Le riforme kazake e i rapporti con Pechino
A un incontro sulle relazioni tra Asia centrale e Cina il governo di Astana ha esaltato l'avvicinamento tra i "due polmoni dell'Asia" che avanza di pari passo con le trasformazioni interne avviate da Tokaev. Mentre il presidente, nonostante le proteste di alcuni oppositori e attivisti, vuole mostrare un’immagine di “democrazia inclusiva” lasciando le luci della ribalta ad alcuni suoi collaboratori.
Astana (AsiaNews) - Il consigliere del presidente del Kazakistan, Erlan Karin, ha partecipato all’apertura del V forum dei centri analitici “Asia centrale-Cina: nuovi orizzonti del partenariato regionale”. Nel suo intervento, ripreso dall’agenzia Kazinform, egli ha affermato che “tutte le riforme già realizzate e quelle future sono orientate al rafforzamento della nostra statualità, e alla crescita del benessere dei nostri cittadini, per questo il corso politico intrapreso gode di un grande consenso sociale”. A sostegno di questa visione ottimistica, vengono citati i sondaggi dell’Istituto kazaco di ricerche strategiche, secondo cui il 73% dei cittadini del Kazakistan ritiene che il Paese si stia sviluppando nella giusta direzione.
Al forum degli analisti, organizzato insieme all’Istituto dell’accademia cinese per Russia, Europa orientale e Asia centrale, hanno partecipato esperti di Kazakistan, Cina, Kirghizistan, Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan. Karin ha sottolineato la dinamica evoluzione dei rapporti tra la Cina e i Paesi dell’Asia centrale, rilevando l’importanza del dialogo tra gli esperti in tutte le direzioni, e il summit ha segnato un passo ulteriore sulla via dell’avvicinamento strategico tra i “due polmoni dell’Asia”.
Il presidente dell’Accademia cinese per le scienze sociali, Gao Xiang, si è rivolto al forum con un video-saluto, indicando le principali aree di collaborazione, relative alla sicurezza, allo sviluppo tecnologico, alla formazione, al turismo, all’archeologia e allo sport. Il direttore dell’Istituto di ricerche strategiche del Kazakistan, Erkin Tukumov, ha mostrato nel suo intervento il ruolo sempre più decisivo della comunità degli analisti, nelle condizioni di “turbolenza globale”, sottolineando l’importanza strategica del “Corridoio di mezzo”, definito “arteria economica interregionale del futuro”. A suo parere, le direttive cruciali della cooperazione cono lo sviluppo dei corridoi dei trasporti, la preparazione del personale qualificato e la sicurezza idrica.
Tukumov ha commentato che “oggi si sta formando un nuovo ordine mondiale, la tempesta globale non si acquieta, anzi si agita sempre di più, ma in sostanza questo significa che viviamo in un’epoca d’oro per la diplomazia e le relazioni internazionali tra i ricercatori”. Tutti i partecipanti al forum hanno concordato sul fatto che, nonostante l’instabilità politica internazionale, i rapporti sempre più amichevoli dei Paesi dell’Asia centrale tra di loro e con la Cina siano la migliore dimostrazione di una crescita costante e molto promettente.
Nell’ambito del forum si sono tenute sessioni tematiche, dedicate all’architettura strategica della collaborazione regionale, allo sviluppo degli hub di transito e di economia, e anche alla cooperazione tecnologica in ambito digitale, dell’intelligenza artificiale e degli eco-sistemi innovativi.
Prima dell’apertura dell’incontro internazionale, Erlan Karin aveva anche riunito la commissione repubblicana per le questioni dei simboli statali e dell’araldica delle onorificenze dei vari organi dello Stato, e di quelli ad esso parificati nei vari settori della vita sociale. Il forum ha dunque suggellato una fase importante della politica del Kazakistan, che nonostante le proteste di alcuni oppositori e attivisti, vuole mostrare un’immagine di “democrazia inclusiva” a livello interno e internazionale in questo secondo mandato presidenziale di Kasym-Žomart Tokaev, il presidente-diplomatico che lascia volentieri la scena ai suoi collaboratori più prestigiosi come Karin, lasciando intendere che ci saranno adeguati successori nei ruoli dirigenziali e prendendo le distanze dall’immagine centrasiatica tradizionale del presidente-padrone.
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