09/05/2024, 08.45
GEORGIA
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La resa dei conti a Tbilisi

di Vladimir Rozanskij

Non si sono placate in Georgia nemmeno nei giorni pasquali le manifestazioni degli oppositori dopo l’approvazione in seconda lettura della legge sulle “influenze straniere”. La legge dovrebbe essere rivista dal comitato giuridico del parlamento per la conferma definitiva. Una situazione che rischia di far sospendere lo status di Paese candidato all'ingresso nell'Unione europea.

Tbilisi (AsiaNews) - La situazione in Georgia sta diventando sempre più incandescente, dopo l’approvazione in seconda lettura della legge sulle “influenze straniere” che sta provocando reazioni all’interno e all’esterno del Paese caucasico. Le manifestazioni degli oppositori non si placano, bloccando da giorni la circolazione sulle strade di Tbilisi e incontrando repressioni sempre più violente da parte della polizia, con numerose vittime tra i dimostranti e gli stessi poliziotti, che hanno suscitato anche la richiesta di alcuni parlamentari europei di sospendere lo status della Georgia come candidato all’ingresso nell’Unione europea.

Il rappresentante del Dipartimento di Stato degli Usa, Matthew Miller, è intervenuto per chiarire un’altra volta la differenza tra la legge americana sulla registrazione degli agenti stranieri (Fara) e il progetto georgiano “Sulla trasparenza dell’influenza straniera”. In America la legge riguarda “le persone che agiscono a nome di governi stranieri, non quelle che realizzano proprie attività legittime di Ong e si occupano di aiuti umanitari o rappresentano istanze della società civile”, spiega Miller.

Lo speaker del parlamento di Tbilisi, Šalva Papuašvili, ha risposto sulla propria pagina Facebook criticando le affermazioni del rappresentante americano per le sue “valutazioni superficiali”, e ricordando che compagnie lobbistiche negli Usa si vantano del loro sostegno ai familiari dell’ex-presidente Mikhail Saakašvili, come la madre Gjuli Alasania e il padrone della Tv Formula, l’ex-ministro della difesa David Kezerašvili, entrambi inclusi nel registro del Fara. Papuašvili ricorda che “questi personaggi non agiscono a nome del governo di Tbilisi ormai da 12 anni”, eppure non subiscono controlli o limitazioni da parte delle autorità statunitensi.

Gli oppositori alla legge georgiana fanno notare che il concetto di “forza straniera” è praticamente identica alla definizione russa di “agenti stranieri”, come ritiene il leader del gruppo Strategija Agmašenebeli, Georgij Vašadze, secondo cui “lo scopo di questa legge è la liquidazione delle associazioni pubbliche e dei media indipendenti, introducendo misure punitive finanziarie insostenibili”.

La legge dovrebbe essere rivista dal comitato giuridico del parlamento per la definitiva conferma il 10 maggio, un fatto che ha insospettito le opposizioni, considerando che il giorno sarebbe festivo in relazione alla Pasqua. In teoria, il comitato potrebbe rimandare la legge per una terza votazione in parlamento, e questo sarebbe considerato un ulteriore “trucco” del partito del Sogno Georgiano per rimandare fittiziamente l’approvazione definitiva, e spegnere le proteste di piazza come già successo lo scorso anno.

Questa eventualità è stata evidenziata dal leader del partito Girči, il deputato Jago Khvinja, osservando la stranezza della rinuncia a un giorno festivo da parte di chi l’ha istituito: “vogliono solo liberarsi delle proteste dei giovani, e in questo modo la maggioranza diventa ostaggio di sé stessa e delle proprie strategie convulse e contradditorie, che non hanno alcun aggancio con la volontà del popolo georgiano, ma alle prossime elezioni cambierà tutto”.

Il presidente del comitato giuridico, Anri Okhanašvili, ha corretto la notizia assicurando che il riesame avrà luogo il 13 maggio; ma da parte del partito di potere giungono segnali contrastanti in proposito, “per disorientare l’opinione pubblica”, insiste Khvinja. Le reazioni dall’estero potrebbero creare uno scenario molto divisivo, non soltanto allontanando la Georgia dall’Unione europea, ma caricando Bidzina Ivanišvili, il leader del Sogno Georgiano, insieme ad altri suoi rappresentanti, deputati e familiari di nuove sanzioni americane.

Le manifestazioni pubbliche di protesta non si sono allentate neanche durante i giorni delle celebrazioni pasquali, non solo a Tbilisi, ma in molte città della Georgia, e un nuovo grande raduno viene annunciato per il prossimo 11 maggio.

 

Foto: Tabula Media

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