27/10/2023, 08.34
RUSSIA-UCRAINA
Invia ad un amico

La Crimea e i conflitti globali di oggi

di Vladimir Rozanskij

Rappresentanze di assemblee parlamentari di 70 Paesi del mondo riunite a Praga per la "Piattaforma di Crimea". Appare ormai sempre più chiaro che quello iniziato nel 2014 non è più un problema regionale, ma un conflitto la cui soluzione va trovata tutti insieme. Perché possa essere davvero essere l'inizio di un mondo diverso.

Praga (AsiaNews/Agenzie) - La “Piattaforma di Crimea” in corso a Praga, con le rappresentanze di 70 assemblee parlamentari da tutto il mondo, ricorda a tutti ciò che, in quasi dieci anni dall’occupazione e dall’annessione della penisola sul mar Nero alla Russia, molti sono già riusciti a dimenticare. Gli eventi del 2014 furono infatti l’inizio dell’epoca dei conflitti globali, in cui siamo sempre più coinvolti in tante dimensioni.

La reazione dell’Occidente all’annessione della Crimea fu piuttosto prudente, e le prime sanzioni contro la Russia furono decise solo dopo i primi scontri nel Donbass, un atteggiamento che il pubblicista ucraino Vitalij Portnikov definisce di “classica impunità”, considerando anche che le sanzioni erano soltanto personali, nei confronti di “alcuni funzionari”, incoraggiando altri Stati a compiere azioni simili senza rischiare più di tanto.

Si è passati così, quasi senza accorgersene, in un’epoca completamente diversa, in cui nessuno cerca soluzioni diplomatiche alle crisi, e alla forza militare si risponde con pressioni di tipo economico. I conflitti latenti e “congelati” si possono infiammare in qualunque momento e da qualunque parte del mondo, come dimostrano le guerre nel Caucaso meridionale e in Medio Oriente, e ovunque assumono caratteristiche globali: non solo Russia contro Ucraina, ma Oriente contro Occidente, “Occidente globale” contro “Sud globale”, Palestina e Israele come scontro di civiltà, religioni e culture.

Portnikov osserva che “siamo finiti nel vicolo cieco delle civiltà”, a partire dai flebili tentativi di “trovare un linguaggio comune con la Russia” proprio mentre Mosca calpestava in modo dimostrativo e arrogante tutte le norme del diritto internazionale. Si pensava ingenuamente che Vladimir Putin si sarebbe accontentato della “sacra Crimea”, e lasciandogliela prendere tutto si sarebbe facilmente sistemato, con qualche multa-sanzione agli amici del presidente.

L’aumento delle rappresentanze alla Piattaforma indica chiaramente che non si tratta più di un problema regionale, ma tutti i Paesi stanno prendendo coscienza del coinvolgimento globale, e che la soluzione va trovata tutti insieme. Ormai è chiaro che non si potrà tornare alla situazione precedente al 2014, e questo sono gli ucraini stessi a riconoscerlo per primi. Il “nuovo ordine globale” evocato da Putin e Xi Jinping a Pechino è una necessità riconosciuta anche da Joe Biden a Washington, e la Crimea è stato il segnale che era finito quello vecchio, stabilito dopo la seconda guerra mondiale.

Tutti i partecipanti hanno ribadito che l’uso della forza non è accettabile da nessuna parte, e le aggressioni sono da evitare in ogni modo. Oltre alle tantissime vittime, vengono distrutti edifici, case, obiettivi culturali e sociali, e si infligge un danno irreparabile all’ambiente. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha assicurato che la flotta militare russa ormai non è più in grado di operare nella parte occidentale del mar Nero, e sta progressivamente ritirandosi dalla Crimea: “è un successo storico”, ha detto.

Il presidente della Verkhovnaja Rada di Kiev, Ruslan Stefančuk, in previsione della possibilità di ristabilire nella penisola la sovranità ucraina, ha invitato tutti i partecipanti a contribuire per “formare una politica estera dei Paesi democratici che sia in grado di usare tutti gli strumenti per il ristabilimento della pace, per assicurare giustizia alle vittime e punizioni irrevocabili per i colpevoli”. È la “formula della pace” proposta dall’Ucraina nei 10 punti più volte illustrati da Zelenskyj, che dovrebbe realizzarsi proprio a partire dalla Crimea, la prima terra occupata, e la prima che dopo la liberazione dovrà mostrare il volto di un mondo diverso.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
A Kiev è iniziato lo sgombero della Lavra delle Grotte
29/03/2023 13:18
Le navi Nato sfidano Mosca sul Mar Nero
30/12/2021 10:24
Crimea: Mosca e Kiev litigano per gas e acqua
09/09/2021 08:54
Putin frena sul referendum dell'est, applaude alle elezioni in Ucraina. E le forniture di armi...
08/05/2014
La Chiesa ortodossa ucraina a Putin: Evita guerra e divisione nel nostro Paese
08/04/2014


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”