12/07/2011, 00.00
VIETNAM
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La polizia vietnamita reprime le dimostrazioni in difesa della sovranità nazionale

di Kelly-Ann Nguyen
Particolarmente duro l’attacco contro i pacifici manifestanti riuniti il 10 luglio per protestare contro la prepotenza e la violenza cinesi. L’atteggiamento delle autorità preoccupa particolarmente i cattolici che nell’acquiescenza di Hanoi verso Pechino vedono la possibile volontà di importare il modello della “Chiesa patriottica”.
Hanoi (AsiaNews) – E’ stata particolarmente dura la repressione della polizia vietnamita contro la “dimostrazione patriottica” del 10 luglio, che intendeva far nuovamente sentire la protesta per la prepotenza e la violenza messe in atto da Pechino in quello che è chiamato Mar cinese meridionale. La sicurezza ha utilizzato anche picchiatori che hanno duramente bastonato i pacifici manifestanti per disperdere un’adunanza patriottica che aveva lo scopo di difendere il proprio Paese contro l’espansionismo cinese. E ci sono voci sulla presenza di “cinesi” che controllavano come la polizia stesse fermando le proteste.

E’ dal 5 giugno che manifestazioni anticinesi avvengono ogni domenica in tutto il Vietnam, malgrado minacce, arresti e violenze da parte delle autorità. Le proteste riguardano la controversia sulla sovranità sulle isole Spratly e Paracel e sono state innescate dall’azione di navi della guardia costiera cinese che hanno tagliato i cavi di una nave vietnamita per ricerche sismiche il 26 maggio e il 9 giugno. Un altro, analogo incidente si sarebbe verificato anche il 30 giugno, ma un portavoce del Ministero degli esteri ha detto di non esserne a conoscenza.

La presenza cinese e l’uccisione di pescatori nelle acque vietnamite non è un incidente, ma una pratica di routine per i cinesi che appaiono come una minaccia e un pericolo imminente per coloro che a Da Nang e Phu Yen da generazioni vanno a pesca lungo le coste.

Cresce la tensione, ma non l’informazione da parte dei media statali che appaiono avere l’obiettivo di frenare l’ira dei pescatori e calmare le preoccupazioni dei cittadini con ripetute promesse di risolvere la controversia attraverso “strumenti diplomatici”.

E’ anche grazie alle informazioni diffuse dai vietnamiti espatriati che un numero crescente di persone si unisce a quanti sfidano il governo a fornire informazioni complete sulla vicenda, In particolare, una inusuale storica petizione è stata presentata per chiedere di far sapere cosa c’è davvero nell’accordo firmato il 25 giugno dal viceministro degli esteri vietnamita, Ho Xuan Son, e da funzionari cinesi. Il Ministero degli esteri aveva indicato una data per la risposta, ma è stata posticipata a un momento non precisato.

Quanto sta accadendo è seguito con particolare interesse tra i cattolici vietnamiti, preoccupati non solo per l’integrità della loro patria, ma anche dal timore che il Vietnam stia cercando di importare il modello della Chiesa patriottica cinese, come sembrano dimostrare le ultime mosse del Comitato vietnamita per la solidarietà dei cattolici, miranti ad allontanare i fedeli dalla loro Chiesa. Il loro maggior timore è vedere la grande e invincibile storia della Chiesa vietnamita spazzata via dall’aggressione e dalla dominazione cinese.

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