14/01/2008, 00.00
HONG KONG - CINA
Invia ad un amico

La marcia di Hong Kong contro il “ritardo” della democrazia deciso da Pechino

Fra i manifestanti, presente anche il card. Joseph Zen, dietro uno striscione con lo slogan: “Una democrazia ritardata è una democrazia negata”. Il capo dell’esecutivo esorta la popolazione ad accettare il termine posto dalla Cina, cioè il 2017.

Hong Kong (AsiaNews) – Decine di migliaia di persone sono scese ieri in marcia per domandare la piena democrazia del territorio entro il 2012. La marcia è stata la prima risposta pubblica della popolazione alla decisione di Pechino di ritardare l’introduzione di piene elezioni dirette verso il 2017 e il 2020. Alla manifestazione hanno partecipato almeno 20 mila persone.

Lo slogan “Una democrazia ritardata è una democrazia negata” ha aperto il corteo che da Victoria Parka si è snodato fino agli uffici del governo nel quartiere di Central. Dietro lo slogan, insieme a diverse personalità del mondo democratico, anche il card. Joseph Zen, vescovo di Hong Kong.

Interrogato dalla Afp, egli ha commentato: “Una volta di più il governo centrale [di Pechino] ha tarpato le aspirazioni  del popolo di Hong Kong e con una violenta decisione ha escluso la possibilità del suffragio universale entro il 2012. Ci dispiace molto e siamo adirati per questo. La gente di Hong Kong è cortese, ma ci stanno schiacciando troppo”.

Secondo la Basic Law (la costituzione di Hong Kong, accettata dalla Cina, in accordo con la Gran Bretagna), il territorio avrebbe potuto godere di democrazia dal 2007. Ma Pechino ha avocato a sé ogni riforma politica, nel timore che il “seme” della democrazia possa attecchire anche nella madrepatria, portando a manifestazioni e rivolte.

Lee Cheuk-yan, parlamentare pro-democratico afferma di essere “soddisfatto” della marcia: essa mostra che il popolo di Hong Kong non ha perso la sua determinazione e promette che ci saranno ancora più proteste se Pechino non dialoga sulle loro esigenze.

Lo scorso 29 dicembre,  il comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo (Anp) ha escluso il suffragio universale per le elezioni del 2012 e ha affermato che l’elezione del capo dell’esecutivo nel 2017 “potrebbe essere attuato col metodo del suffragio universale”; e che le elezioni seguenti del Legco (il parlamento di Hong Kong) (nel 2020) “potrebbero avvenire col metodo di elezione di tutti i membri col suffragio universale”.

Molti anziani, che hanno partecipato alla marcia di ieri, hanno espresso sfiducia nella possibilità di vedere la democrazia attuata, prima di morire. “Spero che la vedranno almeno i miei figli”, ha detto una donna di 70 anni.

Donald Tsang, capo dell’esecutivo, ha esortato i manifestanti ad accettare le decisioni di Pechino, che per la prima volta ha suggerito un termine, anche se come possibilità vaga.

Anson Chan, neo-eletta al Legco, che partecipava alla marcia, ha espresso il desiderio che Hong Kong abbia democrazia “al più presto possibile”.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Meno numerosa, ma preoccupante per Pechino la marcia del 1° luglio
02/07/2008
In 100 mila alla marcia per la piena democrazia di Hong Kong
04/12/2005
Hong Kong, la marcia pacifica (illegale) e gli scontri notturni (Foto e Video)
16/09/2019
La Festa di Mezzo Autunno illuminata dalle proteste di Hong Kong
14/09/2019 05:18
I 20 anni di Hong Kong: le minacce di Xi Jinping e le botte della polizia
01/07/2017 11:59


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”