24/07/2025, 10.18
MALAYSIA
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Kuala Lumpur: Anwar Ibrahim annuncia sussidi per placare il malcontento

di Joseph Masilamany

Il primo ministro malese lancia un pacchetto di misure da 15 miliardi di ringgit per sostenere le famiglie a basso reddito in risposta al crescente malcontento per il caro vita. È previsto anche una diminuzione del prezzo del carburante. Ma per l’opposizione e parte della società civile si tratta di “gesti populisti” a pochi giorni da una protesta di massa che dovrebbe svolgersi a Kuala Lumpur. 

Kuala Lumpur (AsiaNews) – Il primo ministro malese Anwar Ibrahim ha annunciato ieri sera una serie di provvedimenti economici per contrastare il crescente malcontento popolare legato all’aumento del costo della vita e all’apparente stallo delle riforme promesse. La comunicazione è arrivata in diretta televisiva, a pochi giorni da una grande manifestazione convocata per sabato a Kuala Lumpur, nella quale migliaia di persone chiederanno le dimissioni del premier.

“Riconosco le lamentele della popolazione e accetto che il costo della vita rappresenti ancora una sfida, anche se l’inflazione è scesa ai minimi da quattro anni”, ha affermato Anwar. “Stiamo lanciando misure immediate per alleviare il peso economico, soprattutto per i cittadini a basso reddito”.

Sussidi per tutti, ma solo in forma digitale

Il provvedimento principale riguarda un aiuto una tantum di 100 ringgit (circa 23 euro) destinato a tutti i cittadini malesi di età superiore ai 18 anni. La misura – che sarà attiva tra il 31 agosto e il 31 dicembre – prevede però l’utilizzo vincolato del credito digitale presso oltre 4.100 esercizi convenzionati, come supermercati e negozi alimentari. Le somme non utilizzate verranno reindirizzate nel 2026 a programmi di sostegno per i gruppi più vulnerabili.

L’intervento rientra in un più ampio pacchetto da 15 miliardi di ringgit per il 2025, in aumento rispetto ai 13 miliardi previsti inizialmente.

Anwar ha inoltre promesso per fine settembre l’annuncio ufficiale della tanto attesa riforma sul prezzo del carburante, con con la benzina che passerà da 2,05 a 1,99 ringgit al litro per i cittadini malesi. Gli stranieri continueranno a pagare il prezzo di mercato, ma non sono stati forniti dettagli sul sistema che garantirà la doppia tariffazione.

Le critiche: “Populismo pre-elettorale”

L’annuncio ha però suscitato forti perplessità, anche tra esponenti storici della politica malese. L’ex ministra Rafidah Aziz ha avvertito che “non si dovrebbe cercare di ‘comprare’ il voto dei cittadini con gesti populisti. I leader dovrebbero semplicemente adempiere al loro dovere con integrità, come ci si aspetta da loro”, ha dichiarato al portale Malaysiakini.

Economisti e analisti politici condividono lo scetticismo: se da un lato i nuovi aiuti potrebbero ridurre temporaneamente la pressione sui consumi, dall’altro rischiano di compromettere gli obiettivi di risanamento fiscale a lungo termine. “Sono misure necessarie in un contesto difficile – ha commentato Muhammad Saifuddin Sapuan, della banca Kenanga – ma pongono interrogativi legittimi sulla sostenibilità e sul finanziamento”.

Anche Kathleen Chen, analista di Fitch Ratings, ha messo in guardia sul possibile impatto negativo dei ritardi nella riforma dei sussidi: “Un’applicazione parziale o inefficace potrebbe ostacolare l’obiettivo della Malaysia di ridurre il deficit al 3% del PIL entro il 2028”. Il debito pubblico, intanto, si aggira intorno al 76,5% del PIL e si prevede che resti su livelli elevati nel 2025.

Le riforme mancate e la protesta di sabato

Dalla sua ascesa al potere alla fine del 2022, Anwar ha introdotto diverse misure economiche – aumento del salario minimo, dell’IVA e delle tariffe elettriche per i grandi consumatori – presentate come interventi progressivi a carico dei più ricchi. Ma in molti ritengono che, di fatto, i costi si siano riversati anche sulle fasce più deboli.

La protesta annunciata per sabato dalle opposizioni sarà un banco di prova fondamentale per misurare la fiducia dell’opinione pubblica nella capacità di Anwar di realizzare un’agenda di riforme. In un clima di crescente ansia economica e stanchezza politica, i nuovi aiuti rischiano di essere percepiti più come una manovra difensiva che come una vera soluzione.

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