03/10/2023, 08.48
RUSSIA-FINLANDIA
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La memoria dell’Ingria russa

di Vladimir Rozanskij

Susanna Parkkinen, una ragazza della regione baltica dell’Ingria, ha deciso di aprire un museo della diaspora del suo popolo nativo in un piccolo paesino della Finlandia. "Non lo faccio perché ho tendenze separatiste, non ci siamo mai sentiti parte del mondo sovietico o russo. Voglio solo tornare alle mie origini". 

Helsinky (AsiaNews) - Una ragazza russa originaria dell’Ingermanlandia, il nome russo della regione baltica dell’Ingria, Susanna Parkkinen, ha deciso di aprire un museo della diaspora del suo popolo nativo in un piccolo paesino della Finlandia, restaurando un’enorme edificio storico. L’Ingria si estende nelle aree lungo il bacino del fiume Neva, sul cui estuario nel golfo di Finlandia fu costruita San Pietroburgo, e il fiume Narva fino al lago Ladoga, confinando con la regione russa della Carelia e interessando tutta la zona russa che si affaccia sul mar Baltico.

Gli ingermanlandi, o ingriani, non hanno mai formato una nazione autonoma, tranne un breve periodo nell’anno 1920, quando una parte dell’Ingria intendeva riunirsi alla Finlandia, e i discendenti di questo gruppo etnico sono ormai ridotti a poche centinaia di persone. Il villaggio di Puykkola, dove si sviluppa il progetto di Susanna, è a 12 chilometri dalla città più a nord della Finlandia, Kemijavri, e sulla riva di un piccolo lago si trova una grande casa, dipinta nel tipico colore del rosso di Falun. La Parkkinen spiega che la materia prima per ottenere questa colorazione si trova soltanto in Svezia, ed è molto efficace nel difendere il legno dai grandi freddi del nord, quindi si è diffusa poi anche in Finlandia.

L’intero villaggio fa parte di una zona protetta, con la formula del “paesaggio tipico finnico settentrionale”, e anche la casa di Susanna è sotto la tutela dello Stato, essendo risalente alla metà del XIX secolo, ma con la possibilità di effettuare restauri. Tre anni fa Susanna si è trasferita qui dalla provincia di Leningrado, per aprire in essa il museo. Pur essendo nata vicino a San Pietroburgo, lei si ritiene soltanto una “ingra”, non una russa: “Non lo faccio perché ho tendenze separatiste, ma per una forma di evasione per tornare alle mie origini… nella mia famiglia non ci siamo mai sentiti parte del mondo sovietico o russo, ci sentivamo diversi”.

Prima di lei suo padre, Pavel Parkkinen, è sempre stato un attivista della “restaurazione etnica”, cercando di far risorgere la cultura ingra dal sottosuolo, ed è stato il primo presidente della "Unione Ingermanlandica”, Inkerin Liitto. L’idea del museo è stata tramandata alle generazioni successive dai parenti anziani, e sono stati discussi molti progetti. L’ultimo tentativo di aprirne uno in Russia risale ad alcuni anni fa, nel villaggio di Tajtsy, dove pure si è conservata una casa in legno con una biblioteca, che è stata presa in affitto per un certo tempo, con la promessa di affidarla per almeno 50 anni. Sono stati raccolti dei fondi e si è iniziato un restauro, ma l’affitto non è poi stato rinnovato, senza rifondere i soldi spesi; allora Susanna ha deciso di guardare fuori dai confini.

C’era della disponibilità in Lapponia, ma Susanna e i suoi amici hanno scartato l’idea, in quanto non è la vera patria degli ingri. Sarebbe stato un museo condiviso per le tante piccole nazionalità ugro-finniche della regione: i finni di Murmansk, quelli boschivi della Svezia, i Kvens e altre etnie imparentate, come i Karely, gli Ižora, i Vod’, Vepsy e Saami. Quindi la scelta è caduta su questa casa, costruita dai soldati svedesi durante la guerra d’Inverno, raccogliendo utensili e mobili antichi da ogni parte, anche se molte cose erano state conservate dai proprietari; dalla Russia è stato portato l'antico grande Čajnik, il bollitore per il tè che troneggia sopra la stufa centrale della camera di raccolta degli abitanti.

La Parkkinen fa tutto con i suoi soldi e le sue forze, dopo aver lasciato l’azienda edilizia che dirigeva, cercando di mettere in pratica le tante indicazioni tramesse dal padre, che pur in età avanzata affianca ancora la figlia nell’impresa. Nel restauro dell’antica Ingermanlandia, come spiega Susanna, lo stimolo principale è l’idea del riscatto dalle tante repressioni subite dal suo popolo nel passato, ma anche la speranza di una rinascita nel futuro, non solo del piccolo popolo degli ingri, ma di tutti i popoli del grande nord, e di tutta la Russia.

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