09/06/2009, 00.00
MALAYSIA
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L’industria aerea affronta la peggior crisi di sempre

Le compagnie aeree prevedono 9 miliardi di dollari di perdite per il 2009, nonostante il calo del prezzo del petrolio. I passeggeri sono diminuiti dell’8%, il trasporto merci del 17%. Le linee aeree asiatiche sono le più colpite. Prime idee per reagire.

Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – Settore aereo al collasso: la International Air Transport Association (Iata) ha reso noto oggi che le compagnie prevedono 9 miliardi di dollari di perdite nel 2009 a causa della crisi economica, circa il doppio della stima di 4,7 miliardi fatta appena a marzo, quando si parlava di una timida ripresa. Lo ha reso noto il direttore generale Iata Giovanni Bisignani, che ha parlato a Kuala Lumpur al 65mo Summit del trasporto aereo mondiale.

Bisignani la definisce “la peggiore situazione che l’industria [aerea] ha mai affrontato” e parla di “un percorso di sopravvivenza. Gli ottimisti vedono una ripresa per la fine di quest’anno, i pessimisti lo considerano un miraggio. Io sono realista, non vedo fatti che possano sostenere l’ottimismo”.

Le maggiori perdite 2009, pari a 3,3 miliardi, sono attese nella zona Asia-Pacifico, dove grave è stata la diminuzione di voli soprattutto per il settore business (che porta sempre i migliori guadagni) e per il trasporto merci. Nel Medio Oriente le perdite sono di 1,5 miliardi.

Riviste in peggio anche le perdite del 2008, stimate pari a 10,4 miliardi di dollari invece degli 8,5 miliardi previsti. Per cui a fine 2009 le ditte aeree avranno perso oltre 20 miliardi di dollari in due anni. Fra l’altro il settore era già in sofferenza, con perdite per 41,6 miliardi tra il 2001 e il 2006. Le ditte hanno beneficiato del forte calo del prezzo del petrolio, ma scontano una diminuzione del traffico passeggeri stimato per il 2009 dell’8% e addirittura del 17% per le merci. La situazione è fosca anche perché si teme un prossimo aumento dei prezzi petroliferi. Il settore è stato anche colpito dalla paura per l’influenza suina.

Bisignani ritiene che gli effetti della crisi siano persino peggiori dell’impatto avuto per l’attentato dell’11 settembre 2001 alle Torri gemelle di New York, quando i ricavi delle ditte aeree scesero del 7% e occorsero tre anni per un’effettiva ripresa. Ora si prevede un calo dei ricavi “senza precedenti” con una contrazione del 15%, pari a un minor guadagno di 80 miliardi.

Per risolvere la crisi, la Iata ritiene necessaria “una drastica revisione [degli accordi] con i partner, governi e industria. Non possiamo sopportare oltre i costi della micro-regolamentazione dei governi, tasse e partner che abusano di  una posizione di monopolio”.

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