12/03/2015, 00.00
IRAQ
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La "riconquista" di Tikrit, una probabile vittoria su cui pesa un rischio politico

Baghdad sottolinea la collaborazione di gruppi tribali sunniti con l'esercito e i "volontari" sciiti e spera che ciò spezzi la vicinanza tra sunniti e IS. Ma la presenza dei pasdaran iraniani e il timore di vendette contro la città natale di Saddam Hussein rischia di mandare in fumo le aspettative.

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - L'esercito iracheno ha annunciato ieri con grande enfasi che le sue truppe stanno procedono rapidamente verso il centro della città di Tikrit, della quale stanno per riprendere completamente il controllo. E il generale americano Martin Dempsey, comandante del Joint Chiefs of Staff ha detto che "non ci sono dubbi" che le forze irachene cacceranno l'IS dalla città. Tikrit, città natale di Saddam Hussein a giugno era stata conquistata dallo Stato islamico (IS). La "riconquista", seppur ancora non completa, ma confermata da alcuni video, rientra nel piano del governo di Baghdad per riprendere Mosul e "cacciare l'IS" dal Paese.

Al di là del valore strategico della città, la sua ripresa assumerebbe un importante significato politico, evidenziato dalla sottolineatura che Baghdad dà alla presenza, accanto all'esercito di gruppi tribali sunniti. Città a larghissima maggioranza sunnita, infatti, Tikrit ha sempre mostrato insofferenze verso il governo nazionale, a guida sciita, e accolse con favore l'arrivo dei combattenti - sunniti - dell'IS.

A portare avanti l'attacco contro la città, strategicamente rilevante, oltre 20mila soldati dell'esercito fortemente appoggiati da milizie sciite e soprattutto da contingenti dei pasdaran iraniani.

Proprio la presenza sciita dà spazio, però, al timore che la vittoria militare non abbia il risvolto politico positivo che il governo iracheno si aspetta. Preoccupa l'aperta partecipazione dei pasdaran iraniani che, si dice, sarebbero guidati dal loro comandante, il generale Qasem Soleimani e timori sono stati espresso da alcuni analisti per la possibilità che le milizie sciite cerchino la vendetta per il massacro di 700 soldati, in maggioranza sciiti, compiuto a giugno dai miliziani dell'IS e dalle tribù sunnite nel vicino Camp Speicher. E ci sono già notizie di alcuni saccheggi e incendi nelle zone "liberate".

Il loro incremento e soprattutto l'eventuale distruzione di moschee sunnite, manderebbe ovviamente in fumo la speranza del governo che la presa di Tikrit con la collaborazione di miliziani delle tribù sunnite spinga i loro correligionari a non appoggiare più lo Stato islamico. In tal senso, il generale Dempsey ha avvertito che se il governo di Baghdad non riuscirà a fermare il contrasto tra sunniti e sciiti si metterà a repentaglio la prosecuzione della coalizione internazionale contro lo Stato islamico.

 

 

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