10/09/2009, 00.00
CINA
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Le autorità cercano di ricuperare la fiducia di Han e Uiguri. Crolla il turismo nello Xinjiang

Le tensioni sono aggravate dalla scarsa fiducia verso le autorità, accusate di non dire la verità. Solo la massiccia presenza di polizia riesce a mantenere l’ordine. Gli hotel sono vuoti, ma le autorità dicono che va a gonfie vele.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il governo cinese cerca di recuperare la fiducia dei cittadini, sconcertati dai continui gravi silenzi sugli avvenimenti dello Xinjiang. In questi giorni Pechino assicura che sta indagando con la massima attenzione sugli attentati con aghi e siringhe che in oltre un mese hanno colpito più di 500 cittadini di Urumqi.

L’agenzia statale Xinhua ha anche pubblicato foto di vittime delle aggressioni e le autorità confermano che non ci sono malati o infettati, anche se alcuni aggrediti sono ancora sotto osservazione.

Una televisione di Hong Kong ha diffuso il video di un giovane, con probabilità uiguri, insieme a due poliziotti che lo portano via (nella foto). Pare che egli abbia colpito altri con un ago. In casa gli hanno trovato molte siringhe usate, ma non è chiaro se aveva ragione per tenerle, ad esempio se era tossicodipendente.

E’ evidente il tentativo delle autorità di tranquillizzare l’opinione pubblica. All’inizio esse hanno tentato di dare poco clamore alla vicenda. Ma ciò ha causato grande allarme nei 2,3 milioni di cittadini di Urumqi, soprattutto gli etnici han scesi in piazza a decine di migliaia. La circostanza che gli aggrediti siano in gran parte etnici han ha riacceso i contrasti tra questi e gli uiguri, autoctoni dello Xinjiang, ma ormai in minoranza. Dopo le proteste di piazza del luglio, nelle quali ci sono stati circa 200 morti, le autorità hanno importo rigidi controlli, con massiccia presenza di polizia e blocchi per telefoni e internet.

Ma gli han sono preoccupati perché le autorità non dicono con chiarezza quale sia la situazione e cosa stiano facendo. A luglio sono state arrestate migliaia di persone, ma non ci sono notizie ufficiali sulle indagini per le proteste.

Tra le conseguenze c’è stato un vero crollo del turismo, tradizionale risorsa della zona, attraversata dall’antica via della seta e piena di vestigia storiche. Xinhua riporta che da luglio sono stati annullati migliaia di viaggi; i turisti sono scesi da parecchie migliaia a poche centinaia; gli alberghi riempiono a malapena il 10% delle stanze. Il governo regionale ha erogato sussidi per 5 milioni di yuan alle agenzie turistiche per superare il brutto momento.

Ma questo contraddice il direttore regionale del turismo, Inamu Nisteen che appena la settimana scorsa ha indicato esservii tra 3mila e 6mila visitatori al giorno. Una smentita davvero poco opportuna per le autorità che cercano di recuperare credibilità.

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