04/03/2022, 10.06
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Invasione Ucraina: Delhi passa dal 'non allineamento' alla 'neutralità proattiva'

di Alessandra De Poli

È l'opinione del docente di relazioni internazionali Swaran Singh. L'India non si vuole schierare con gli Stati Uniti e l'Occidente, ma nemmeno con la Russia. Nell'ultima settimana però ha dovuto ricalibrarsi. Il rischio è che quello dell'Ucraina si trasformi nell'ennesimo conflitto congelato intorno ai confini russi.

New Delhi (AsiaNews) - Nell’ultima settimana l’India è stata costretta a un riposizionamento, un cambio di strategia nei confronti della Federazione russa, passando da una storica politica di non allineamento e una “neutralità proattiva”. È l’opinione di Swaran Singh, docente di relazioni internazionali alla Jawaharlal Nehru University di New Delhi e presidente dell’Associazione degli accademici dell’Asia. 

All’aggressione russa del 24 febbraio sono seguite le prese di posizione di diverse nazioni: la Siria di Bashar al-Assad e la giunta militare del Myanmar hanno fin da subito dichiarato il loro appoggio al presidente russo Vladimir Putin, mentre la Nato e l’Unione europea hanno ritrovato una compattezza che si pensava avessero perso, formando un blocco unico contro Mosca.

“Il contesto è quello di una guerra convenzionale formata da due blocchi con relative alleanze”, spiega ad AsiaNews il professor Singh.

Il 25 febbraio, insieme a Cina ed Emirati Arabi Uniti, l’India si era astenuta dal votare una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva a Mosca di “ritirare immediatamente e incondizionatamente le proprie forze militari dal territorio dell’Ucraina”. Essendo la Russia uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza, ha posto il veto alla risoluzione. A quel punto la palla è passata all’Assemblea generale. Oltre 140 Paesi hanno votato una risoluzione (non vincolante) che condanna “con la massima fermezza l'aggressione della Federazione Russa contro l'Ucraina” e chiede ancora una volta che la Russia "ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente tutte le sue forze militari". Solo Bielorussia, Corea del Nord, Eritrea e Siria hanno votato con Mosca. Ma molti Paesi africani che hanno ricevuto il sostegno economico e militare di Mosca negli ultimi anni si sono astenuti, insieme a parte dell’Asia. Le astensioni più importanti sono quelle di Cina e India.

“Storicamente l’India ha sempre mantenuto una politica di non allineamento, ma ora è passata a una politica che io chiamo di neutralità proattiva”, dice Singh. “Siamo in un contesto che ricorda quello della guerra fredda. Da una parte abbiamo la Nato che cerca di espandersi verso la Russia, dall’altra Mosca vuole creare degli Stati cuscinetto perché si sente minacciata. L’India ha sempre evitato di schierarsi con dei blocchi militari e vuole continuare a essere neutrale, per questo si è astenuta dalla votazione in Consiglio di sicurezza e in Assemblea generale”. Ma Delhi è stata costretta a fare degli aggiustamenti a questa strategia di bilanciamento.

Migliaia di studenti indiani sono ancora bloccati in Ucraina, rendendo necessaria la cooperazione tra Delhi, Kyiv e i Paesi confinanti dell’Europa dell’Est per permetterne l’evacuazione (nei giorni scorsi è stato identificato lo studente ucciso dai bombardamenti a Kharkiv, si chiamava Naveen e aveva 21 anni). “La Russia ieri ha dichiarato che gli studenti indiani sono tenuti in ostaggio dall’Ucraina, cosa che Delhi ha smentito. Questo sicuramente non piacerà a Mosca”, commenta Singh. “Da ieri l’India ha cominciato a inviare aiuti umanitari alla popolazione ucraina, ponendo l’attenzione sulle vittime del conflitto e chiedendo una risoluzione pacifica. In più l’opinione pubblica internazionale è diventata sempre più antirussa. Quasi tutte le nazioni del mondo ora condannano l’aggressione militare di Putin”, continua l’esperto. “Questi elementi hanno portato l’India prima a esprimere preoccupazione, poi dispiacere e infine disappunto nei confronti di Putin”.

Ma soprattutto l’India in più occasioni ha ribadito la necessità che tutti gli Stati e le parti in causa rispettino “la sovranità e l’integrità territoriale” delle nazioni. Lo si legge per esempio nelle dichiarazioni del ministero degli Esteri, con cui Delhi ha ringraziato i primi ministri di Slovacchia e Romania per l’aiuto offerto agli sfollati indiani.

“A Mosca la cosa non piacerà, perché sembra significare che la Russia ha intaccato l’integrità territoriale dell’Ucraina. Non lo dice direttamente, ma lo si legge tra le righe”, spiega Singh. “Quindi l’India non si schiera apertamente con gli Stati Uniti e l’Occidente, ma non si schiera nemmeno con la Russia”. 

Il discorso sulla sovranità e l’integrità territoriale è anche rivolto alla Cina, “sempre più amica della Russia”, evidenzia il docente. “Il ministro cinese degli Esteri Wang Yi ha detto la stessa cosa, facendo intendere di aver capito che il messaggio di Delhi era rivolto anche a Pechino” Ma c’è una differenza sostanziale nelle due risposte, perché mentre la Cina sta dalla parte della Russia e appoggia la non interferenza negli affari interni degli altri Stati, l’India vuole assicurare i propri confini dalla minaccia cinese.

Nonostante questa neutralità proattiva, sembra però che le altre nazioni stiano cercando di trascinare Delhi all’interno del proprio blocco. Ieri si è tenuto un vertice straordinario del Quadrilateral Security Dialogue, (Quad), di cui fanno parte, oltre all’India, Stati Uniti, Giappone e Australia, tre Paesi che hanno fermamente condannato la Russia. “Ma a differenza degli altri, l’India non ha ancora parlato di ‘aggressione’ e non sta pensando di imporre sanzioni a Mosca”, prosegue ancora il professore.

Il legame tra India e Russia continua a essere stretto in termini di fornitura di energia e di armi: “L’India è il più grande compratore di armi dalla Russia e la Russia è il principale fornitore di armi dell’India”, sottlinea Singh, anche se negli ultimi anni Delhi ha cercato di differenziare l’approvvigionamento bellico, stipulando accordi anche con Francia, Israele Stati Uniti e riducendo di un 30% la propria dipendenza da Mosca. Secondo Singh, Mosca “non smetterà però di fornire tecnologia di difesa all’India per punirla, perché sono armi che non danneggiano la Russia, al contrario, aumentano le entrate. Tuttavia potrebbero esserci dei ritardi nelle consegne”.

Secondo il Pentagono, la guerra potrebbe durare dai 10 ai 20 anni. “Kyiv potrebbe diventare come Berlino nel 1961. La Russia vuole creare un cuscinetto e cercherà di controllare i territori a Est del fiume Dnepr (che passa per la capitale). Il peggior scenario è una divisione dell’Ucraina in due blocchi, uno pro-Nato a Ovest e uno pro-Russia a Est”, conclude il professor Singh. “Le forze armate russe hanno la capacità di restare a lungo nel territorio”. Un conflitto congelato quindi, uno dei tanti che già circondano la Russia: “Putin ha già fatto la stessa cosa in Transnistria, Abkhazia, Crimea e Ossezia del sud. Ma questi erano territori piccoli. Se questa guerra dovesse finire in un conflitto prolungato l’Ucraina sarebbe il territorio più grande che Putin cerca di controllare”.

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