20/06/2011, 00.00
VIETNAM-CINA-USA
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L’avidità di Pechino fa crescere la tensione intorno alle isole Spratly e Paracel

di Paul N. Hung
Tra maggio e giugno navi cinesi hanno tagliato i cavi di battelli vietnamiti per esplorazioni petrolifere. Arriva all’Onu la protesta di Hanoi. Un incontro bilaterale Vietnam - Stati Uniti sulla cooperazione e la sicurezza afferma che tutte le controversie vanno risolte solo con la via della diplomazia.
Hanoi (AsiaNews) – Le minacciose operazioni condotte da mezzi paramilitari cinesi nelle acque territoriali vietnamite mostrano l’avidità di un Paese ateistico e materialistico. La Cina è oggi la seconda potenza mondiale in campo economico, dopo gli Stati Uniti e le convinzioni dei suoi leader comunisti dimostrano la volontà di invadere i Paesi più deboli per appropriarsi di petrolio, minerali e di tutte le acque dei mari del sudest asiatico.

La Cina è la “fabbrica mondiale”, sono i maggiori creditori del mondo e ora cerca di accrescere il suo potere economico anche nei campi politico e militare, anche con la frode. In occasione della conferenza dell’Asean sulla sicurezza, svoltasi in Indonesia, svoltasi all’inizio di questo mese, i leader di Pechino hanno sostenuto che “la Cina non vuole minacciare o invadere alcun Paese. Il governo cinese vuole mantenere la pace nel Mar cinese meridionale. Il problema attuale sono le controversie su isole e acque del Mare sudorientale…”.

Questo però non è vero. I “leader capitalisti rossi”, seguono il materialismo ateo, sono veramente avidi e usurpano le acque territoriali di Vietnam e Filippine.

Fin dal 1947, quando il partito comunista prese il potere nel Paese, hanno avuto conflitti armati o hanno invaso i loro vicini; Per quanto riguarda il Vietnam, nel 1974 hanno invaso le isole Spratly. E nel 1988 navi militari cinesi hanno aperto il fuoco e ucciso almeno cento guardie confinarie vietnamite e occupato illegalmente sette piccole isole delle Paracel.

Nel giugno di quest’anno la tensione è cresciuta tra Cina, Vietnam e Filippine dopo che finti pescherecci, vere “navi paramilitari” di Pechino sono entrati nelle acque vietnamite. Il 25 maggio e il 9 giugno, navi armate di nascosto hanno tagliato i cavi di battelli vietnamiti per l’esplorazione petrolifera, il Bình Minh 02 e il Viking II. E dal 15 giugno Pechino ha inviato una grande nave della guardia costiera per controllare la navigazione, esplicitando le proprie ambizioni sul “Mar cinese meridionale”. Hanno detto di aver “controllato le navi straniere nelle loro acque, compreso un battello americano di rilevamento”.

Dal 17 giugno la forza della Sorveglianza marittima cinese sta crescendo di numero ed entro il 2020 i suoi componenti passeranno da 9mila a 15mila. Le sue navi diverranno 350 entro il 2015 e 520 nel 2020. Il tutto alle dipendenze della State Oceanic Administration, organismo che ha la supervisione delle acque costiere e territoriali.

Le operazioni militari cinesi stanno creando preoccupazioni, ansie e minacciano la pace delle acque dei Paesi del sudest asiatico. Per questo, il 17 giugno, l’ambasciatore vietnamita alle Nazioni Unite, Lê Lương Minh, nel corso dell’incontro annuale dei firmatari della convenzione dell’Onu sui mari (UNCLOS), tenutosi a New York, ha protestato per le violazioni cinesi alla sovranità vietnamita delle isole Spratly e delle acque vietnamite delle isole Paracel.

I media statali di Hanoi hanno dimostrato che “le navi paramilitari cinesi hanno deliberatamente tagliato i cavi delle navi da esplorazione vietnamite, compromettendo le operazioni condotte da Petro Vietnam. L’azione ha rappresentato il culmine di una serie di “invasioni” di navi cinesi nelle acque territoriali vietnamite.

Le azioni di leader comunisti cinesi sono state compiute in violazione della convenzione Onu sulla legge del mare del 1982, firmata anche da Pechino, e sono contro i Paesi dell’Asean. Essi hanno violato anche la China Declaration on the Conduct of Parties in the East Sea (DOC) e il comune convincimento dei maggiori leader della regione.

Hanoi, comunque, illustrando ai media i suoi rapporti diplomatici con la Cina, ha dichiarato che la parte cinese vuole applicare misure appropriate per risolvere le conseguenze della questione e per non permettere il ripetersi di eventi simili per assicurare il rafforzamento e lo sviluppo dell’amicizia e della cooperazione tra i due Paesi.

Nel frattempo, Vietnam e Stati Uniti hanno ribadito il loro impegno a promuovere rapporti bilaterali basati sull’amicizia e il rispetto reciproco per garantire alla regione pace stabilità e prosperità.

Il 18 giugno, il viceministro vietnamita agli Esteri, Phạm Bình Minh, l’assistente del segretario di Stato per gli affari politico-militari, Andrew Shapiro, hanno concluso, a Washington, il quarto Dialogo americano-vietnamita sulla sicurezza e la difesa. Entrambi hanno espresso soddisfazione per lo sviluppo positivo di vari settori che contribuiscono a consolidare l’amicizia e la multiforme cooperazione a reciproco beneficio.

La sicurezza nel Mare orientale è stata un punto centrale del dialogo. Entrambi i Paesi concordano che il mantenimento della pace, della stabilità e della libertà del mare è in linea con l’interesse comune della comunità internazionale. Tutte le dispute territoriali nel Mare orientale debbono essere risolte col ricorso alla via diplomatica e la cooperazione, senza pressioni, né uso della forza. E ogni affermazione territori e acque territoriali deve attenersi alle norme internazionali, compresa la convenzione delle Nazioni Unite del 1982.

Da parte statunitense si è affermato che gli incidenti avvenuti negli ultimi tempi non aiutano a promuovere la pace e mantenere la stabilità regionale, mentre accrescono le preoccupazioni sulla sicurezza marittima, in particolare sulla libertà del mare, lo sviluppo economico, il commercio legale e il rispetto del diritto internazionale.

Discusse anche le modalità per la crescita della cooperazione bilaterale nei settori della non-proliferazione delle armi di distruzione di massa, della lotta al terrorismo, del controllo delle droghe, della ricerca dei soldati americani e vietnamiti dispersi, degli interventi per le conseguenza dell’ Agent Orange /Diossina, dell’assistenza umanitaria e il soccorso nei disastri e di ricerca e salvataggio, insieme ad altre questioni di sicurezza e difesa.

Le parti hanno concordato note sulla crescita della cooperazione Asean-Usa e questioni riguardanti il Lower Mekong Initiative (LMI), l’ASEAN Regional Forum (ARF), l’ASEAN Defence Ministers Meeting Plus (ADMM+) e l’East Asia Summit (EAS).

Discussi anche dettagli per la crescita delle relazioni bilaterali verso una collaborazione strategica, evocata dal segretario di Stato Usa, Hillary Clinton nel corso della sua visita a Hanoi, nell’ottobre 2010.

Entrambe le parti hanno riaffermato anche l’importanza della Dichiarazione sul comportamento delle parti nel Mare orientale (DOC), firmata tra l’Asean e la Cina nel 2002 e incoraggiato a realizzare un accordo su un codice completo di condotta.

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