22/08/2020, 08.00
MEDIO ORIENTE - ISLAM
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Kerbala: oltre il Covid-19, migliaia di sciiti si riuniscono per Muharram

Ignorando gli appelli a restare a casa, in molti si sono diretti alla città santa in Iraq. Percorse strade secondarie e aggirati i controlli delle autorità. Al-Sistani ha chiesto la trasmissione tv delle celebrazioni per scongiurare assembramenti. Altri imam esaltano la folla e auspicano dieci giorni di intense celebrazioni.

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - Ignorando gli appelli che invitavano a restare a casa ed evitare assembramenti, migliaia di fedeli si sono ritrovati nel mausoleo della città santa di Kerbala, in Iraq, per i riti previsti in concomitanza con l’inizio del mese sacro di Muharram. Il pellegrinaggio rappresenta uno dei principali appuntamenti per il mondo musulmano sciita e richiama ogni anno una folla di persone; quest’anno la ricorrenza si dovrebbe svolgere in tono minore a causa della pandemia come già avvenuto nelle scorse settimane per l’Hajj alla Mecca, che ha costretto le autorità saudite a tagliare le partecipazioni.  

Il Muharram, primo mese del calendario islamico, prevede anche le celebrazioni per la festa annuale dell’Ashura, celebra l’uccisione dell’imam Hussein da parte delle forze del Califfo Yazid nel 680 d.C., uno degli eventi centrali dell’islam sciita. La sua morte si inserisce nel contesto della disputa sulla successione al profeta Maometto, che si è poi conclusa con la divisione fra sunniti e sciiti. 

Ogni anno milioni di sciiti di tutto il mondo giungono in Iraq per commemorare le origini della loro fede, pranzare, pregare e riunirsi per discutere. Tuttavia, a causa dell’emergenza globale innescata dalla pandemia di Covid-19 le autorità di Baghdad e Teheran (la più importanza nazione sciita al mondo) avevano invitato i fedeli a non intraprendere il cammino e pregare dalla propria abitazione. 

Del resto la Repubblica islamica è la nazione del Medio oriente con il maggior numero di morti, oltre 20mila stando alle sole cifre ufficiali, seguita proprio dall’Iraq con più di 6200 vittime. Ciononostante, in queste sere migliaia di pellegrini si sono messi in marcia verso le porte dorate dei mausolei di Kerbala, alcuni dei quali con indosso maschere e guanti, molti altri senza dispositivi di protezione personale e camminando fianco a fianco, come sempre fatto in passato. Le autorità hanno eretto numerose tende a Baghdad, Bassora e Kerbala per accogliere i pellegrini: rispetto al passato si è però cercato di attuare un maggiore distanziamento come conferma un responsabile, Salim Mahdi, che racconta un clima “drammaticamente diverso rispetto agli altri anni”. 

In genere le persone mantengono un maggiore distanziamento e curano di più l’igiene personale, partendo dalla disinfezione delle mani. Nel vicino Iran il giornale riformista Arman parla del “più sorprendente Muharram” del secolo. Il leader supremo, il grande ayatollah Ali Khamenei e il ministro della Sanità hanno proibito le marce tradizionali, le musiche e i banchetti, oltre alle cerimonie al coperto. In Libano i capi del movimento sciita Hezbollah hanno escluso il posizionamento di tende e hanno lanciato un appello alle famiglie per celebrazioni da tenere all’interno delle proprie case. 

In Iraq, molti fedeli provenienti da altre province hanno usato strade secondarie per aggirare i checkpoint. Il grande ayatollah Ali al-Sistani, uno dei punti di riferimento dell’islam sciita, ha chiesto che le funzioni siano trasmesse in diretta televisiva, per permettere ai fedeli di pregare a casa. O, quantomeno, di indossare le mascherine e rispettare il metro di distanza durante le preghiere in pubblico. Altri capi religiosi sono sembrati di gran lunga meno prudenti, invitando i fedeli a riunirsi in gran numero per tutti i primi 10 giorni di Muharram. 

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