Lo storico ponte sull'Uma Oya a rischio crollo
Costruito 160 anni fa lo storico ponte in ferro a lungo attrazione tustica nel distretto di Badulla da più di un anno si trova in condizioni fatiscenti dopo che una parte è stata spazzata via dalle intemperie. La protesta degli abitanti della zona che nella stagione delle pioggie sono costretti a un lungo tragitto di 70 chilometri per vendere le loro verdure al mercato.
Colombo (AsiaNews) - Il ponte ad arco di ferro di 160 anni che attraversa l’Uma Oya a Uva Paranagama, nel distretto di Badulla della provincia di Uva (costruito durante l’epoca coloniale britannica per attraversare l’Uma Oya in mezzo a una fitta giungla), si trova attualmente in condizioni fatiscenti, con assi di legno marce che rappresentano un pericolo per chi lo utilizza.
L’area è considerata un’attrazione turistica, tuttavia non sono state adottate misure per garantire la sicurezza dei turisti e dei residenti. Centinaia di persone usano questo ponte ogni giorno, mettendo a rischio la propria vita.
Un anno fa una parte del ponte sull’Uma Oya, situato vicino alla città di Welimada nel distretto di Nuwara Eliya, è stata spazzata via dalle forti piogge. Gli abitanti del villaggio attendono ancora una risposta dalle autorità, sperando nella ricostruzione del ponte, ma i loro appelli finora sono stati ignorati.
Secondo i residenti, durante le campagne elettorali i politici di tutti i partiti hanno promesso di restaurare il ponte riportandolo al suo stato originale, ma una volta concluse le elezioni, nessuno ha più ascoltato i loro problemi. Gli abitanti continuano a utilizzare una piccola parte danneggiata del ponte per attraversare.
Il villaggio di Welimadagama e il tempio Sudharshanaramaya, collegati dal ponte, rappresentano una strada alternativa per i residenti (in caso contrario dovrebbero percorrere circa 70 chilometri). Attraversare il ponte è quindi la via più breve, motivo per cui gli abitanti continuano a utilizzarlo nonostante i rischi.
Attualmente circa 500-600 persone attraversano quotidianamente la piccola parte danneggiata del ponte. Durante la stagione delle piogge, gli abitanti devono prendere una strada più lunga e tortuosa, spendendo tra 400 e 800 rupie per trasportare le loro verdure al mercato. Le donne incinte trovano difficile attraversare il ponte e spesso i giovani del villaggio le portano sulle spalle, mettendo a rischio la propria vita.
Il ponte, che collega il collegio elettorale di Uva Paranagama a quello di Hali Ela, fu costruito su una struttura solida e utilizzato per molto tempo. In seguito divenne un’attrazione turistica grazie al paesaggio circostante. Secondo una targa posta vicino al ponte, i britannici lo restaurarono nel 1919 e circa dieci anni fa le assi di legno furono sostituite.
Il ponte viene utilizzato dagli abitanti di Uva Paranagama per raggiungere la città di Badulla, mentre i residenti di Hali Ela lo attraversano per recarsi nella provincia centrale, specialmente i pellegrini che visitano il Tempio del Sacro Dente a Kandy.
Wijepala Herath (69 anni), Gunawathie Ratnayaka (67 anni) e Siyadoris Appuhamy (62 anni) di Bambarapana hanno raccontato la loro situazione ad AsiaNews. “I residenti di 15 divisioni di Grama Niladhari - spiegano - utilizzano quotidianamente questo ponte per raggiungere la città di Welimada, la più vicina per soddisfare le necessità quotidiane, vendere i propri raccolti e acquistare beni essenziali. Attraverso questo ponte possiamo raggiungere Welimada percorrendo solo 14 chilometri; altrimenti dovremmo viaggiare per circa 70 chilometri, impiegando circa quattro ore. Per questo preferiamo utilizzare il ponte”.
“L’ex vice-ministro di Stato Chamara Sampath Dassanayake aveva stanziato 4 milioni di rupie dal bilancio decentrato per la ristrutturazione del ponte, ma i fondi sono stati restituiti al Tesoro poiché ritenuti insufficienti per i lavori. Tuttavia, avrebbero potuto essere utilizzati almeno per una riparazione parziale. Negli ultimi tempi, diverse persone sono cadute dal ponte fatiscente riportando gravi ferite”, hanno sottolineato Wijepala, Gunawathie e Siyadoris.
Secondo i docenti di ingegneria civile Oshantha Dissanayaka e Roshan Samaradiwakara, “il ponte crollato aveva una larghezza di quattro piedi (circa 1,2 metri). Pertanto, è consigliabile costruirne uno nuovo con una larghezza di almeno quattro metri, poiché attualmente il ponte è utilizzato da un gran numero di persone, inclusi turisti locali e stranieri”.
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