07/06/2004, 00.00
FILIPPINE
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"Madri per la pace" unisce cristiani e musulmani per il bene comune

Ambedue le fedi vedono Maria come modello di  pace

Manila (AsiaNews) – Il "Festival della Madre" avvenuto al Philippine International Convention Center ha riunito insieme donne cristiane e musulmane per difendere la pace ed impegnarsi insieme a costruire una cultura della vita. Il rispetto comune nei confronti di Maria, Madre di Cristo, è stato alla base dell'incontro spirituale fra le due religioni.

"La mia preghiera preferita è l'Ave Maria; il sacro corano dice: Oh Maria, Dio ti ha scelta fra tutte le donne". Infatti sia per i cristiani che per i musulmani, Maria, Madre di Gesù, è un modello di pace duraturo ed eterno", ha dichiarato il 30 maggio Marilou Diaz-Abaya, una produttrice cinematografica che ha studiato l'islam con padre Eliseo Mercato dell'ordine degli Oblati.

Marilou è stata responsabile della pubblicità televisiva di una premiazione per il gruppo "Madri per la Pace", un gruppo di madri che lei ha fondato l'anno scorso con Margie Moran-Floriendo, della Commissione per le Donne di Mindanao, e altre donne filippine, per chiedere la pace nel Paese.   

"Stiamo forse vivendo in una cultura della violenza?" si è chiesta Moran-Floriendo. Mindanao Centrale è stata teatro di molte guerre, che hanno seminato caos, morti e sofferenze nella regione.

Ma le madri sono fra le persone che hanno maggiormente sofferto a causa di questa tragedia voluta dagli uomini, nella quale hanno perso mariti e figli. Uno degli aspetti più drammatici di questa tragedia è vedere i bambini che giocano alla guerra con armi giocattolo, a imitazione della violenza vista ed in preparazione a quando saranno abbastanza grandi da ricorrere alle armi vere.

"Come donne e madri, abbiamo un ruolo importante nel creare una cultura di pace!" ha detto Moran-Floriendo.  "Distribuire esclusivamente cibo, indumenti ed un tetto non è sufficiente"

ha detto Baicon Cayongcat-Macaraya, un'altra delle fondatrici del gruppo e volontaria del Tabang Mindanao, un'organizzazione di assistenza agli sfollati della guerra. "Bisogna fare qualcosa contro i pregiudizi" - ha aggiunto - "pregiudizi con radici profonde nei confronti dei musulmani delle Filippine". Ella ha poi raccontato di aver sentito una madre rimproverare il figlio dicendo: "Se non ti comporti bene ti darò in pasto ai musulmani". " In un'altra occasione, in un centro commerciale di Manila, una donna bianca ha aggredito verbalmente una musulmana dicendole: "che cosa stai facendo qui? Vuoi ucciderci? Ritorna a casa tua." La donna le ha semplicemente risposto: "Sono a casa mia, sono filippina".

Marilou Diaz-Abaya spera che il suo nuovo film intitolato « Bagong Buwan » (Luna nuova ), che narra la lotta di una famiglia musulmana delle Filippine, possa educare i filippini a vincere i pregiudizi ed a costruire la pace. La preparazione del film l'ha portata a viaggiare da Mindanao, provincia martoriata dalla guerra, a Manila, dove si trova la sua famiglia " Come attivista della pace, mi è molto più facile abituarmi ai rombi degli elicotteri, delle mitragliatrici, delle bombe a mano, ai lamenti e ai pianti dei feriti, piuttosto che subire un rientro a Manila, in un mondo di negazione, apatia, esclusivismo, pregiudizi, lo stesso vuoto che credo abbia portato all'11 settembre".

Dalle ultime tre decadi, i guerriglieri musulmani combattono contro l'esercito filippino per una maggiore autonomia o indipendenza della regione da loro abitata. Rapimenti a scopo di estorsione ed attività terroristiche hanno creato un clima di instabilità e di terrore nella regione del Mindanao, nonostante i tentativi per raggiungere accordi di pace.

 

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