18/10/2025, 11.56
INDIA
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Kerala, la disputa sull’hijab e il dibattito sulla libertà religiosa

di Nirmala Carvalho

Continua la polemica sul velo islamico alla St. Rita's Public School di Palluruthy: la studentessa ha infine abbandonato la scuola. La famiglia: "Grande disagio psicologico". Il giornale cattolico Deepika ha difeso la posizione della dirigenza sul codice di abbigliamento. Ministro Sivankutty: "Kerala sostiene i valori laici. Nessun istituto violi diritti costituzionali".

Kochi (AsiaNews) - La controversia era iniziata dopo che la St. Rita's Public School di Palluruthy, gestita dalla Chiesa cattolica latina, aveva rifiutato di consentire a una studentessa di indossare l’hijab. Nei giorni successivi, riferendosi alle organizzazioni musulmane, un editoriale del quotidiano cattolico Deepika diceva: “Coloro che hanno chiesto sale di preghiera nelle scuole cristiane ora si sono fatti avanti per rivendicare il diritto di indossare l'hijab”. Ne emerge una critica aspra, segnale della tensione interreligiosa che sta provocato la vicenda nel Kerala.

La studentessa al centro della controversia sull’hijab in Kerala ha infine deciso di abbandonare la scuola. Il padre afferma che la posizione intransigente dell’istituto “l'ha ferita”, causando un pensate disagio psicologico; i genitori ringraziano il governo per aver sostenuto il diritto delle studentesse di indossare l’hijab. Proprio le dichiarazioni contrastanti tra le istituzioni e la scuola erano culminate in una situazione di stallo in cui l’istituto ha ribadito la sua rigida politica sull’uniforme, senza ritrattazioni. 

Citando il presidente dell’Associazione Genitori-Insegnanti (PTA), che ha accusato i membri del Partito Socialdemocratico Indiano (SDPI) della circoscrizione di Thrippunithura di aver causato disordini nella scuola, l’editoriale ha aggiunto: “Coloro che cercano di creare disordini in altre istituzioni in nome dell’hijab, usando i bambini, devono essere puniti. Altrimenti, non ci sarà bisogno di indagare a fondo sulle cause dell’islamofobia”. Sostenendo la direzione della scuola, il giornale organo ufficiale della Chiesa cattolica nel Kerala, ha anche affermato: “Lasciamo che sia la direzione a decidere l’uniforme in tutte le scuole, comprese quelle annesse alle Chiese. Chi non è interessato può frequentare scuole che consentono le pratiche religiose”.

Nel frattempo, il 14 ottobre, il ministro dell’Istruzione del Kerala, Vasudevan Sivankutty, aveva emesso un’ordinanza che impone alla St Rita's Public School di consentire alla studentessa di indossare il velo in conformità con la sua fede religiosa. Anche se in precedenza il ministro aveva affermato che “non è consentito indossare nulla che nasconda l’uniforme scolastica”. Ha chiarito che il governo è intervenuto perché nessuno ha il diritto di negare a uno studente il diritto all’istruzione - in conformità con la libertà religiosa garantita dalla Costituzione indiana - richiamando un’indagine che ha riscontrato gravi mancanze delle autorità scolastiche. 

Tuttavia, la preside della scuola, sr. Heleena, ha confutato il rapporto redatto del vicedirettore dell’istruzione (DDE), affermando: “L'indagine è stata condotta dal funzionario scolastico aggiunto, che ha parlato con la direzione, la studentessa e i suoi genitori. Il rapporto dell’ufficio del DDE non è veritiero. Abbiamo tutte le prove. Poiché la questione è all’esame del tribunale, lasciamo che rimanga così com’è”. Ha anche citato un'ordinanza dell'Alta Corte del Kerala del 2018 che afferma il diritto delle scuole private di decidere le proprie uniformi. “In base all’ordinanza del tribunale, l’amministrazione può prescrivere l'uniforme. Quindi, seguiremo le regole e i regolamenti dell'istituzione in materia”, ha detto il preside.

Nel 2018, due ragazze della Christ Nagar Senior Secondary School di Thiruvananthapuram si erano rivolte all'Alta Corte del Kerala per chiedere il permesso di indossare l’hijab e un'uniforme a maniche lunghe dopo che la scuola aveva respinto la loro richiesta. La corte aeva respinto il ricorso, stabilendo che la scuola aveva l'autorità di decidere il proprio codice di abbigliamento.

La corte aveva inoltre osservato che le studentesse potevano continuare a frequentare la stessa scuola, oppure ottenere un certificato di trasferimento per frequentare un altro istituto. Quindi, la decisione di Sivankutty segna una netta inversione di rotta rispetto alla sua precedente posizione. Il 13 ottobre aveva sostenuto il diritto della scuola di applicare il proprio codice di abbigliamento, ma il giorno successivo il Dipartimento dell’Istruzione ha emesso un’ordinanza che imponeva alla scuola di consentire alla studentessa di indossare il velo in linea con la sua fede.

Sivankutty ha aggiunto: “In uno Stato come il Kerala, che sostiene i valori laici, nessuna studentessa dovrebbe affrontare una simile prova. Nessun istituto scolastico potrà violare i diritti costituzionali. Il governo continuerà a vigilare su questa questione”.

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