02/05/2011, 00.00
AFGHANISTAN
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La "chiesa catacombale" di Kabul partecipa alla beatificazione di Giovanni Paolo II

Nel suo pontificato, il beato Woytila ha sempre avuto a cuore la pace del popolo afghano, come quando nel Natale 2002 lanciò il grido: Salvate i bambini di Kabul. Egli ha elevato la chiesa locale a missio sui iuris. Il ricordo di padre Moretti, parroco di Kabul.

Kabul (AsiaNews) – “Il beato Papa Giovanni Paolo II è sempre stato vicino alle sofferenze del popolo afghano”. Padre Giuseppe Moretti,  parroco dell’unica chiesa in Afghanistan, la cappella interna all'ambasciata italiana a Kabul, racconta ad AsiaNews come la piccola comunità cattolica, diplomatici e soldati stranieri, si è riunita ieri in preghiera per partecipare spiritualmente alla beatificazione di Papa Giovanni Paolo II.

“La nostra piccola chiesa ‘catacombale’ – racconta il sacerdote – non poteva non partecipare alla gioia di questo avvenimento. Ho chiesto e ricevuto dal Vaticano una cassetta audio con discorsi di Papa Giovanni Paolo II e durante la messa abbiamo ascoltato le sue parole, al posto della predica, per meglio ricordarlo. Purtroppo eravamo meno di altre volte, perché in questi giorni c’è massima allerta in tutto il Paese, le Nazioni  Unite nemmeno lasciano uscire i loro funzionari, i soldati francesi e di altri Paesi che in genere vengono numerosi, ieri erano assenti o quasi”.

Il 30 aprile i talebani hanno annunciato la “ripresa” della loro offensiva. Ieri è stata una giornata di sangue, con vari attentati esplosivi e sparatorie e diversi morti e feriti. Un suicida pare avesse solo 12 anni: si è fatto esplodere in un affollato mercato nella provincia di Parktika, uccidendo 4 persone.

L’invasione sovietica dell’Afghanistan è avvenuta nel 1979, un anno dopo l’inizio del pontificato di Giovanni Paolo II. Il Papa ha parlato almeno 10 volte chiedendo la pace per il Paese, sia nel tradizionale incontro annuale con il corpo diplomatico presso il Vaticano, sia nei messaggi Urbi et Orbi di Natale e di Pasqua in diretta televisiva mondiale.

Padre Moretti ricorda il discorso del Natale 2002 con la nota invocazione del Pontefice: “Salvate i bambini di Kabul”. “Da questo – dice – è nata l’Associazione Pro Bambini di Kabul, che ha preso spunto da questo grido paterno. E’ una ong intercongregazionale, vi partecipano almeno 15 congregazioni diverse che operano nel settore dell’assistenza ai bambini. All’inizio c’è stato un forte aiuto economico della Caritas italiana. Qui a Kabul hanno aperto un centro di assistenza per i bambini cerebrolesi, ora ne assistono 32, con risultati positivi e grande soddisfazione dei genitori”.

Il sacerdote ricorda che l’Afghanistan ha sempre avuto un posto particolare nel cuore del Pontefice e spiega che è stato lui a creare la missio sui iuris dell’Afghanistan il 16 maggio 2002, equiparando a diocesi quella che era solo una piccola cappella di corte.

“Nel 2002 – ci racconta – prima di tornare in Afghanistan, ho avuto la gioia di concelebrare la messa con il Santo Padre. Ci ha sempre seguiti con attenzione, nel 2003 mi è pervenuta una Sua speciale benedizione autografa, fonte di aiuto e di conforto”.

Anche per questo nel 2005 ai funerali di Giovanni Paolo II ha partecipato una delegazione ufficiale afghana, guidata dal presidente Hamid Karzai e dal ministro per gli Affari Esteri Abdullah Abdullah.

Padre Moretti ricorda che “nella nostra chiesa abbiamo pure celebrato una funzione di ricordo, a cui sono intervenuti 6 ministri e sottosegretari afghani, allora ho ricordato brani dei suoi discorsi, come quello nell’incontro dei giovani a Casablanca e quello durante la sua visita a Damasco”.

Il sacerdote racconta che quando il Pontefice morì, fece fare una piccola lapide in suo ricordo, i marmisti chiesero una Sua immagine e l’hanno scolpita. Ora l’immagine è nella piccola chiesa.
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