13/09/2023, 12.50
COREA DEL NORD-RUSSIA
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Kim e Putin nella base spaziale, ma la vera merce di scambio sono i cereali

di Alessandra Tamponi

A Vostochny l'atteso vertice, accompagnato da un nuovo test missilistico di Pyongyang. Mosca ha bisogno delle forniture di munizioni per la guerra in Ucraina, mentre l'esercito nord-coreano mira alla tecnologia per i satelliti. Ma l'urgenza vera è la crisi alimentare: in un Paese ridotto alla fame è vitale la ripresa delle importazioni di grano russo, bloccate dalla chiusura delle frontiere imposta da Kim con la pandemia.

Seoul (AsiaNews/Agenzie). Nella base spaziale di Vostochny, in Russia, si è svolto questa mattina l’atteso incontro tra Vladimir Putin e il leader nord-coreano Kim Jong-un. Kim, che non è solito recarsi all’estero, aveva raggiunto ieri la Russia a bordo di un treno blindato. Secondo gli osservatori questa visita, oltre a riconfermare l’amicizia tra i due Stati, mirerebbe a promuovere l’espansione del commercio bilaterale che vedrebbe la Corea del Nord come uno dei possibili fornitori di armi e munizioni per la Russia, di vitale importanza per portare avanti l’invasione dell’Ucraina. Dal canto suo la Corea del Nord utilizzerebbe le sue munizioni come moneta di scambio per combustibili fossili, necessari per garantire la sua precaria sicurezza energetica, e tecnologie satellitari, di grande interesse per portare avanti il programma nucleare del Paese.

Proprio di queste ore è la notizia del lancio - in concomitanza con il vertice di Vostochny - di altri due missili balistici a corto raggio inabissatisi in mare dopo un tragitto di 650 chilometri. Le tecnologie satellitari sono di grande importanza per sviluppare ulteriormente la capacità militare della Corea del Nord e la scelta di una base spaziale come sede del colloquio con Putin appare simbolica. Quando i giornalisti hanno chiesto se la Russia avrebbe aiutato Kim a costruire satelliti, Putin avrebbe risposto che quello era il motivo “per il quale siamo qui oggi”.

Un simile scenario potrebbe rafforzare il legame tra la Russia e la Corea del Nord - uno dei pochi Paesi che ha espressamente sostenuto l’invasione dell’Ucraina - ma anche accentuare l’isolamento di entrambi a livello internazionale. I rapporti economici con la Corea del Nord sono infatti governati da un rigido sistema di sanzioni internazionali approvate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di cui la stessa Russia fa parte.

Ma dietro all'enfasi sull'aspetto militare, Mosca possiede soprattutto un’altra moneta di scambio di grande valore per la Corea del Nord: le esportazioni alimentari. Proprio una ricerca di aiuto per far fronte all’insicurezza alimentare, infatti, potrebbe aver spinto Kim a recarsi in Russia. La condizione precaria dell’apparato agricolo nordcoreano non è una novità: le scelte politiche del passato, con la massiccia deforestazione, hanno reso il Paese particolarmente vulnerabile al peggioramento della qualità del suolo e agli effetti distruttivi dei tifoni che imperversano da giugno a ottobre in Asia Orientale distruggendo raccolti e infrastrutture. Inoltre l’agricoltura contemporanea è strettamente legata ai combustibili fossili e alle tecnologie che ne vengono alimentate, ambiti su cui le sanzioni si fanno sentire.

Fino alla pandemia la più grave carestia fu quella che colpì il Paese tra il 1994 e il 1998, quando si stima che la Corea del Nord abbia registrato un numero di morti legate alla fame compreso tra le 240mila e le 600mila persone. I generi alimentari, specialmente i cereali, costituiscono una parte significativa delle importazioni nordcoreane dall’estero e in quanto suoi principali partner economici, la Cina e la Russia giocano un ruolo vitale nella sicurezza alimentare del Paese. Nel 2019 la Russia avrebbe fatto arrivare in Corea del Nord attraverso il World Food Programme circa 2mila tonnellate di grano, e ancora nel 2020 i cereali costituirono la percentuale più significativa dell’export russo nel Paese, raggiungendo un valore di oltre 15 milioni di dollari.

La dipendenza dal mercato estero, tuttavia, si è rivelata fatale per la Corea del Nord con l’avvento del Covid-19. La chiusura totale dei confini e lo stretto controllo delle attività commerciali a livello nazionale, sommate a stagioni particolarmente dure per quanto riguarda l’impatto dei tifoni, hanno minato la capacità del Paese di produrre abbastanza cibo e la capacità della popolazione di sostentarsi autonomamente.

Recentemente, in alcune testimonianze raccolte dalla BBC, alcuni cittadini hanno dichiarato che il cibo è diventato talmente scarso che le persone hanno iniziato a morire di fame in mezzo alla strada. Ad ulteriore sostegno di una situazione peggiorata vi sono anche i prezzi di mercato condivisi dal Rimjin-gang, un gruppo editoriale congiunto giapponese e coreano che raccoglie segretamente informazioni dai nord-coreani: mostrano come i prezzi del riso e degli altri cereali siano aumentati, rendendo reale l’ipotesi della scarsità di generi alimentari. 

Recentemente la leadership nordcoreana ha annunciato di voler esercitare maggior controllo sul settore agricolo, che Kim ha definito di importanza strategica per il Paese e potrebbe vedere implementate ulteriori misure per un’economia pianificata. I precedenti fallimenti della leadership nel fornire grano tramite strutture statali e la ferrea volontà di devolvere le poche risorse verso il programma nucleare, potrebbero però porre nuovamente l’accento sulla dipendenza alimentare dai partner stranieri. Rendendo la ripresa delle importazioni di cereali e altri generi alimentari dalla Russia nel periodo post pandemia un aspetto chiave nelle relazioni bilaterali.

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