03/07/2022, 09.32
ECCLESIA IN ASIA
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La Giornata dell'India cristiana

di Nirmala Carvalho

Il 3 luglio, nella festa di san Tommaso, i cristiani indiani di ogni denominazione celebrano una giornata per ricordare che il cristianesimo non è una religione straniera nel loro Paese. E quest'anno assume un significato particolare in concomitanza con i 1950 anni del martirio dell'apostolo a Chennai. Mons. Poola, scelto da papa Francesco come nuovo cardinale: "Ci aiuti a essere forti nella nostra fede".

Mumbai (AsiaNews) - Il 3 luglio dall’anno scorso in India viene celebrata dai cristiani di ogni denominazione lo Yeshu Bhakti Divas, cioè la Giornata cristiana indiana.  Quest’anno assume un significato particolare dal momento che in questa data ricorre il 1950° anniversario del martirio dell’apostolo Tommaso, discepolo di Gesù, secondo la tradizione giunto in India nel 52 d.C. e martirizzato a Chennai nel 72 d.C.

Così l’arcivescovo di Hyderabad, mons. Anthony Poola, il presule di origini dalit che verrà creato cardinale da papa Francesco nel concistoro del 27 agosto, spiega in un videomessaggio inviato ad AsiaNews il significato di questa ricorrenza: “Milioni di indiani cristiani in tutto il mondo gioiscono in questa ricorrenza giubilare. È un momento per noi discepoli indiani di Gesù di celebrare la persona e il messaggio portato in mezzo a noi da uno dei suoi discepoli, che veneriamo come l’apostolo dell’India. È un invito per noi a testimoniare con coraggio, rinnovato vigore e forza il messaggio di Cristo. Possa in questo giorno l’unità tra i cristiani diventare una vera testimonianza dell’amore di Cristo. Auguro a tutti pace, gioia, unità, prosperità e buona salute. Possa san Tommaso aiutarci a essere forti nella nostra fede”.

Nata nel 2021 da un'idea dei membri delle varie Chiese del Paese, la Giornata cristiana indiana intende sottolineare il fatto che il cristianesimo non è una religione straniera in India. Il verbita p. Babu Joseph, già portavoce della Conferenza episcopale cattolica dell'India (CBCI), commenta ad AsiaNews: “È nata dalla necessità di rimuovere innanzitutto l'idea errata che il cristianesimo in India sia una religione europea. Inoltre vuole affermare il nostro radicamento storico e culturale in India. Si ritiene che san Tommaso sia arrivato in India già nel primo secolo e questo dimostra l'antichità delle comunità cristiane qui insediate”.

Non è solo una questione di orgoglio delle proprie radici: “Nel contesto socio-politico dell’India di oggi – continua p. Joseph - i media promuovono narrazioni errate sulla comunità cristiana. La gente ha il diritto di conoscere la verità ed è con l'umile sforzo di farci conoscere che abbiamo concepito l'idea di celebrare la Giornata cristiana indiana. Abbiamo imparato ad affermare che siamo parte integrante di questo grande Paese e che i nostri servizi sono sempre e ovunque destinati a promuovere i nostri fratelli e sorelle. L’India è un crogiolo di fedi e culture: ad esempio, le abitudini alimentari dei cristiani siriani del Kerala, il loro abbigliamento, le feste celebrate assorbono aspetti indù; allo stesso modo, i cristiani tribali hanno accettato la fede cristiana ma continuano a vivere la loro cultura. Anche l'architettura di alcune chiese, i santuari, alcuni dei rituali associati alla nascita, al matrimonio e alla morte sono sincronizzati con le usanze indù”.

La Giornata cristiana indiana è monito anche a riflettere sulla propria storia e sulle ferite ancora da risanare, come ricorda ad AsiaNews p. Devasagaya Raj M. Zackarias, già segretario nazionale della Commissione episcopale per le caste svantaggiate: "Il cristianesimo in India è iniziato nel 52 d.C. con l’arrivo di san Tommaso, ma inizialmente rimase tra le cosiddette caste alte e non raggiunse le altre e i dalit - ricorda -. Solo con l'arrivo dei missionari europei nel XVI secolo ha iniziato a diffondersi tra queste persone. I missionari gesuiti si divisero in Brahmana Sanyasis (per servire i cristiani delle caste superiori) e Pandara Samigal (per servire le caste inferiori). Purtroppo questa divisione continua ancora oggi nelle chiese del Tamil Nadu; capita di trovare due cimiteri, due chiese e in molte chiese i dalit non possono essere servitori dell'altare e membri del coro. Le stesse processioni in alcune località non passano nelle strade dei dalit”.

Come spiega l'arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, mons. John Barwa, il 3 luglio è comunque la Giornata di tutti: “Anche noi cristiani provenienti da comunità tribali dell’India - commenta - siamo discepoli di Gesù, siamo devoti a Gesù, amiamo Gesù: la Giornata cristiana indiana è vissuta nella nostra vita quotidiana, il cristianesimo non è qualcosa di estraneo al popolo e alle comunità tribali.  Viviamo i valori del Vangelo nella nostra vita quotidiana.  La Chiesa tribale osserva questo giorno con gratitudine per la fede, io sono un tribale Oraon e crediamo nel Dio supremo che è onnipotente. La nostra cultura tribale non può essere separata dalla fede, la nostra cultura è legata alla fede".

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