Kamkari: 'Crolla la Repubblica islamica, ma solo con le minoranze la democrazia in Iran'
Il regista esule Fariborz Kamkari commenta dall'Italia quanto sta succedendo nel suo Paese. "Khamenei non ha capito che con il 7 ottobre 2023 è entrato in una strada senza uscita. I pasdaran a un bivio: regime militare che faccia pace con l'Occidente o distruzione di massa come con Hamas". La lunga storia di "rivoluzioni democratiche scippate" a Teheran e il ruolo del popolo curdo, culla del movimento "Donna, vita, libertà".
Milano (AsiaNews) - La speranza per l’Iran? "È che scenda in piazza la “grande periferia” del Paese: i curdi, gli arabi, e poi gli azeri, i turchi… Questi gruppi sono quelli che più di tutti vogliono la democrazia, unico modello che può garantire uguali diritti a ogni comunità". Fariborz Kamkari è un regista curdo iraniano, fuggito dal regime degli ayatollah quando era un ragazzino, dopo il suo rilascio dal carcere di Evin, a Teheran: ci era stato rinchiuso ad appena sedici anni, per essere stato sorpreso con in tasca un libro di Antonio Gramsci.
Da allora la sua casa è diventata l’Italia (qui ha girato film come I fiori di Kirkuk, Pitza e datteri e il documentario Kurdbun - essere curdo), ma non ha mai smesso di coltivare il legame con la patria e di impegnarsi per rilanciare le voci locali impegnate per il cambiamento. Come quelle legate al movimento Donna, vita, libertà, "nato a sua volta - sottolinea - nel contesto geografico e culturale della comunità curda". Oggi - racconta - "quelle voci si rendono conto, a malincuore, che l’intervento esterno rappresenta forse l’unica occasione per liquidare un regime che è riuscito a mantenere il suo potere attraverso la polizia e la propaganda. Un regime che nel corso degli anni ha visto diminuire drasticamente il proprio consenso in una popolazione sempre più delusa e sfiduciata: basti pensare che alle ultime elezioni presidenziali ha votato, secondo i numeri ufficiali, solo il 23% dei cittadini". E non c’è da sorprendersi: "Mentre il governo si ostina nella folle volontà di diventare un potere atomico, alla gente mancano una sanità efficiente, un’istruzione di qualità, infrastrutture adeguate".
Oggi quindi il sistema è davvero al capolinea? "La Repubblica islamica sta crollando per un errore di calcolo da parte della guida suprema Khamenei, che non aveva capito come, dopo l’attacco di Hamas nel 7 ottobre 2023 da lui sponsorizzato, il Paese sia entrato in una strada senza uscita. Il destino di Khamenei è segnato, probabilmente fuggirà all’estero, mentre l’establishment è a un bivio: o accetta di arrendersi, garantendo di rinunciare al programma nucleare militare e di ritirare il sostegno ai suoi proxy nella regione, oppure sceglie una “strategia” simile a quella di Hamas; puntare su una distruzione di massa e su un altissimo numero di vittime civili, nella convinzione che alzare la posta possa spingere Israele e gli Stati Uniti a sospendere gli attacchi. Una scelta che però, come abbiamo visto, a Gaza non ha funzionato, perché la comunità internazionale non ha fatto nulla per fermare Netanyahu".
Nessuno - ovviamente - auspica che il popolo iraniano sia mandato al massacro da un regime di cui peraltro Fariborz Kamkari conosce bene la brutalità: durante la sua detenzione subì gravi torture e fu testimone di quelle inflitte agli altri. Puntando dunque sull’alternativa, quella del regime change, gli scenari possibili sono diversi: «I pasdaran, che non coincidono con il governo ma rappresentano l’élite che detiene l’80% delle attività economiche nazionali, tra cui il business del petrolio, potrebbero decidere, per fare pace con l’Occidente, di rinunciare al modello teocratico del velāyat-e faqih promosso da Khomeini e scegliere un volto nuovo come capo di una repubblica militare, sul modello del Pakistan. Non è escluso nemmeno che si preferisca optare per la leadership del monarchico Reza Pahlavi, il figlio dello scià deposto nel ’79, per tornare a una situazione simile a quella precedente alla rivoluzione islamica, quando le donne erano libere e senza velo, ma non c’era la democrazia".
La speranza di Kamkari è che possa farsi strada un’altra via: "Che riprenda vigore la rivoluzione nata dal movimento Donna, vita, libertà, portando in piazza tutti quei gruppi che non si riconoscono nelle due colonne su cui è stata basata fino ad oggi la struttura del potere in Iran: il nazionalismo persiano e la religione musulmana sciita. Allora si potrebbe davvero spazzare via il sistema per provare a costruire un’alternativa democratica". Il pericolo che molti vedono, tuttavia, è uno scenario simile a quello iracheno dopo la cacciata di Saddam Hussein. "Fermo restando - premette il regista - che sotto Saddam non si stava certo meglio di oggi, bisogna tenere presente che nel caso dell’Iraq è stata proprio la pesante influenza iraniana a determinare in gran parte il fallimento della transizione. Insieme - certo - alla mancanza di un piano efficace da parte statunitense. Nel caso dell’Iran di oggi, il popolo ha una lunga esperienza di rivoluzioni democratiche scippate, come è successo nel 1906 e poi nel ’79, quindi ha una forte consapevolezza che per voltare pagina non basta cambiare regime ma serve un progetto chiaro per il dopo".
In questa prospettiva, secondo Kamkari, un ruolo importante potrebbe rivestirlo il popolo curdo, che nella regione ha dimostrato un protagonismo e una responsabilità notevoli, dall’Iraq alla Siria fino alla Turchia. "I curdi sono stati spesso il motore del cambiamento e della democrazia: essendo ridotti a minoranza nei diversi Paesi in cui vivono, avendo vissuto la persecuzione e l’assimilazione, nell’ultimo secolo hanno sviluppato una coscienza politica importante. Consapevoli che con le armi non avrebbero mai potuto fare rispettare i propri diritti, hanno imparato la lotta civile, creando formazioni politiche con un reale seguito popolare. In Iran, ad esempio, il partito più vecchio, il Partito democratico nato nel 1946, è curdo. Questa esperienza rappresenta un patrimonio importante, che in un futuro Iran democratico potrà essere messo al servizio della collettività".
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13/12/2022 12:36