17/06/2011, 00.00
CINA
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Mar Cinese Meridionale: Pechino invia nave-vedetta

Annunciato un forte aumento della flotta per il controllo della zona, nei prossimi anni. Cresce la tensione, anche perché gli altri Stati non rinunciano alle loro richieste.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina invia nel Mar Cinese Meridionale la sua più grande nave-vedetta e progetta di aumentare il pattugliamento navale. Intanto oggi comunica di avere svolto nella zona 3 giorni di esercitazione militare.

Il Global Times scrive oggi che di recente 14 vascelli della marina cinese hanno svolto esercitazioni nei pressi dell’isola di Hainan, comprese manovre anti-sommergibile e lo sbarco di truppe, finalizzate a “difendere gli atolli e proteggere le rotte marine”.

Pechino programma di portare le sue forze per il controllo sui mari da 9mila a 15mila uomini entro il 2020. La forza di controllo sarà di 350 navi e 16 aerei nel 2015 e di 520 nel 2020. Peraltro tale flotta è sotto il controllo della Amministrazione di Stato Oceanica, responsabile per le coste e le acque territoriali interne del Paese.

Ieri Pechino aveva inviato nelle acque la sua maggior nave di pattuglia, la Haixun-31, 3mila tonnellate di stazza, munita di elicotteri e capace di stare in mare senza scalo per 40 giorni. Comunque la Cina insiste che vuole soltanto mantenere “la pace” della regione.

Il Mar Cinese meridionale comprende arcipelaghi come le isole Spratly e le Paracel, disabitate ma ricche di materie prime e di energia. Inoltre il controllo dell’area ha carattere strategico per il commercio e lo sfruttamento delle materie prime, fra cui petrolio e gas naturale. Ma le pretese della Cina sono contrastate da Vietnam, Filippine, Malaysia, Brunei e Taiwan. Da tempo Pechino suggerisce di risolvere le dispute con trattative bilaterali, ma gli altri Paesi, Vietnam in testa, vogliono un negoziato internazionale, per bilanciare la preponderanza cinese grazie alla presenza di altri interlocutori, primi tra tutti gli Stati Uniti che hanno interessi strategici nella zona.

Questo sta portando a un duro confronto, con un’escalation dei gesti dimostrativi e della tensione. Il presidente filippino Benigno Equino ha prospettato di poter richiedere a Washington una presenza navale costante nel territorio rivendicato e il Vietnam il 13 giugno ha svolto esercitazioni militari congiunte con gli Stati Uniti.

Il Vietnam ha da tempo un’occupazione militare in oltre 25 isolotti e atolli delle Spratly, presenza che potrà avere peso nelle future trattative. Il luogotenente generale Nguyen Chin Vinh, viceministro vietnamita alla Difesa, ha ammonito che se “una qualsiasi altra parte” aumenterà il confronto, “noi non staremo fermi a guardare”. Intanto prosegue la gara a compiere gesti dimostrativi e rinforzare le rispettive presenze militari nelle zone contese.

Anche Taiwan ha annunciato il prossimo invio di una forza navale presso l’isola di Taiping, maggior atollo delle Spratly, controllato da Taipei.
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