La crescita economica della Georgia
Il governo di Tbilisci sbandiera i dati floridi del Pil, il cui incremento è cresciuto di tre volte negli ultimi anni, attribuendolo alle proprie misure. Ma il fattore determinante sono stati gli effetti indiretti dell'invasione dell'Ucraina, con 100mila russi giunti nel Paese per fuggire alla mobilitazione di Putin. E il boom di settori nascosti dell'economia come le triangolazioni per aggirare l'embrago a Mosca e le cliniche per la maternità surrogata.
Tbilisi (AsiaNews) - Il governo di Tbilisi, guardando le statistiche, si gloria della crescita economica della Georgia. In un comunicato del partito al potere del Sogno Georgiano, si legge che “grazie al costante sviluppo del Paese, la nostra economia è cresciuta di tre volte negli ultimi anni, come fa notare la Banca mondiale, osservando che il livello di povertà dal 2012 è diminuito sensibilmente, e circa 700 mila persone sono riuscite a superarlo”, celebrando in questo modo i 13 anni dall’inizio del regime creato dall’oligarca filorusso Bidzina Ivanišvili.
Non tutti in Georgia sono d’accordo nell’attribuire alla politica i meriti della crescita economica, considerandola un effetto di fattori esterni e indipendenti dalle scelte del governo. Il sito Ekho.Kavkaza ha chiesto chiarimenti a diversi economisti, come il professor Sandro Rakviašvili dell’università statale della Georgia. Considerando il periodo di riassestamento dopo la pandemia di Covid-19, che accomuna un po’ tutti i Paesi nel recupero di tante inevitabili perdite, l’ulteriore crescita successiva è inevitabilmente legata agli anni della guerra russa in Ucraina, “per quanto dispiaccia questa constatazione”, afferma l’esperto.
Negli ultimi dieci anni, come sottolineano diversi commentatori, non si può citare alcun esempio di riforma economica da parte del governo georgiano, e se non ci fossero stati grandi cambiamenti a livello mondiale, la crescita del Paese non sarebbe andata oltre la media precedente, ai livelli del 4-5%, invece dell’attuale 9-10% e oltre. La prima causa evidente è il trasferimento di molti russi in Georgia, oltre 100 mila persone per sfuggire alla mobilitazione e agli altri effetti della guerra di Putin. Per la Georgia si tratta di una massa notevole, su una popolazione complessiva di circa tre milioni e mezzo, di persone che vengono portandosi i soldi per lo più in contanti, alcuni cercando anche di lavorare, altri usando il proprio capitale per vivere tranquillamente nel Paese caucasico.
Rakviašvili mette in evidenza anche l’importanza dei tanti programmatori informatici arrivati dalla Russia, i più adattabili a diverse condizioni sociali in diversi Paesi, che hanno “elevato di molto il settore dei servizi in Georgia”. Con la proclamazione delle sanzioni contro Mosca, il Caucaso è diventato uno dei principali territori di transito, con re-export di automobili e trasporto di macchinari, collegandosi con il Kirghizistan, l’Armenia, il Kazakistan e altri Stati asiatici dove vengono consegnate attrezzature di produzione tedesca per milioni di dollari, per lo più per aggirare i divieti e raggiungere la Russia.
Oltre a questi fattori molto evidenti e piuttosto superficiali, gli economisti segnalano molti altri elementi meno visibili, come ad esempio l’enorme crescita del “mercato della maternità surrogata”, un servizio che prima veniva fornito principalmente dalla Russia e dall’Ucraina, e che dopo l’inizio dell’invasione si è rivolto in parte alle donne georgiane, chiamate a sostituire le decine di milioni di madri dei due grandi Paesi in guerra. Questo ha comportato di conseguenza un grande e rapido sviluppo dell’assistenza sanitaria, indispensabile per portare a termine la maternità, e nessuno si aspettava un tale flusso di nuovi clienti nelle cliniche.
Anche le università della Georgia sono diventate occasioni di grandi guadagni, con l’arrivo di tanti studenti dall’India nelle facoltà di medicina, che prima andavano a Mosca o a Kiev, e i soldi vengono investiti nella costruzione di nuovi edifici e campus per studenti, perfino per organizzare voli charter per i nuovi iscritti. Un fenomeno simile si verifica anche in Armenia, anche in percentuali superiori alla Georgia in alcuni settori, essendo un Paese con legami più solidi con la Russia rispetto al governo pur molto filorusso di Tbilisi. Rispetto agli armeni, la Georgia gode anche di sbocco sul mare, attirando molti turisti russi che non possono più recarsi in Europa, e non hanno mezzi sufficienti per arrivare fino alle mete più esotiche e lontane. I georgiani certo non si augurano che la guerra dei russi continui all’infinito, ma intanto si godono i vantaggi che ne derivano, in attesa di un futuro sempre incerto.
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