05/10/2025, 13.55
VATICANO
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Leone XIV: 'La Chiesa è tutta missionaria. Migranti, siete sempre benvenuti'

Prevost ha presieduto in piazza San Pietro la messa per il Giubileo del Mondo Missionario e dei Migranti. "Oggi le frontiere della missione non sono più quelle geografiche". All'Angelus: il ricordo della popolazione palestine che patisce "immane sofferenza"; "significativi passi in avanti nelle trattative di pace". Vicinanza alle Filippine colpite dal sisma. 

Città del Vaticano (AsiaNews) - Nonostante il maltempo, stamane circa 40mila persone di sono radunate in piazza San Pietro per la Santa Messa in occasione del Giubileo del Mondo Missionario e dei Migranti. Al termine, prima della recita dell’Angelus, papa Leone XIV si è rivolto a loro: “Siete bravi missionari perché siete venuti anche sotto la pioggia! Grazie! La Chiesa è tutta missionaria”. E ha aggiunto: “Nessuno dev’essere costretto a partire, né sfruttato o maltrattato per la sua condizione di bisognoso o di forestiero! Al primo posto, sempre, la dignità umana!”.

Prevost ha salutato anche un gruppo di fedeli da Betlemme, Palestina, “che portano la statua della Vergine della Rivelazione”. Il pensiero del papa è per la martoriata Terra Santa. “Continuo ad essere addolorato per l’immane sofferenza patita dal popolo palestinese a Gaza”, ha affermato. Ma la “preoccupazione” è anche per “per l’insorgenza dell’odio antisemita nel mondo, come purtroppo si è visto con l’attentato terroristico a Manchester”. Nell’attacco, avvenuto presso la sinagoga ortodossa Heaton Park Hebrew Congregation nel giorno della festività ebraica dello Yom Kippur, sono morte tre persone, incluso l’attentatore, e tre sono ferite gravemente. Il cordoglio è giunto anche dai reali inglesi. 

Leone XIV ha ricordato anche i “significativi passi in avanti nelle trattative di pace” che giungono dalla “drammatica situazione del Medio Oriente”, con Hamas che ha accettato alcuni punti del piano Trump, come il rilascio degli ostaggi israeliani, con, però, alcune riserve. “Auspico possano al più presto raggiungere i risultati sperati”, ha dichiarato il papa. “Chiedo a tutti i responsabili di impegnarsi su questa strada, di cessare il fuoco e di liberare gli ostaggi, mentre esorto a restare uniti nella preghiera, affinché gli sforzi in corso possano mettere fine alla guerra”. Con l’obiettivo - è la speranza di Prevost - di “una pace giusta e duratura”.

Il papa ha rinnovato l’invito a pregare per la pace in questo mese di ottobre. “Una preghiera che si fa solidarietà concreta con le popolazioni martoriate dalla guerra. Grazie ai tantissimi bambini che in tutto il mondo si sono impegnati a pregare il Rosario per questa intenzione. Grazie di cuore!”, ha aggiunto. La solidarietà espressa da Leone XIV è anche per la popolazione filippina, colpita la scorsa settimana da un forte sisma, soprattuto nella regione centrale, in particolare intorno a Cebu. “Esprimo la mia vicinanza al caro popolo filippino, e in particolare prego per coloro che sono più duramente provati dalle conseguenze del terremoto. Rimaniamo uniti e solidali nella fiducia in Dio e nell’intercessione della Madre sua in ogni pericolo”, ha detto.

Nell’omelia, dedicata al Giubileo del Mondo Missionario e dei Migranti, il papa ha sottolineato l’occasione di “ravvivare in noi la coscienza della vocazione missionaria”. Essa consiste nel “desiderio di portare a tutti la gioia e la consolazione del Vangelo, specialmente a coloro che vivono una storia difficile e ferita”. Tra coloro che soffrono per vissuti dolorosi vi sono infatti le persone migranti, “che hanno dovuto abbandonare la loro terra, spesso lasciando i loro cari, attraversando le notti della paura e della solitudine, vivendo sulla propria pelle la discriminazione e la violenza”. 

“Tutta la Chiesa è missionaria”, ha affermato Prevost. “Lo Spirito ci manda a continuare l’opera di Cristo nelle periferie del mondo, segnate a volte dalla guerra, dall’ingiustizia e dalla sofferenza”. E ha annunciato l’apertura nella Chiesa di “un’epoca missionaria nuova”. Essa non consiste nel significato di missione associato al “partire” verso “terre lontane”. “Oggi le frontiere della missione non sono più quelle geografiche, perché la povertà, la sofferenza e il desiderio di una speranza più grande, sono loro a venire verso di noi”. 

A ricordare tale movimento “verso di noi” sono le persone migranti, “il dramma della loro fuga dalla violenza, la sofferenza che li accompagna, la paura di non farcela, il rischio di pericolose traversate lungo le coste del mare, il loro grido di dolore e di disperazione”. “Fratelli e sorelle - ha aggiunto il papa - quelle barche che sperano di avvistare un porto sicuro in cui fermarsi e quegli occhi carichi di angoscia e speranza che cercano una terra ferma in cui approdare, non possono e non devono trovare la freddezza dell’indifferenza o lo stigma della discriminazione!”. 

“Non si tratta tanto di ‘partire’, quanto invece di ‘restare’ per annunciare il Cristo attraverso l’accoglienza, la compassione e la solidarietà”, ha continuato Prevost ricordando le missionarie, i missionari, e le tante persone credenti che lavorano promuovendo una “nuova cultura della fraternità sul tema delle migrazioni, oltre gli stereotipi e i pregiudizi”. Un impegno che “interpella ciascuno di noi”, ed esige “due grandi impegni missionari: la cooperazione missionaria e la vocazione missionaria”, ha affermato il papa. 

“Vi chiedo di promuovere una rinnovata cooperazione missionaria tra le Chiese”. Nelle società occidentali “la presenza di tanti fratelli e sorelle del Sud del mondo dev’essere colta come un’opportunità”. Ha aggiunto: “Vorrei poi ricordare la bellezza e l’importanza delle vocazioni missionarie. Mi rivolgo in particolare alla Chiesa europea: oggi c’è bisogno di un nuovo slancio missionario, di laici, religiosi e presbiteri che offrano il loro servizio nelle terre di missione”. “Ai migranti invece dico: siate sempre i benvenuti! I mari e i deserti che avete attraversato, nella Scrittura sono ‘luoghi della salvezza’”, ha aggiunto.

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