19/04/2023, 11.53
TAIWAN-CINA
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Maggioranza dei taiwanesi non si sente ‘cinese’ e respinge ‘Consenso del 1992’

Percentuale quasi al 70%. Contestate le affermazioni dell’ex presidente nazionalista Ma Ying-jeou sulla comune identità nazionale tra gli abitanti dell’isola e della Cina continentale. Rigettata anche l’idea di “un’unica Cina” con diverse interpretazioni su cosa voglia dire. Presidenziali del 2024 in salita per il Kuomintang di Ma.

Taipei (AsiaNews) – La maggioranza della popolazione di Taiwan non si sente “cinese” e respinge il “Consenso del 1992”, un accordo tra i nazionalisti del Kuomintang (Kmt) e la Cina comunista lodato dall’ex presidente taiwanese Ma Ying-jeou durante il suo recente (e controverso) viaggio in Cina.

I dati di un sondaggio pubblicato in questi giorni dalla Taiwanese Public Opinion Foundation confutano l’affermazione di Ma secondo cui gli abitanti di Taiwan e della Cina sono “tutti cinesi”. Il 42% degli intervistati si è detto in disaccordo, mentre il 25% ha spiegato di dissentire in qualche modo. Solo il 7% ha dichiarato di sentirsi cinese, e il 16% ha precisato di concordare in parte con la posizione dell’ex capo di Stato.

I numeri sono ancora più netti sul Consenso del 1992: il 67% ha risposto di non essere d’accordo con il concetto; i favorevoli si sono fermati invece al 22,5%. Con l’intesa di 31 anni fa, raggiunta in modo tacito dal Kmt e da Pechino, le due parti hanno concordato che Taiwan e Cina facciano parte di un’unica nazione, ma ognuno è libero di decidere cosa si intenda per “Cina”: secondo Taipei è la Repubblica di Cina (nome ufficiale di Taiwan); per il regime comunista è la Repubblica popolare di Cina.

Pechino considera Taiwan una “provincia ribelle”, e non ha mai escluso di riconquistarla con l’uso della forza. L’isola è di fatto indipendente dalla Cina dal 1949; all’epoca il Kmt di Chiang Kai-shek vi ha trovato rifugio dopo aver perso la guerra civile sul continente contro i comunisti, facendola diventare l’erede della Repubblica di Cina fondata nel 1912 da Sun Yat-sen.

I nazionalisti del Kmt sono ora su posizioni più vicine a Pechino, che al contrario accusa la presidente taiwanese Tsai Ing-wen e il suo Partito progressista democratico (Dpp) di mire indipendentiste: la leadership cinese contesta a Tsai proprio il suo rifiuto di riconoscere il Consenso del 1992.

Diversi osservatori sostengono che i cinesi vogliano usare il Kmt per dividere la società taiwanese prima delle presidenziali del 2024, nella speranza di scalzare il Dpp. A novembre la formazione di Tsai ha subito una bruciante sconfitta alle elezioni locali. Lo stesso era accaduto però prima delle presidenziali del 2020, che hanno visto poi la riconferma dell’attuale capo di Stato. Nel voto nazionale pesa molto la questione dei rapporti con Pechino, e il Kmt è spesso accusato di essere troppo piegato verso le posizioni della Cina comunista: l’ultimo sondaggio sembra confermare questa tendenza.

 

Foto: Flickr/Uming Photography

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