L'ultimatum dell’Ucraina agli ortodossi russi
Kiev ha intimato alla Chiesa filo-russa Upz di troncare entro il 18 agosto ogni legame con il patriarcato di Mosca. Attualmente le sue parrocchie sono circa 10 mila, ormai un numero equivalente a quello degli ortodossi autocefali. In difesa del metropolita Onufryj - che ha sempre mantenuto un equilibrio tra il rifiuto della guerra e il legame con la Chiesa russa - anche Larisa Brodetskaja, veterana delle forze armate ucraine nella resistenza contro le truppe di Mosca.
Kiev (AsiaNews) - Il Servizio statale dell’Ucraina per la politica etnica ha intimato alla Chiesa ortodossa filo-russa Upz di recidere ogni legame con il patriarcato di Mosca entro un mese, dando tempo fino al 18 agosto prima di essere sciolta d’autorità per “violazione alla legge sulla libertà di coscienza e delle associazioni religiose”, a causa dell’affiliazione alla Chiesa russa, le cui attività sono proibite sul territorio ucraino in quanto legate all’aggressione del nemico moscovita.
Secondo le ultime verifiche, i servizi statali hanno riscontrato ancora “segni evidenti” di questo legame tra la metropolia di Kiev della Chiesa Upz e il patriarcato “proibito”, e il mese di preavviso è l’ultima possibilità che la legge ucraina consente, al massimo con un prolungamento di un mese ulteriore. La Chiesa Upz ha il diritto di appellarsi al Servizio di Stato, che emetterà il suo verdetto - appunto - entro un mese, e se l’appello non verrà accolto e i documenti non saranno corretti, allora la Upz dovrà passare dal giudizio di un tribunale.
La sentenza del tribunale metterà fine alla questione, che si trascina ormai da oltre un anno, dopo la decisione del parlamento di Kiev di sottoporre a tali verifiche la Chiesa Upz. In caso di condanna allo scioglimento, il tribunale nominerà una commissione apposita per le pratiche di cessazione di ogni attività delle comunità religiose, privandole dei diritti di utilizzare le proprietà statali e comunali, e il clero di questa Chiesa non avrà più il diritto di celebrare funzioni religiose in nessun edificio pubblico o privato. Attualmente le parrocchie della Upz sono circa 10 mila, ormai un numero equivalente a quello degli ortodossi autocefali Pzu, e vi sono ancora diversi monasteri apertamente legati alla Chiesa russa.
In effetti non esiste una personalità giuridica unica della Chiesa Upz, organizzata in diverse eparchie, parrocchie e comunità monastiche, per ognuna delle quali sarà necessaria una sentenza apposita dai tribunali. A giugno del 2022, dopo l’invasione della Russia, il sinodo Upz guidato dal metropolita Onufryj (Berezovskij) aveva condannato l’aggressione di Mosca, ma senza formalizzare giuridicamente la sua indipendenza dal patriarcato, e molti vescovi e sacerdoti continuano ad appoggiare più o meno apertamente le azioni del governo e dell’esercito russo, con diversi casi di arresti per collaborazionismo. Lo stesso Berezovskij è stato privato della cittadinanza ucraina, che possedeva insieme a quella russa.
Alcuni gruppi di fedeli ortodossi della Chiesa Upz hanno organizzato nelle ultime settimane una serie di manifestazioni a sostegno del metropolita, aprendo anche un canale Telegram dal titolo “Noi siamo con Sua Eminenza Onufryj”, che raccoglie i video di sostegno da tanti cittadini ucraini che si schierano con “il proprio vero pastore”. Una delle principali attiviste di questa protesta è Larisa Brodetskaja, veterana delle forze armate ucraine nella resistenza contro i russi, come volontaria e medico al fronte, e in segno di rifiuto della “persecuzione di Stato” contro la Chiesa ha restituito tutte le onorificenze ricevute in questi anni, affermando che “se togliete la cittadinanza al metropolita, dovete toglierla anche a me, perché io sono come lui e come altri milioni di fedeli che state oltraggiando”.
Lo stesso metropolita Onufryj non ha reagito pubblicamente alla decisione di cancellare la sua cittadinanza, e in generale in questi anni non ha voluto diffondere messaggi espliciti di condanna o approvazione delle due parti in conflitto, confermando la sua posizione di equilibrio tra il rifiuto della guerra e la volontà di non rompere con la tradizione della Chiesa ucraina nel suo legame con quella russa. Egli non ha più partecipato alle riunioni del Sinodo del patriarcato e non si è più recato a Mosca dal 2022, anche se diversi altri vescovi e sacerdoti Upz hanno visitato la capitale russa e sono stati presenti ad incontri e udienze del patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev), che a sua volta protesta per le “violazioni della libertà religiosa” in Ucraina, nel confronto tra le due anime dell’Ortodossia.
01/06/2023 08:50
26/01/2022 09:01