L’industria del té è in crisi, gli operai muoiono di fame
Calcutta (AsiaNews) –Il calo dei prezzi e l’abbassamento della domanda di té sul mercato mondiale stanno avendo effetti disastrosi in India, il più gran produttore al mondo della bevanda. Le regioni che vivono principalmente dalla coltivazione e dalla produzione del tè, come il West Bengal e l’Assam, versano in gravi condizioni economiche e cominciano a licenziare i loro operai. A causa di questo, nello scorso anno, nella sola regione del Bengala Occidentale, 320 persone, comprese donne e bambini sono morti di fame.
Nella regione del Bengala Occidentale circa 400 mila persone devono la loro sopravvivenza a 153 industrie del té. Di esse, 14 hanno già chiuso e molte altre sono sul punto di farlo.
La crisi ha generato molti licenziamenti. Gruppi di disoccupati sono stati protagonisti di numerose azioni di violenza contro gli imprenditori e contro uffici governativi. Il Ministro dell’Agricoltura Kamal Guha ha detto che questa escalation di violenza non potrà essere facilmente fermate fino a che la gente continuerà a morire di fame.
Il segretario dell’Associazione Indiana del té, P. K. Bhattacharjee, ha detto che la crisi del mercato è dovuta al calo delle esportazioni e ad un abbassamento del per il consumo interno. La popolazione sembra preferire altre bevande. Il prezzo delle foglie essiccate è sceso da 81 a 65 rupie al chilo; l’esportazione è passata dai 211 milioni di kg del 1998 ai 177 milioni di quest’anno. Nella vendita del té, l’India deve far fronte alla fortissima concorrenza di altri paesi produttori quali Sri-Lanka, Vietnam, Indonesia, Malawi e Argentina. (SF)
03/06/2020 09:25