15/01/2004, 00.00
PAKISTAN
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La Chiesa impegnata a sostenere la democrazia laica

Lahore (AsiaNews) – Oltre 80 attivisti per i diritti umani, capi religiosi e uomini politici si sono riuniti lo scorso 11 gennaio per richiamare l'attenzione su un paese dove i processi democratici sono ostacolati da pregiudizi multietinici e interreligiosi, da una limitata educazione e da una mancata partecipazione alle elezioni.

"Diffusione della democrazia in Pakistan": questo il titolo dell'incontro, organizzato dalla Conferenza dei Vescovi Cattolici della Commissione Nazionale del Pakistan per la Pace e la Giustizia (NCJ). Questo è stato il decimo incontro interreligioso di questo tipo, e si è tenuto presso la Chiesa Pentecostale Unita di Pakka Qilla Kasur, vicino a Lahore.

Samson Salamat, coordinatore del programma della NCJP, era fra i principali oratori della conferenza. Egli ha sottolineato che se i pakistani "desiderano partecipare attivamente alla democrazia del paese" devono anzitutto farsi registrare alle liste elettorali ed ottenere i documenti d'identità. Secondo Samson i cittadini non sono abituati a vivere nella piena democrazia, a causa della dittatura militare che ha dominato almeno 30 anni dei 56 di vita del paese.

Egli ha detto inoltre che la popolazione multietnica e multireligiosa del paese deve iniziare ad accettare che la vera democrazia è fatta "dalle persone, per le persone e con le persone". Nel suo discorso Samson ha detto che i membri della conferenza devono attenersi ai 5 principi della democrazia: tutti i cittadini sono uguali qualunque sia la loro fede o il loro background culturale; nessun singolo individuo può decidere il destino di tutti; la legge è uguale per tutti; tutti devono avere le medesime opportunità; occorre rispettare la separazione del potere secolare da quello temporale.

Amjid Ali, presidente musulmano del Fronte Giustizia Libera (FJF) ha parlato della necessità di incrementare la consapevolezza dei diritti e dei privilegi della democrazia. Egli ha detto che il FJF sin dal 1998 ha lanciato una campagna per informare e sensibilizzare i cittadini con seminari, lezioni e conferenze stampa. Ha aggiunto inoltre che, durante le elezioni politiche del 2002, l'FJF ha fatto pressione sui candidati provinciali e nazionali chiedendo loro, se eletti, di abolire le leggi discriminatorie.

È intervenuto anche Peter Jacob, segretario esecutivo dell'NCJP, sollecitando tutti a votare per il candidato che promette di sostenere l'uguaglianza dei diritti nella costituzione, per essere una "voce tra le voci" qualunque sia la sua fede religiosa o culturale.

Padre Inayat Bernard, della parrocchia di Kasur, parlando alla Commissione, ha detto che i cittadini dovrebbero essere informati dei cambiamenti avvenuti nel sistema elettorale dopo il ripristino dell'elettorato unito, con l'abolizione del sistema elettorale separato, avvenuto nel 2002 ad opera di Musharraf.

I cristiani sono solo il 2% dei 143 milioni di pakistani, il 75% sono musulmani Sunniti e il 20% Shiiti. Il sistema elettorale separato, contro il quale i cristiani hanno sempre lottato, li ha molto penalizzati in termini di partecipazione dei processi democratici.

Prima del 2002 le elezioni si tenevano sulla base degli elettorati separati dove musulmani e non musulmani potevano votare solamente per i candidati appartenenti al loro gruppo religioso. Secondo il governo, questo sistema garantiva la rappresentanza di ogni gruppo anche minoritario. In realtà, il sistema elettorale separato condannava ancora di più le minoranze religiose all'emarginazione.

Per questo, il 16 gennaio 2002, le minoranze etniche e religiose hanno applaudito l'abolizione del sistema elettorale separato e la creazione di un sistema elettorale unito in cui i cittadini, di qualsiasi razza o credo, possono votare per il candidato che preferiscono.

L'organizzazione internazionale Human Right Watch (HRW), sostiene comunque che la piena democrazia laica in Pakistan ha ancora elementi criticabili. Nel rapporto mondiale 2003 HRW mostra che il Nuovo Quadro Giuridico (Legal Framework Order) varato da Musharraf il 24 agosto 2002, ha prodotto diversi emendamenti costituzionali che aumentano il potere del presidente, limitano quello dei rappresentanti eletti, e rafforzano il ruolo politico dell'esercito.

Sempre secondo il rapporto di HRW, il nuovo ordine giuridico richiede che tutti i membri dell'Assemblea Nazionale e del Senato siano laureati. Ciò dà adito a un sistema di potere elitario, escludendo la maggior parte dei cittadini pakistani, che non possiede un'educazione universitaria. (IB)

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