Padre Francesco Rapacioli nuovo superiore generale del Pime
Missionario in Bangladesh, 62 anni, è stato eletto questa mattina dall'Assemblea generale in corso a Roma. Guiderà per i prossimi sei anni l'istituto fondato da mons. Angelo Ramazzotti, oggi presente con i suoi 400 missionari in 20 Paesi del mondo ed editore di AsiaNews. Impegnato a Dhaka accanto ai gruppi di autoaiuto di alcolisti e tossicodipendenti, il nuovo superiore ha svolto il suo ministero per alcuni anni anche a Pune in India.
Roma (AsiaNews) - P. Francesco Rapacioli, 62 anni, missionario in Bangladesh, è il nuovo superiore generale del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), l’istituto missionario che è editore di AsiaNews. È stato eletto questa mattina dalla XVI Assemblea generale dell’istituto, in corso dal 22 giugno al Centro internazionale di animazione missionaria di Roma sul tema "Tutti e solo missionari: identità, responsabilità e libertà nella comune vocazione missionaria". Subentra a p. Ferruccio Brambillasca, alla guida dell’istituto dal 2013, che avendo completato il suo secondo mandato non era più rieleggibile. Insieme a lui viene eletta anche la nuova direzione generale che resterà in carica per i prossimi sei anni.
Attualmente superiore regionale per l’Asia Meridionale, padre Rapacioli è nato a Parigi nel 1963 ma è cresciuto nella diocesi italiana di Piacenza-Bobbio. Entrato nel Pime dopo la laurea in Medicina, è diventato sacerdote nel 1993. Sua prima destinazione è stata il seminario di Pune in India dove ha svolto il suo ministero fino a quando nel 1997 è stato trasferito in Bangladesh, Paese a stragrande maggioranza musulmana dove a Dhaka ha svolto gran parte della sua missione. In particolare - dopo sei anni trascorsi in Italia dal 2012 al 2018 come rettore del Seminario internazionale del Pime di Monza – dal 2020 nella capitale del Bangladesh padre Rapacioli ha dato vita a un circolo per gruppi di alcolisti e tossicodipendenti che insieme provano a riprendere in mano la propria vita. Una risposta concreta a un bisogno diffuso nel Paese.
“Molti di coloro che frequentano i gruppi sono musulmani, ma ci sono anche cristiani, indù e buddhisti – raccontava quest’esperienza in un’intervista a Mondo e Missione -. Tanti partecipano perché sentono il bisogno di essere tra persone che non giudicano e che sono interessate a capire. Si incontrano tante situazioni difficili, talvolta devastanti. Ma è anche bello vedere che alcuni riescono a ricostruire una vita di relazioni, di lavoro, di studio. E a ritrovare pace. È un vero e proprio rifiorire. Credo che sia un progetto autenticamente missionario - aggiungeva -. Tocca qualcosa di profondo nelle persone, è una vera esperienza spirituale. E anche se non si entra mai nel discorso religioso, si tratta davvero di un cammino interiore”.
Nato dall'esperienza del Seminario Lombardo per le Missioni Estere, fondato da mons. Angelo Ramazzotti nel 1850, fu papa Pio XI nel 1926 a riconfigurarlo come Pontificio Istituto per le Missioni Estere, unendolo al Pontificio Seminario dei Santi Apostoli Pietro e Paolo per le Missioni Estere, che era stato creato a Roma nel 1871 da mons. Pietro Avanzini. Il Pime conta attualmente circa 400 missionari di 17 diverse nazionalità che svolgono il loro ministero in 20 Paesi sparsi tra tutti i continenti. La presenza più recente - nata dalla collaborazione con alcuni altri istituti nati in missione seguendo lo stesso carisma del Pime - sta muovendo i suoi primi passi nel Borneo, in Indonesia, nella diocesi di Tanjung Selor.