27/12/2018, 10.53
COREA
Invia ad un amico

La Corea del Nord manda al Sud gli auguri di Natale

Il Consiglio nordcoreano dei Religiosi, che unisce le cinque religioni “autorizzate” dal regime, ha inviato un videomessaggio per augurare “pace e prosperità” ai fratelli e alle sorelle del Sud. Con “la benedizione del Signore Gesù”, i coreani “camminino mano nella mano verso l’unità”.

Seoul (AsiaNews) – I rappresentanti delle cinque religioni “autorizzate” in Corea del Nord hanno mandato un rarissimo video per augurare buon Natale ai cristiani del Sud. Il Consiglio nordcoreano dei Religiosi – che riunisce buddisti, musulmani, taoisti, cattolici e cristiani protestanti – ha invocato “pace e prosperità” per i “fratelli sudcoreani” e li ha esortati a “camminare insieme, mano nella mano, verso l’unità e la pace”.

Il videomessaggio parte con una serie di fotografie delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang e dei summit inter-coreani avvenuti nel 2018. Subito dopo prende la parola il capo del Consiglio, Kang Ji-young, che dice: “Voglio mandare auguri di pace per questo Natale alle sorelle e ai fratelli sudcoreani. Speriamo che insieme, con la benedizione del Signore Gesù, potremo andare avanti mano nella mano verso la pace e l’unificazione”. Il video, approvato dal ministero dell’Unificazione di Seoul, è stato girato ai rappresentanti delle varie religioni in Corea del Sud.

In Corea del Nord è permesso soltanto il culto del defunto leader Kim Jong-Il e di suo padre Kim Il-Sung. Il regime ha sempre tentato di ostacolare la presenza religiosa, in particolare di buddisti e cristiani, e impone ai fedeli la registrazione in organizzazioni controllate dal Partito. Sono frequenti le persecuzioni brutali e violente nei confronti dei fedeli non iscritti e di coloro che praticano l'attività missionaria. Da quando si è instaurato il regime comunista nel 1953, sono scomparsi circa 300mila cristiani e non ci sono più sacerdoti e suore, uccisi durante le persecuzioni. Tristemente celebri sono le “marce della morte”, lunghissimi spostamenti a piedi imposti dal regime ai fedeli di ogni religione, in cui sono morti gli ultimi religiosi nordcoreani.

Nel Paese ci sono 51 categorie sociali, decise dallo Stato: coloro che praticano una fede non controllata dal governo sono a priori negli ultimi posti, con meno opportunità per l'istruzione ed il lavoro, non ricevono sussidi alimentari e sono costantemente vittime di brutali violenze.

Pyongyang dichiara che la libertà religiosa è presente nel Paese e garantita dalla Costituzione: cifre governative ufficiali parlano di circa 10mila buddisti, 10mila protestanti e 4mila cattolici. Le stime del governo si riferiscono solo ai fedeli iscritti nelle associazioni riconosciute. A Pyongyang sono state costruite negli anni Ottanta del secolo scorso tre chiese, due protestanti e una cattolica. Nel 2006, grazie ai buoni uffici dell’ambasciata russa in Corea del Nord, il regime ha permesso la costruzione di una chiesa ortodossa.

In queste chiese, secondo alcuni testimoni che le hanno potute visitare, si fa soltanto propaganda al regime: all'interno operano “sacerdoti” che paragonano il “Caro leader” Kim Jong-Il ad un semidio. Nell'unica chiesa cattolica non opera alcun prete, ma vi si svolge solo una preghiera collettiva una volta a settimana.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Pyongyang rifiuta l'invito: nessun cattolico del Nord alla messa del Papa
05/08/2014
Cristiano condannato a morte, politici Usa scrivono all’Onu
14/07/2007
Seoul a favore di una risoluzione Onu sui diritti umani in Corea del Nord
17/11/2006
Seoul, leader religiosi chiedono pace ed aiuti per la Corea del Nord
04/08/2006
Laici cattolici sudcoreani: gli aiuti al Nord non servano per fabbricare armi
16/10/2006


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”