17/08/2025, 13.56
VATICANO
Invia ad un amico

Leone XIV: 'Vadano a buon fine sforzi per la pace'. Vicinanza ai popoli alluvionati dell'Asia

Da Castel Gandolfo Prevost chiede che nelle trattative "si ponga sempre al primo posto il bene comune dei popoli". La preghiera per le vittime delle violente alluvioni in Pakistan, India e Nepal. Nell'omelia della Messa con un gruppo di persone povere e la Caritas di Albano: in una "Chiesa di poveri", l'invito a "non distinguere tra chi assiste e chi è assistito". 

Castel Gandolfo (AsiaNews) - “Preghiamo perché vadano a buon fine gli sforzi per far cessare le guerre e promuovere la pace. Affinché nelle trattative si ponga sempre al primo posto il bene comune dei popoli”. Oggi, dopo la recita dell’Angelus, in piazza della Libertà a Castel Gandolfo, papa Leone XIV ha rivolto ancora una volta lo sguardo alle violenze che attanagliano il mondo. E ai popoli colpiti. Come aveva fatto due giorni fa nello stesso luogo, chiedendo di non rassegnarsi alla “logica del conflitto e delle armi”.

La preghiera affinché gli “sforzi” per la pace conducano a un “buon” risultato arriva dopo l’incontro di Ferragosto in Alaska tra Vladimir Putin e Donald Trump. Che non ha condotto a nessun cessate il fuoco o accordo immediato nella guerra che si combatte in Ucraina; contrastanti sono le reazioni internazionali. Domani l’incontro tra Volodymyr Zelensky e il presidente statunitense a Washington.

Il pensiero del papa di oggi è anche per gli effetti delle violente “calamità” che in questi giorni stanno colpendo come particolare ferocia l’Asia del Sud. “Cari fratelli e sorelle, sono vicino alle popolazioni del Pakistan, dell’India e del Nepal, colpite da violente alluvioni”, ha affermato il pontefice. Solo nel nord-ovest del Pakistan, specialmente nella provincia montuosa di Khyber Pakhtunkhwa, oltre 300 persone hanno perso la vita dopo due giorni di forti piogge e inondazioni improvvise. “Prego per le vittime e i loro famigliari e per quanti soffrono”, ha aggiunto.

Nell’omelia della Messa delle 9:30 ad Albano, al Santuario di S. Maria della Rotonda - presenti persone povere, con operatori e operatrici della Caritas diocesana che le assistono - Leone XIV ha sottolineato la sorpresa che può cogliere la lettura delle parole del Vangelo di oggi (Lc 12,49-53). Dice Gesù: “Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione” (Lc 12,51). “Cari amici, il mondo ci abitua a scambiare la pace con la comodità, il bene con la tranquillità. Per questo, affinché in mezzo a noi venga la sua pace, lo shalom di Dio, Gesù deve dirci: ‘Sono venuto a gettare fuoco sulla terra’”, ha affermato Prevost. Il fuoco, anche “battesimo”, è una “immersione totale nei rischi che l’amore comporta”. La Messa, ha detto Prevost, nutre “la decisione di non vivere più per noi stessi, di portare il fuoco nel mondo”. 

Non si tratta del fuoco degli armamenti, della distruzione, o “delle parole che inceneriscono gli altri”. Ma del “fuoco dell’amore, che si abbassa e serve, che oppone all’indifferenza la cura e alla prepotenza la mitezza; il fuoco della bontà, che non costa come gli armamenti, ma gratuitamente rinnova il mondo. Può costare incomprensione, scherno, persino persecuzione, ma non c’è pace più grande di avere in sé la sua fiamma”. Una fiamma salvifica, insomma.

Per questo motivo papa Leone ha ringraziato quanti nella diocesi di Albano portano “il fuoco della carità”. “Vi incoraggio a non distinguere tra chi assiste e chi è assistito, tra chi sembra dare e chi sembra ricevere, tra chi appare povero e chi sente di offrire tempo, competenze, aiuto”, ha detto loro. “Siamo la Chiesa del Signore, una Chiesa di poveri, tutti preziosi, tutti soggetti, ognuno portatore di una Parola singolare di Dio. Ognuno è un dono per gli altri. Abbattiamo i muri”. Il grazie è per chi facilita “l’incontro fra persone diverse per provenienza, per situazione economica, psichica, affettiva: solo insieme, solo diventando un unico Corpo in cui anche il più fragile partecipa in piena dignità, siamo il Corpo di Cristo, la Chiesa di Dio”, ha detto il papa da Castel Gandolfo.

Un'unità che si raggiunge “quando il fuoco che Gesù è venuto a portare brucia i pregiudizi, le prudenze e le paure che emarginano ancora chi porta scritta la povertà di Cristo nella propria storia”. Dopo la recita dell’Angelus il papa vive oggi il pranzo al Borgo Laudato Si’, nei giardini delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo. Condiviso con le persone povere e accolte della diocesi di Albano. 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Papa: Dio non teme di abbassarsi e di farsi ultimo. Preghiera per i cristiani medio-orientali
23/09/2012
Papa: Anche tra i 12 Apostoli c'era uno che non credeva: Giuda
26/08/2012
Papa: Preghiera e solidarietà per Filippine, Cina e Iran
12/08/2012
Papa: Preoccuparci per il pane materiale, ma soprattutto rafforzare la fede in Cristo vero "pane di vita"
05/08/2012
Papa: Appello alla comunità internazionale per la pace in Siria
29/07/2012


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
I più letti
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”