17/12/2022, 11.02
LIBANO-BRASILE
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Isabel Cristina Mrad Campos, la prima beata della diaspora libanese

di Fady Noun

La “Maria Goretti del Brasile” - uccisa nel 1982 e beatificata la scorsa settimana nella chiesa di Nostra Signora della Misericordia, a Barbacena - era figlia di una donna libanese. Nel Minas Gerais una comunità maronita cerca di mantenere vivo il legame con la Chiesa d’origine.

Beirut (AsiaNews) – La nuova beata brasiliana citata domenica scorsa da papa Francesco durante l’Angelus, ha origini libanesi attraverso la madre. Isabel Cristina Mrad Campos (1962-1982), uccisa all'età di 20 anni mentre cercava di sfuggire a un tentativo di stupro, è stata proclamata beata sabato 10 dicembre nella chiesa di Nostra Signora della Misericordia a Barbacena. La beatificazione è stata presieduta dal cardinale Raymond Damasceno Assis, arcivescovo emerito di Aparecida, alla presenza di una grande folla. Nel mese di ottobre papa Francesco aveva riconosciuto il suo “martirio in odio alla fede” in ottobre, concludendo un processo di beatificazione iniziato nel 2001 e ritardato dalla pandemia.

Al termine della preghiera dell'Angelus, davanti alla folla in Piazza San Pietro, domenica il papa ha parlato della nuova beata, offrendola come "esempio di eroismo", in particolare ai giovani, invitandoli "a dare una generosa testimonianza di fede e di adesione al Vangelo", seguendo il suo esempio. 

Di origini libanesi attraverso la madre Héléna Mrad, la giovane beata era nata a Barbacena (nello Stato di Minas Gerais in Brasile) il 29 luglio 1962. L'origine libanese di Isabel Cristina e l'appartenenza della madre alla comunità maronita sono state confermate dal vicario episcopale maronita Michel Bitar, parroco della chiesa di Nostra Signora del Libano a Belo Horizonte, capitale del Minas Gerais. Contattato telefonicamente, si è rallegrato dell'esistenza della “prima beata della diaspora libanese”, assicurando che i Mrad sono numerosi in Barbacena.

Michel Bitar è in Brasile da 30 anni e attualmente sta cercando di mettersi in contatto con il fratello di Isabel Cristina in un territorio pastorale vasto e privo di strutture parrocchiali. La madre del beato è infatti morta e il presule non sa da quale parte del Libano provenisse, anche spera di scoprirlo presto. A Belo Horizonte celebrare la liturgia eucaristica in portoghese, per una generazione di giovani che non hanno altro contatto con la loro Chiesa d'origine se non quello che lui fornisce. Alcune risposte e canti liturgici, tuttavia, continuano a essere cantati in arabo e siriaco.   

Nata in una famiglia religiosa, Isabel Cristina era una ragazza come tante che divideva il suo tempo tra famiglia, studi e uscite con gli amici, secondo la sua breve biografia. Ma ha anche condotto un'ardente vita di fede. Aveva deciso di diventare pediatra e aspirava ad andare in Africa per aiutare i bambini con bisogni speciali, i più poveri e gli anziani, una sensibilità che aveva senza dubbio acquisito dalla sua famiglia, che apparteneva alla Società di San Vincenzo de' Paoli.

All'inizio del 1982, fidanzata, si era trasferita a Juiz de Fora per frequentare un corso di preparazione agli studi di medicina e aveva affittato un appartamento con il fratello. Dalle indagini condotte dalla polizia dopo l'omicidio, è emerso che il 30 agosto un operaio era venuto a montare un armadio nell'appartamento e aveva fatto delle avances considerate oscene. Il 1° settembre è tornato nell'appartamento e ha tentato di violentare Cristina, alzando il volume della televisione per soffocare le sue urla mentre lei afferrava il rosario e si dibatteva. È stato il fratello della vittima a scoprirla morta la sera, legata a una sedia e imbavagliata, con i vestiti strappati. L'autopsia ha dimostrato che l'aggressore non aveva raggiunto il suo scopo, che probabilmente aveva provocato la sua furia omicida: lo testimoniano le tracce di quindici coltellate sul corpo. Condannato a 19 anni di carcere per omicidio premeditato, l'aggressore è evaso qualche anno dopo. I parenti della vittima sostengono che sia morto.

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