20/07/2015, 00.00
LIBIA
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Libia, i miliziani dello Stato islamico sequestrano tre immigrati cristiani

Il rapimento è avvenuto nella zona orientale, nei pressi di Sirte. Nel mirino un cittadino egiziano, un nigeriano e un ghanese. I jihadisti hanno diffuso le foto dei loro passaporti. In passato la Libia è stata teatro della decapitazione di una ventina di cristiani copti. Sempre ieri rapiti quattro lavoratori italiani.

Sirte (AsiaNews/Agenzie) - Le milizie dello Stato islamico (SI) hanno rivendicato il sequestro di tre cristiani nella zona orientale della Libia. Si tratta di un cittadino di origini egiziane, un nigeriano e un ghanese. La conferma arriva da un comunicato ufficiale diffuso in rete dai jihadisti, accompagnato dalle foto tratte dai passaporti dei rapiti. Fonti locali, dietro anonimato nel timore di ritorsioni, riferiscono che i tre sono stati prelevati nei pressi di Noufliyah, roccaforte dello SI a sud-est della città di Sirte. 

La notizia del sequestro è stata confermata da un portavoce delle forze fedeli al governo di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale. 

Sempre ieri sono stati rapiti quattro lavoratori italiani nei pressi del compound dell'Eni nella zona di Mellitah. I quattro sarebbero stati “prelevati” in serata a Zuaia, città sotto il controllo delle milizie islamiste che appoggiano il governo di Tripoli, a nord-ovest del paese nordafricano, mentre stavano rientrando dalla Tunisia. 

Non è la prima volta che i cristiani (e i lavoratori stranieri) finiscono nel mirino dello Stato islamico in Nord Africa e, nello specifico, in Libia. Il 19 aprile scorso i miliziani avevano diffuso un video che mostrava l’esecuzione di una trentina di uomini, presentati come “cristiani etiopi”. 

Di questi, un primo gruppo di 12 persone veniva decapitato su una spiaggia libica; altri 16 uccisi con un colpo di pistola alla nuca in una zona desertica. Presentando le vittime, i jihadisti parlavano di “Chiesa etiope nemica”. 

In precedenza, a metà febbraio lo Stato islamico aveva diffuso un altro video con la decapitazione di 21 uomini, in maggioranza cristiani egiziani copti; anch’essi sono stati sgozzati su una spiaggia della Libia, secondo una rappresentazione scenica e un’ambientazione in tutto simile a quella che ha caratterizzato le successive decapitazioni di aprile. 

Dalla caduta del regime del colonnello Mu'ammar Gheddafi, nel 2011, la LIbia è piombata in una situazione di caos che continua a perdurare, e che ha favorito l’ascesa di gruppi fondamentalisti fra cui lo Stato islamico. Nel Paese vi sono due governi - e due Parlamenti - che si contendono il potere, uno con base a Tripoli e l’altro con sede a Tobruk, nell’est del Paese. Nel giugno scorso i jihadisti hanno approfittato di questa situazione di guerra e confusione per conquistare la città di Sirte, circa 450 km a est di Tripoli. 

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