13/09/2006, 00.00
LIBANO
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L'Onu insiste sul disarmo di Hezbollah, che invece attacca il governo Siniora

Un rapporto di Kofi Annan afferma che nessuno Stato può tollerare la presenza di milizie armate nel suo territorio. Il documento sarà oggetto di una riunione del Consiglio di sicurezza prevista per dopodomani.

Beirut (AsiaNews) – Hezbollah si conferma nodo centrale del futuro della vicenda libanese: mentre sono in corso le operazioni per il dispiegamento dei caschi blu, un rapporto presentato stanotte all'Onu dal segretario generale Kofi Annan conferma che la risoluzione 1701 esige il disarmo delle milizie del Partito di Dio. Poco prima, il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, intervistato da Al Jazeera, aveva duramente attaccato il primo ministro libanese Fouad Siniora per aver accolto il premier inglese Blair, accusato di essere "complice" di Israele, del quale ha chiesto le dimissioni, per sostituirlo con un governo di unità nazionale. Ad una domanda sul disarmo delle milizie, previsto anche dagli accordi di Taeff, ha risposto solo che "per noi, l'applicazione degli accordi mira principalmente all'edificazione di uno Stato forte, giusto ed equo", rinviando per il resto a future decisioni del suo movimento.

Kofi Annan, nelle 14 pagine del suo rapporto, dà conto della situazione attuale e della sua recente missione in Medio Oriente, in vista dell'esame dell'applicazione della risoluzione 1701, previsto in Consiglio di sicurezza dopodomani, 15 settembre.

Il rapporto sottolinea il contributo che i diversi Paesi stanno offrendo all'Unifil ed il dispiegamento in corso anche da parte dell'esercito libanese, per porre fine ad ogni altra presenza armata nel Paese.

"Nessuno Stato nella regione o altrove – si legge nel rapporto Onu - potrebbe tollerare l'esistenza di gruppi armati che sfidano il monopolio dello Stato al legittimo uso della forza nel suo intero territorio".  Per lo stesso motivo il rapporto chiede la "completa cessazione" dei sorvoli israeliani del Libano.

Annan dà poi un giudizio positivo sui risultati del suo viaggio in Medio Oriente, compresi gli impegni assunti da Siria e Iran. In particolare, il rapporto riferisce dell'impegno preso dal presidente siriano Bachar al Assad ad adottare concrete misure alle frontiere del suo Paese, per impedire il contrabbando di armi. A tal fine, il comandante dell'esercito libanese, Michel Sleiman, ha informato il comandante dell'Unifil che anche 8mila soldati libanesi sono già stati schierati lungo la frontiera con la Siria.

Annan parla anche del problema dei Territori palestinesi, sostenendo che "la possibilità di un'altra crisi non potrà essere ignorata"; finché la comunità internazionale non otterrà una pace "giusta, duratura e globale, ognuno di questi conflitti ha la possibilità di esplodere e coinvolgere l'intera regione".

Annan parla infine delle "Fattorie di Shebaa", una quarantina di chilometri quadrati al confine tra Israele, Siria e Libano, occupate da Gerusalemme, ma che Beirut rivendica, per dire che l'Onu sta esaminando carte geografiche e  implicazioni politiche che le riguardano.

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