26/09/2012, 00.00
COREA DEL NORD
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Kim riunisce il Parlamento: vuole fedeltà dai giovani e aiuti dalla Cina

di Joseph Yun Li-sun
Il dittatore ha aperto la seconda sessione plenaria dell’Assemblea suprema del popolo del 2012: vuole sembrare più aperto e “democratico” del padre. Approvato l’aumento dell’istruzione obbligatoria e l’ipotesi di approvare “nel prossimo futuro” delle riforme economiche. Sono mosse strategiche per completare la purga dei dirigenti attuali e convincere Pechino a tornare agli aiuti.

Seoul (AsiaNews) - L'Assemblea suprema del popolo nordcoreano si è riunita ieri per la seconda riunione plenaria del 2012 e ha approvato un provvedimento che aumenta di un anno l'istruzione obbligatoria per i giovani del Paese. Inoltre, nel corso dei lavori non è stata rilanciata l'ipotesi di approvare "nel prossimo futuro" un pacchetto di riforme per sostenere il cambiamento economico del Paese.

La riunione rappresenta l'ennesima presa di distanza di Kim Jong-un dalle politiche del padre Kim Jong-il. L'erede del defunto "caro leader" cerca in tutti i modi di ritagliarsi un ruolo riformista sulle orme del nonno, l'ancora amato Kim Il-sung, e ha dichiarato che intende "ascoltare sempre il parere del Parlamento" prima delle riforme. Suo padre, invece, radunava l'Assemblea una volta l'anno solo per far ratificare le proprie decisioni.

L'aumento del periodo di istruzione obbligatoria - che passa così da 11 a 12 anni - è un tentativo di avvicinare al dittatore le nuove generazioni. Oltre al Paese, infatti, il giovane maresciallo ha ereditato dal padre un complesso e corrotto sistema di potere che passa attraverso l'esercito e gli alti gradi del Partito dei lavoratori. Egli sta cercando di scardinarlo con una serie di "purghe" e di rimozioni strategiche, ma ha bisogno di nuovi e giovani dirigenti a lui fedeli.

Per quanto riguarda il pacchetto economico, invece, l'approvazione di questa prima mozione rappresenta un segnale inviato alla Cina. Pechino è l'ultimo sostenitore rimasto alla Corea del Nord, ma negli ultimi anni ha mostrato una sempre maggiore insofferenza per le politiche provocatorie dal punto di vista militare e disastrose dal punto di vista economico messe in atto da Pyongyang.

In diversi incontri di altissimo livello, tutti avvenuti nella capitale cinese, il regime comunista ha chiesto ai "cugini" stalinisti di aprirsi al mercato sulle orme delle riforme approntate in Cina da Deng Xiaoping negli anni Settanta. Secondo diverse fonti, nell'ultimo meeting la leadership cinese ha rifiutato l'invio di nuovi aiuti economici fino a che non avvenga qusta apertura.

L'economia nordcoreana è in ginocchio sin dai primi anni Novanta del secolo scorso. Carestie, alluvioni, piani quinquennali del tutto sballati e soprattutto le enormi spese militari hanno portato Pyongyang sull'orlo del collasso: metà della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno. Nel 2002, Kim Jong-il lanciò alcune piccole riform che tuttavia non arrivarono a nulla; nel 2009, la disastrosa "rivalutazione" della moneta interna ha scatenato un'inflazione mai vista, arrivando a provocare persino alcune piccole proteste pubbliche.

 

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