nazioni islamiche. Ha ottenuto molto di più delle più rosee previsioni.

I malaysiani hanno creduto nel suo modo tranquillo, ma fermo, di governare, gli hanno aperto il cuore e tributato un autentico trionfo. Mostrandogli grande fiducia, hanno permesso al suo partito, il Barisan National, di aggiudicarsi 198 dei 219 seggi parlamentari e all'UMNO, la coalizione di 14 partiti che ad Abdullah fa riferimento, di vincere 12 dei 13 stati governativi.

Il trionfo di "Pak Lah" Abdullah è fautore di grossi benefici, interni ed esteri.

Innanzitutto, il forte mandato ricevuto significa la possibilità di realizzare ora quelle riforme economiche che prima era stato difficile mettere in atto, a causa anche dei poco chiari, se non corrotti, rapporti tra grandi magnati locali ed esponenti governativi.

Gli elettori hanno giudicato quindi sincero il suo impegno contro la corruzione, dimostrato anche nei mesi scorsi con l'arresto, sotto l'accusa di corruzione, di un ministro e di un potente industriale, e con la messa in mora di alcuni grandiosi progetti infrastrutturali per la capitale, dai contorni poco chiari, che avrebbero costretto il governo ad un forte esborso di fondi.

Abdullah ha pure mostrato maggiore attenzione verso gli agricoltori, reinvestendo i fondi di quei progetti per migliorare invece il sistema sanitario nelle campagne ed assicurare nuove infrastrutture per quelle aree: proprio nella fascia verde, gli integralisti islamici del PAS hanno subito le sconfitte più schiaccianti. Non solo non hanno conquistato, nonostante la loro ostentata sicurezza, i due più forti stati di quell'area, Kedah e Perlis, ma hanno anche perso lo stato di Terengganu, vinto nelle elezioni del '99, in un modo che la dice lunga sul rifiuto dell'integralismo che pervade ora la Malaysia.

Sono bastati pochi anni di governo del PAS, per spingere gli elettori a consegnare ora ben 28 dei 32 seggi governativi nelle mani dei moderati di Abdullah. Gli integralisti hanno conservato la maggioranza nel solo stato di Kelantan, ma per due voti appena; nelle elezioni del '90 se lo aggiudicarono con una schiacciante maggioranza.

Proprio questa nuova chiarezza verso quale linea religiosa si stia definitivamente indirizzando la Malaysia dovrebbe attrarre quanto prima nuovi investimenti e fondi dall'estero, e quindi permettere ad Abdullah di realizzare più facilmente le riforme promesse e all'economia di mantenere quella crescita del Pil già dimostrata nel 2003 (+ 5,2%).

La conferma viene dagli stessi analisti. Per l'agenzia di rating Standard & Poor's, "una svolta verso una maggiore trasparenza nelle modalità delle scelte governative e una più efficace dislocazione delle risorse renderanno più forte l'economia e di riflesso miglioreranno il credito della Malaysia agli occhi degli investitori internazionali".

Infine, la vittoria di un Islam moderato e progressista non dovrebbe riflettersi solo in una maggiore stabilità economica nazionale, ma dovrebbe contribuire a migliorare le relazioni tra Singapore e Malaysia e influenzare anche gli oppositori dell'estremismo islamico in Indonesia e nelle Filippine.

Una nuova era è cominciata in Malaysia, sta ora ad Abdullah Ahmad Badawi realizzare il futuro di pace e prosperità promesso e diventare leader illuminato del sudest asiatico.

 

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