La Via Crucis dei poveri mette a nudo la piaga dei senzatetto
Manila (AsiaNews) Centinaia di poveri cittadini di tutte le parti della metropoli si sono ritrovati mercoledì scorso davanti all'entrata del Bataan Shipyard Corporation Compound (BASECO) per celebrare l'annuale raduno del "Kalbaryo ng Maralitang tagalunsod" (Calvario dei poveri di città). Si sono mossi da un punto all'altro della città, pregando davanti alle 14 Stazioni della Croce, situate davanti a centri di sfollati e casupole, e terminando le meditazioni davanti alle case ancora in costruzione sorvegliate dall'organizzazione religiosa "Coppie per Cristo".
La prima marcia del Calvario dei poveri, nel 1987, toccò diverse comunità povere della città e terminò in cima a "Smokey Mountain" (La montagna che fuma), l'enorme, illegale discarica che è poi diventata il simbolo del deterioramento e della povertà della nazione durante il regime di Marcos.
Quest'anno, la manifestazione si è tenuta in mezzo alle case popolari del BASECO, dove 4 mila famiglie hanno perso le loro case in un incendio lo scorso 11 gennaio. L'immediata risposta del governo cittadino è stata quella di dare alle vittime un riparo temporaneo all'interno di vecchi magazzini. Tuttavia, necessità basilari come acqua, elettricità, medicine, ecc., non sono state ancora fornite agli sfollati. Il governo ha messo solo due toilette mobili alle due estremità del luogo che ospita più di 5.000 persone!
"Per le condizioni di sovraffollamento e l'igiene precario dei centri, diversi bambini si sono ammalati di varicella, morbillo, diarrea, febbre dengue, malattie della pelle e disturbi dell'apparato respiratorio", ci ha detto Maggie Baybay, della Urban Poor Associates. Centinaia di secchi per l'acqua sono posizionati da giorni fuori dai magazzini, "in attesa dei camion che dovrebbero distribuire l'acqua. Questi, però, non arrivano mai regolarmente", ci ha detto uno sfollato, "e quando vengono si fanno pagare due pesos per venti litri d'acqua".
Volontari del gruppo "Coppie di Cristo" sono presenti ogni giorno per aiutare nella costruzione di giardini davanti alle case in costruzione. "E' stato il sindaco a chiederci un aiuto per questo progetto", ha detto Jun Valbuena, membro del gruppo. Alcune delle stesse famiglie sfollate danno una mano nella ricostruzione delle case, sperando di poter poi acquistare una delle 2.500 case previste, di 24 metri quadrati ciascuna.
Monica Sixta, 65enne madre di sei figli, ci ha detto: "Siamo venuti a Manila dal sud, nel 1965, e abbiamo vissuto a Tondo (un centro urbano povero). Ci siamo spostati diverse volte da un'area all'altra, e qui, nel BASECO, siamo stati puniti dal fuoco. E' una situazione che presto o tardi ti indurisce dentro".
Almeno il 40 per cento degli 8 milioni di abitanti di Manila sono poveri. Questa percentuale è destinata a salire nei prossimi anni. "A causa della mancanza di lavori nelle campagne, non c'è altra scelta se non quella di trasferirci nelle grandi città", ha aggiunto la signora Sixta.
Nel 1980 "Smokey Mountain" era il simbolo della povertà nelle Filippine. Oggi, è BASECO. (S.E.)