16/05/2025, 07.54
AZERBAIGIAN-IRAN
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La "famiglia turanica" e le province azere sotto Teheran

di Vladimir Rozanskij

Il presidente dell'Azerbaigian Aliev continua a insistere sul "Mondo Turco come nostra famiglia”. Una prospettiva che ammicca alla tendenza nazionalista crescente nelle zone a maggioranza azera rimaste al di là del confine con l'Iran, galvanizzata anche dal tifo per la suqadra di calcio di Tabriz. Un fenomeno represso con durezza dalle autorità di Teheran. 

Baku (AsiaNews) - Il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliev, continua in ogni occasione a ricordare che gli azeri appartengono alla “famiglia turanica”, come egli disse fin dall’inaugurazione del suo ultimo mandato nel febbraio 2024, in cui indicò la “priorità del lavoro all’interno dell’Organizzazione degli Stati turanici, il Mondo Turco che è la nostra famiglia”. Egli ha ribadito questa convinzione anche negli ultimi giorni, in diverse occasioni.

I riferimenti di Aliev risalgono in particolare agli eventi storici degli anni ’40 del secolo scorso, la “guerra fredda” tra l’Azerbaigian e l’Iran, che rimane una questione in sospeso nella regione mediorientale e caucasica. Sono state ripubblicate di recente le memorie del giornalista britannico Douglas Mac-Gregor, che furono anche riflesse nel romanzo “Il Diplomatico” di James Aldridge, in cui si riportano le vicende del movimento democratico del cosiddetto “Azerbaigian meridionale” che cercava la libertà e la giustizia nei tempi sovietici, mirando a riunirsi con gli azeri del territorio persiano.

Si volevano allora riunificare la due parti dell’Azerbaigian, quella sotto l’Iran con quella sovietica settentrionale, un tema che è sempre rimasto molto sensibile nel corso dei decenni fino ad oggi. Da una parte si sottolinea la comunanza etnica e linguistica degli azeri situati sulle due sponde del fiume Aras, che scorre alle pendici del monte Ararat e segna il confine tra Turchia, Armenia, Iran e Azerbaigian. Dall’altra parte rimane complessa la definizione geopolitica e di politica interna dei due Paesi, tra la parte turanica e quella persiana che si sovrappongono.

Gli azerbaigiani del sud vivono infatti nelle provincie nord-occidentali dell’Iran, di Ardebil e Zendžan e altre, eredi della popolazione turanica rimasta separata dopo le guerre russo-persiane del XIX secolo. Nonostante gli oltre 200 anni di appartenenza all’Iran, in queste terre si è conservata la lingua, la cultura e l’identità etnica che distingue gli abitanti di queste zone dalla società persiana del resto dello Stato iranico. Attualmente gli azeri del sud cercano con difficoltà di combinare il proprio orgoglio turanico con la lealtà allo Stato di Teheran, chiedendo di rispettare i propri diritti culturali e linguistici, compresa l’istruzione nella lingua nativa e la libertà di espressione dei propri mezzi di comunicazione.

Negli ultimi anni si osserva una tendenza nazionalista sempre più crescente, soprattutto tra i giovani e gli attivisti ispirati dall’ideale del “mondo turanico”, che cercano sempre più di riavvicinarsi all’Azerbaigian. Il governo iraniano reagisce con durezza a questo fenomeno, anche rispetto all’eccessiva attività nelle espressioni culturali, con repressioni e divieti, e da parte di Baku le posizioni sono piuttosto ambigue: da una parte si rispetta l’integrità territoriale dell’Iran, dall’altra si insiste sulla retorica della “riunione di tutti gli azeri”. La Turchia sostiene a sua volta le iniziative di integrazione dell’intero mondo turanico, comprese quelle all’interno dell’Iran azerbaigiano.

Importante è ovviamente il ruolo dei mass-media per la formazione della coscienza degli azeri meridionali, grazie alla televisione satellitare, alla rete internet e ai social media che permettono di comunicare con le fonti turche e azerbaigiane, che insistono sull’ideale della “solidarietà turanica” come prospettiva comune per il futuro. Importante anche il settore sportivo, con il simbolo dell’orgoglio nazionalista della squadra di calcio Traktor di Tabriz, la principale città dell’Iran nord-occidentale con quasi un milione e mezzo di abitanti. Ogni vittoria sul campo viene considerata un successo collettivo del popolo azero, che si raduna sulle tribune con simboli nazionalisti sempre più espliciti e polemici, e slogan e canti in lingua azera.

I possibili sviluppi di questa situazione sono molto diversi, dalla riunione dell’Azerbaigian meridionale con quello settentrionale alla totale reintegrazione nella società iraniana, non senza rischi di sommosse e repressioni ulteriori. L’Organizzazione del Mondo Turanico cerca di ampliare il suo influsso economico e politico su tutta l’area mediorientale, compreso il Caucaso e l’Asia centrale, rendendo l’Azerbaigian uno snodo cruciale di tutti i futuri movimenti sociali e geopolitici di questa parte del mondo.

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